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Sostegni bis, 100 milioni per l’edilizia

Il D.L. n.73 del 25/05/2021, noto come Decreto Sostegni bis, è legge. Il Collegio dei Costruttori non si ritiene pienamente soddisfatto e guarda al modello austriaco.
Cantiere edile
Foto: Image by Hands off my tags! Michael Gaida from Pixabay

Tempi difficili per l’edilizia; il covid sta presentando il conto al settore che sta affrontando uno stress-test non indifferente.

Michael Auer, Presidente del Collegio dei Costruttori dell’Alto Adige, individua due principali criticità che vanno affrontate per alleviare il carico incombente sui cantieri. Da un lato l’incredibile aumento dei prezzi delle materie prime, dall’altro la difficoltà nel reperire quest’ultime. Si tratta di uno squilibrio di mercato la cui principale conseguenza è ravvisabile nella difficoltà di pianificazione dei lavori. Senza la certezza di quale sarà il costo del materiale e senza poter prevedere se ce ne sarà a sufficienza per completare l’opera. I cantieri procedono dunque a rilento, e lasciare gru e macchinari inutilizzati rappresenta un costo fisso non previsto al quale è difficile far fronte. In aggiunta, non ricevendo i materiali in tempo dal fornitore, vanno ad aggiungersi tutta una serie di costi extra, oltre al rischio di incorrere in penali legate al ritardo sui tempi di consegna lavori.

L’aumento dei prezzi sembra incidere negativamente – sostiene Auer – sia su lavori di ristrutturazione sia sulle nuove costruzioni. “Con le agevolazioni del 110% c’è molto lavoro di risanamento e ristrutturazione nei quali c’è un forte impiego di materiali come legno e derivati del petrolio, e i costi aumentano”.

“Allo stesso modo, – continua il presidente del Collegio – anche nelle nuove costruzioni si è sentito fortemente il rincaro, in particolare legato a ferro, acciaio, ma anche al legno”

Secondo Auer, tra gli attori coinvolti, chi ha il problema maggiore, resta l’impresa appaltatrice poiché risponde direttamente al committente. Tra queste, soprattutto quelle che si occupano di nuove costruzioni con la formula chiavi in mano. Ciò è dato dal fatto che, a fronte di una volatilità elevata nell’andamento dei prezzi, i contratti (sia privati che pubblici) sono stipulati a prezzi fissi, mesi prima della consegna dei lavori. Le imprese subappaltatrici – fa notare Auer – vengono solitamente chiamate in un secondo momento e risentono quindi in misura minore del rincaro sulle materie prime. Ciò dipende dal fatto che esse sono esposte ad una finestra temporale più circoscritta, all’interno della quale il prezzo può variare.”

Il decreto Sostegni bis

Per contenere l’impatto di queste dinamiche, è stato approvato il decreto Sostegni bis, valido a livello nazionale. Il Collegio dei Costruttori, attraverso un comunicato stampa, riconosce l’importanza di questo primo passo verso una normalizzazione dello squilibrio di mercato, che sta mettendo a dura prova il settore edile.

“Si tratta di un primo risultato importante per il nostro settore, ottenuto grazie all’impegno della nostra associazione nazionale ANCE” – afferma Auer – “[…] viene previsto un adeguamento a quanto già avviene in altri Paesi europei, dove il meccanismo di compensazione esiste già da anni”.

Attraverso le parole del suo presidente, il collegio lascia tuttavia trasparire delle preoccupazioni per come verranno attribuiti i compensi. “La procedura è complessa e passerà del tempo prima che le imprese edili ottengano le compensazioni. Inoltre viene regolamentato soltanto il periodo fino al 30 giugno 2021, mentre non esiste una normativa per i lavori non ancora messi in conto o che sono stati realizzati dal 1° luglio in poi. Ciò nonostante si tratta di un primo importante passo nella giusta direzione per l’intero settore, però devono seguirne altri”.

Il meccanismo alla base del sistema di compensazione è abbastanza semplice. 100 milioni di euro da spalmare a livello nazionale per coprire l’aumento dei prezzi. I prezzi base su cui vengono calcolati gli incrementi, sono decisi a livello centrale a Roma e restano fissi per il periodo di compensazione. Il decreto va ad agire su un sistema già in atto a livello nazionale, andando ad aumentare la percentuale di compensazione. Precedentemente fissata all’ 8% del valore della commessa, la soglia minima che fa scattare il meccanismo di compensazione per l’aumento dei prezzi del materiale utilizzato passa al 10%. Oltre questa soglia, la compensazione sarà totale, quando prima rimaneva del 50%.

Per la Provincia di Bolzano, la situazione è particolarmente migliorativa in quanto fino ad ora era in vigore un sistema basato su prezzi fissi. Con il nuovo decreto, si prende atto del carattere straordinario di questo aumento nei prezzi del materiale. Tuttavia, il periodo di applicazione (solo un semestre) resta troppo breve e non c’è certezza per i mesi futuri.

La variante austriaca

Di locale nell’edilizia altoatesina c’è poco. Molti dei materiali impiegati vengono dall’estero. Emblematico è il caso del legname, che per la maggior parte viene importato da paesi vicini come Austria e Germania, i quali a loro volta lo importano da Russia ed Est Europa. Il contributo dato dai semilavorati locali come il granulato per il calcestruzzo, pietre e porfido, rimane comunque marginale.

La dipendenza dal mercato estero è quindi cruciale per il settore edile e mentre il mercato riparte con incentivi come quello del 110%, le produzioni faticano a riprendere a pieno regime, strette nella morsa dei prezzi. L’estrema ratio per evitare la maggiorazione dei costi sarebbe quella di fermarsi e recedere dai contratti, ma le imprese vanno avanti e cercano l’equilibrio. Il rischio rappresentato dal potenziale stop dei committenti in questa fase in attesa di tempi migliori, sarebbe una minaccia troppo grande per tante famiglie. Fortunatamente, ancora non sono in vista dinamiche simili.

Il problema, resta però sentito dai tanti attori presenti sul mercato. “Guardando ai prossimi mesi – dice Auer – non ci si aspetta un rientro totale ma almeno di raggiungere un equilibrio stabile nei prezzi. L’importante è che non crescano e che restino prevedibili”.

Per Auer uno strumento più efficace è quello messo in atto dai vicini austriaci. Il loro meccanismo di compensazione è infatti basato sull’adeguamento dei prezzi (Preisgleitung), simmetrico, cioè sia in positivo che in negativo, e in base a pacchetti inflazionistici specifici per settore. Ricalibrare il coefficiente dei prezzi sui quali viene calcolato il sostegno è estremamente utile quando si ha a che fare con un’alta volatilità. Un esempio fra tutti, il legname viene prezzato ogni 24 ore; i contratti però durano in media 60/120 giorni.

La proposta da parte del Collegio dei Costruttori di allinearsi al modello austriaco, risulta già discussa con il governo provinciale. Nondimeno, ciò comporterebbe un eventuale revisione del codice degli appalti pubblici. Prima di vedere approvata e messa in atto la variante austriaca al modello di compensazioni, dobbiamo tener conto di un lungo periodo di gestazione. D’altronde, soprattutto ora che la coperta è corta e ci sono molte parti scoperte, il buon esempio lo deve dare il pubblico, poi il mercato privato seguirà.