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Foto: Ivo Corrà
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Il balletto delle leggi elettorali

L’Italia dei voltagabbana è l’unico paese europeo che cambia continuamente il sistema elettorale - 6 volte in pochi anni

Per capire il morboso interesse dei politici italiani per le leggi elettorali non bisogna necessariamente tornare alla famigerata legge Acerbo del 1923, emanata su volontà di Mussolini per garantire al Partito fascista una maggioranza massiccia in parlamento. Negli ultimi decenni la frenetica corsa ai sistemi elettorali ha fruttato  31 proposte diverse.  Quando Matteo Salvini sostiene che una nuova legge elettorale "si fa in pochi giorni e che governa chi ha un voto in più", non si sa se ridere e piangere. Perché tra cambi di casacca, scissioni e nuovi partiti l'assetto dei gruppi cambia continuamente. Nell’ultima legislatura  hanno cambiato partito 569 parlamentari, 10 al mese.. E anche in quella attuale i cambi di casacca individuali o collettivi sono frequenti - come dimostra la nascita del nuovo partito di Renzi e il gruppo Cambiamo ! di Giovanni Toti. Il record personale spetta al grillino Adriano Zaccagnini, che nei 15 mesi della legislatura ha cambiato partito per 5 volte. Ed il cambio improvviso della coalizione che ora raduna PD e M5S nello stesso governo la dice lunga sulla cronica instabilità politica del paese. Giusti ieri la senatrice grillina Silvia Volo é passata con Renzi.  Di Maio chiede "il vincolo di mandato per fermare questo mercato della vacche." Ma il PD non ne vuole sentir parlare.

Il continuo cambiamento delle leggi elettorali è il principale indicatore della cronica instabilità politica del paese In Gran Bretagna, Francia, Svizzera e altri paesi i sistemi elettorali sono in vigore da oltre 100 anni e a nessuno verrebbe in mente di toccarli. Perché si tratta della legge che fissa le regole della democrazia ed eventuali aggiornamenti dovrebbero avvenire solo in via eccezionale e con largo consenso.
In Italia succede lesatto contrario: in pochi anni queste regole sono state modificate sei volte - unassoluta anomalia ed un record poco invidiabile. Com'era prevedibile non hanno risolto nessun problema né hanno garantito la governabilità.  Anzi, hanno creato nuovi problemi. Da tempo i cittadini si sono stufati di seguire l'avvicendamento di quelle leggi dai nomi latineggianti come Mattarellum, Consultellum, Italicum, Rosatellum... A un certo punto la frenetica corsa ai sistemi elettorali ha fatto spuntare in parlamento 31 proposte diverse.

Quando Matteo Salvini sostiene che una nuova legge elettorale si può fare in sette giorni, non si sa se ridere o piangere.

Perché da anni sono proprio le leggi elettorali l'espressione più lampante della perenne instabilità politica del paese. 

In Italia succede l’esatto contrario del resto dEuropa:  in pochi anni queste regole sono state modificate sei volte – un’assoluta anomalia e un record poco invidiabile per un paese democratico. Com’era prevedibile, questi cambiamenti non hanno risolto nessun problema né hanno garantito la governabilità. Anzi, hanno creato nuovi guai. AllItalia spetta anche il primato mondiale di aver varato una legge elettorale mai applicata: l’Italicum, previsto dalla riforma costituzionale di Renzi e dichiarato incostituzionale dall’alta Corte.  

L’Italia avrebbe bisogno di un sistema elettorale che garantisca una maggioranze netta, con la quale la sera delle elezioni si sappia chi governerà il paese per i prossimi 5 anni. Ma si cerca il contrario. Il sistema deve essere complesso, permettere sorprese, difficilmente prevedibile e  complicato per gli elettori. Così, dopo lunghe contorsioni hanno partorito il Rosatellum bis, che secondo Renzi e Berlusconi avrebbe dovuto penalizzare il Movimento 5 stelle. È successo l’esatto contrario. Ora si corre al riparo. Con una legge maggioritaria, sulla quale le 4 regioni governate dalla Lega chiedono il referendum. E che Salvini ci spiega così:  “Chi ha un voto in più, governa”. Povera Italia.