Politik | Il caso

I giorni dello sconforto

Indennità di dirigenza, Kompatscher incontra i dipendenti e fa da “pompiere” dopo la batosta della Consulta: “Limiteremo i danni”. Ma ai diretti interessati non basta.
Renate von Guggenberg, Alexander Steiner, Kompatscher, Eros Magnago e Albrecht Matzneller
Foto: USP

“Abbiamo convocato questo incontro perché vogliamo metterci la faccia e prima di fare qualsiasi mossa è opportuno il confronto”, sfodera la carta della captatio benevolentiae il presidente Arno Kompatscher, ben conscio che nell'aula la tensione è palpabile. Ieri, 26 giugno, il governatore altoatesino ha incontrato all’università di Bolzano un centinaio fra vice direttori e coordinatori provinciali dopo la tranche del giorno prima con 150 fra dirigenti ed ex dirigenti. Brucia la decisione della Corte costituzionale di dichiarare l’illegittimità della legge provinciale del 1992 che permetteva di trasformare gradualmente l’indennità di dirigenza in un elemento fisso della retribuzione, mantenuto ai fini pensionistici anche anche quando l’incarico è cessato. La sentenza della Consulta riguarda circa 850 persone, fra cui un centinaio di dirigenti e oltre 700 fra vice direttori e coordinatori e 250 della sanità. Da ogni funzionario bisognerà riscuotere le indennità versate in maniera “illegittima” dal 2009 ad oggi, 10 milioni di euro in tutto in 10 anni, come aveva annunciato giorni fa lo stesso Kompatscher. Colpo di grazia la contestazione da parte della Corte dei Conti degli importi relativi ai capitoli di spesa dell’esercizio finanziario 2017, pari a 825.788 euro, soldi che ora andranno restituiti. 

 

Keep calm

 

“La domanda ricorrente in questi giorni è stata: perché la Provincia ha risolto tutto rapidamente chiedendo la restituzione dei soldi? Ma la vera questione è un’altra: la legge del 1992 era innovativa ai tempi in cui fu introdotta e ha instaurato un sistema intelligente che la Provincia ha difeso con orgoglio e tenacia fino alla sentenza del massimo organo giudiziario possibile, ora non possiamo fare altro che adeguarci”, spiega Eros Magnago segretario generale della Provincia, anch’egli presente all’incontro insieme al direttore generale Alexander Steiner, alla direttrice dell’Avvocatura Renate von Guggenberg, che ha analizzato in dettaglio la sentenza della Consulta, e al direttore del personale Albrecht Matzneller. La strategia di Kompatscher è quella di elaborare di concerto con i dirigenti un modello dirigenziale moderno ed efficiente, e al contempo consolidare la competenza sul personale attraverso una trattativa a Roma sul piano politico. “Sono molto amareggiato per questa situazione. La Corte costituzionale ha ribaltato un approccio che è durato quasi 30 anni e che alla sua introduzione nel 1992 aveva riscontrato il favore di Roma”, afferma il Landeshauptmann. Una doccia fredda in piena regola, insomma.

 

 

Sulle spine

 

Preoccupazione e malumore rappresentano inevitabilmente la cifra emotiva dei dipendenti pubblici presenti al meeting. Steiner annuncia che sarà istituito uno sportello informativo dove poter ricevere consulenza sulla propria, specifica situazione. Si alza una voce fra gli astanti: “È una ripercussione pesantissima, questa, sui dipendenti, con l'apporto dell'indennità abbiamo pagato rette universitarie più onerose perché inseriti in fasce più alte, stesso discorso per gli asili, le mense, l’Irpef, abbiamo sostenuto spese di cui l’amministrazione provinciale non è nemmeno a conoscenza e ora da un momento all’altro ci tolgono l'indennità, io sono ‘solo’ un coordinatore e perdere quel denaro non mi rovinerà la vita, ma non per tutti sarà così”.

La beffa è doppia, perché non solo non riceveremo più i soldi ma ci verranno anche detratti quelli che abbiamo preso

Qualcun altro azzarda: “Non possono chiederci di restituire tutto, si trovi un accordo sul 30% del lordo, quello è un importo ragionevole”. E ancora: “La beffa è doppia, perché non solo non riceveremo più i soldi ma ci verranno anche detratti quelli che abbiamo preso”. Tutto ora sta nel riuscire a strappare una buona trattativa con lo Stato, un compito nient’affatto semplice per il presidente con delega al personale Kompatscher.

 

Cosa cambia

 

Nel frattempo l’indennità di dirigenza nella sua forma attuale, che prevedeva il trasferimento di una piccola percentuale nel salario di base, non potrà più essere erogata e sarà sospesa dal 1° luglio a tutti i dipendenti pubblici che non hanno (più) un mandato dirigenziale nonostante abbiano ricevuto l’indennità in passato. Come spiega Matzneller, sempre dal l 1° luglio anche per agli altri dirigenti tutte le indennità personali non verranno più pagate. I dirigenti che svolgono una funzione dirigenziale continueranno a ricevere un’indennità esecutiva legata all’incarico e composta da una parte fissa e da una variabile, e la busta paga verrà modificata in questo senso. “La Provincia avvierà inoltre un procedimento, per recuperare le indennità personali in modo retroattivo. Tali indennità di dirigenza o di coordinamento devono essere restituite da tutti i dipendenti pubblici che non hanno avuto un mandato dirigenziale a partire dal 2009, data prima della quale interviene la prescrizione. Il disagio nei confronti soprattutto della retroattività di questa sentenza della Consulta è stata espressa non solo dai dirigenti presenti e da quelli in servizio all’epoca, ma anche dai vertici della Provincia e dal presidente stesso”, così il direttore del personale provinciale. “Il problema è complesso, cercheremo di limitare i danni - conclude Kompatscher -, so che è una risposta poco soddisfacente ma ricordiamoci che questa situazione non nasce da una scelta politica ma da una precisa indagine giuridica”.