Chronik | Tribunale

Solland, buona la prima

Respinte le istanze di Gostner e della Mb solar di Singapore: il sito va alla Al-Invest di Ladurner. Ma la storia non è finita, la bonifica costerà fino a 50 milioni.
Solland
Foto: Pufin Power

Nessun colpo di scena, malgrado le sorprese delle ultime settimane, sul fronte dell’ex Solland Silicon di Sinigo. Il sito che attende la bonifica e la trasformazione in un’area produttiva “ambientalmente sicura”, almeno stando alla valutazione del rischio e alla relativa promessa fatta dalla Provincia, va alla Al-Invest srl degli altoatesini Andreas Auer e Lukas Ladurner. È l’impresa che lo scorso 10 settembre aveva vinto l’asta per i beni dell’impianto industriale, grazie ad un’offerta di un milione e 750.000 euro. E che ottiene l’aggiudicazione definitiva in virtù del no posto dal tribunale di Bolzano alle istanze presentate successivamente da parte delle due società che avevano provato a riaprire i giochi: la Fri-El Hydro Power srl di Josef Gostner e della Mb Solar Pte Ltd, con sede a Singapore.

 

Istanze rigettate

 

Tecnicamente, quelle presentate dalle due aziende sono istanze di sospensione delle operazioni di vendita dei beni. Entrambe sono state dichiarate inammissibili per assenza dei requisiti di legge, come chiarisce la nota della giudice Francesca Bortolotti, delegata ai fallimenti presso il tribunale del capoluogo. Si procederà pertanto al completamento delle operazioni di vendita in favore dell’aggiudicataria, la Al-Invest srl.

Ma ecco cosa più nel dettaglio ha portato alla decisione che permette di concludere la procedura fallimentare, per l’ex fabbrica di silicio, avviata nel 2016. Per legge eventuali proponenti avevano 10 giorni di tempo dall’aggiudicazione, quindi dal 10 settembre, per presentare un’istanza volta a sospendere le operazioni di vendita. Questo avevano fatto sia la società che fa capo a Gostner che la Mb Solar. L’imprenditore bolzanino, già presente nella cordata che ha acquistato la società di gestione dell’aeroporto, ha messo sul piatto 2 milioni e mezzo di euro; cinque invece i milioni di dollari offerti dalla società di Singapore. 

 

 

In base a quanto risulta, le due istanze non sono state accolte per una serie di motivi. Nel caso dell’istanza di Gostner, in estrema sintesi i giochi erano finiti perché i beni mobili - impiantistica, macchinari, tubazioni, magazzino e via dicendo -, corrispondenti ai quattro quinti del valore dell’offerta (il resto è dei beni immobili), erano già stati trasferiti all’aggiudicatario, ovvero la Al-Invest. A pesare è stato molto probabilmente il fattore tempo, visto che erano già passati diversi giorni dall’assegnazione.

Per quanto riguarda la Mb Solar, l’istanza è stata ritenuta non valida per problemi intrinseci. In particolare, sempre stando a quanto risulta, le tre condizioni poste nell’offerta non sono state valutate ammissibili.

 

Bonifica, un costo dai 30 ai 50 milioni

 

Va considerato infatti che il bando per l’aggiudicazione era stato elaborato tenendo conto dell’ordinanza di giugno della Provincia di Bolzano: il provvedimento varato dall’ente che si è fatto carico del mantenimento della sicurezza nel sito - con costi stimati in 20.000 euro al giorno - e si è mosso per favorire una riconversione il più celere possibile, almeno stando all’impegno ribadito sia dal governatore Arno Kompatscher che dall’assessore Arnold Schuler. La storia dell’ex Solland non è sicuramente finita. Gli impegni per la Al-Invest in quanto aggiudicataria del sito sono notevoli: smantellare l’impianto industriale, procedere nell’arco di 7 anni alla bonifica - che ha costi stimati tra i 30 e i 50 milioni di euro, a carico del privato - e trasformare il lotto in una “normale” zona produttiva.