Gesellschaft | La protesta

Riders in sciopero

Il ‘No Delivery Day’ è arrivato anche a Bolzano: niente consegne e decine di lavoratori in piazza contro lo sfruttamento e la precarietà del mondo delle piattaforme.
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Foto: privato

Zaini a terra e braccia incrociate: i ciclofattorini non ci stanno e prendono nuovamente parola per denunciare le proprie condizioni lavorative fatte di sfruttamento, ricatto e precarietà. È il ‘No Delivery Day’ che ha coinvolto ieri, venerdì 26 marzo, centinaia di riders in più di trenta città italiane, il secondo sciopero nazionale che ha visto protagonisti i fattorini appartenenti alle grandi aziende delle consegne a domicilio. Una categoria ritenuta essenziale in tempi di pandemia, con esercizi chiusi e persone costrette nelle proprie abitazioni, ma priva di garanzie e sicurezze lavorative, compreso un contratto collettivo che, a differenza degli altri stati europei dove i riders vengono considerati lavoratori subordinati, in Italia continua a tardare ad arrivare. Come già spiegato, lo scorso settembre Assodelivery - la piattaforma che riunisce Deliveroo, Glovo, Uber Eats, Just Eat e Social Food - firmò alle spalle dei lavoratori un accordo con il sindacato di destra UGL (privo inoltre di riders tra le file dei propri iscritti) che rinsaldò il cottimo, la retribuzione conteggiata sul numero di consegne effettuate durante la giornata lavorativa, e la condizione di lavoratore autonomo dei fattorini.

“Fino ad oggi, nonostante si sia aperto un importante confronto con Assodelivery con cui abbiamo sottoscritto due giorni fa il Procotollo contro il caporalato e lo sfruttamento e nonostante diverse sentenze, indagini e interventi del ministero del Lavoro e dell’Ispettorato nazionale del lavoro, i rider non hanno ancora le giuste tutele e i giusti diritti”. Ad affermarlo in una nota è Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil che aggiunge: “Non si può più aspettare. Assodelivery apra subito il confronto per garantire a tutti i lavoratori le condizioni normative e salariali del contratto collettivo nazionale di lavoro e per garantire loro sicurezza sul lavoro. La lotta dei rider è una lotta per la dignità del lavoro, contro lo sfruttamento e la precarietà”.

“A Bolzano abbiamo aderito in tanti perchè in tanti ci opponiamo a questo sistema che ci sfrutta, non assicura ferie e malattie e non ci fa arrivare a fine mese" ha spiegato invece un rider a salto.bz. I ciclofattorini, molti appartenenti alla piattaforma Deliveroo, si sono dati appuntamento in Piazza Walther per poi proseguire in corteo per le vie della centro, assieme ai lavoratori delle altre piattaforme. “Questa manifestazione è servita per mostrare alla cittadinanza e agli esercizi la nostra situazione - continua il giovane rider -. Alcuni ristoranti hanno solidarizzato con noi, disattivando per una sera il sistema di prenotazione, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Non ci fermeremo”.