Politik | Sviluppi

Vitalizi e demagogia

Passa alla Camera la “proposta Richetti” che prevede un taglio medio del 40% ai vitalizi degli ex parlamentari. La Svp si dissocia e Kronbichler vota no.
Camera
Foto: upi

Il primo step è andato. La Camera ha approvato ieri, 26 luglio, la proposta di legge del deputato Pd Matteo Richetti che contempla due modifiche principali: la riduzione dei vitalizi percepiti dagli ex parlamentari e l’innalzamento dell’età pensionabile per i parlamentari in carica e quelli che verranno. Il testo, approvato a Montecitorio con 348 voti a favore, 17 contrari e 28 astenuti, passa ora all’esame del Senato. A favore hanno votato oltre al Pd, Movimento 5 Stelle, Civici Innovatori, ALA-Scelta Civica, Fratelli d’Italia, Lega Nord e Sinistra Italiana-Possibile. Astenuti Forza Italia, MDP e Alternativa Popolare. Al momento sono 2.600 ex parlamentari ricevono in tutto 193 milioni di euro netti di vitalizio, ogni anno; con la “proposta Richetti” incasserebbero invece un assegno proporzionato ai contributi che hanno versato e non calcolato sulla percentuale dei loro ultimi stipendi. L’INPS afferma che in questo modo ci sarà una riduzione del 40%, con un risparmio, per lo Stato, di circa 70 milioni di euro l’anno. Tuttavia, anche se il Senato dovesse concedere il suo via libera, la proposta rischia di non avere effetti perché per molti sussistono motivi di incostituzionalità. In sostanza la Corte potrebbe decidere di bocciarla perché andrebbe a intaccare i cosiddetti “diritti acquisiti”, oppure potrebbe sostenere che il ricalcolo contributivo per i soli parlamentari non sia equo, dal momento che milioni di italiani ricevono pensioni calcolate con metodo retributivo e quindi potrebbe verificarsi una discriminazione nei confronti dei soli parlamentari. 

Le 3 posizioni

La Svp ha deciso di non partecipare al voto. Per il deputato Daniel Alfreider la riforma è solo uno “show messo in piedi per scopi elettorali, si tratta di demagogia”. E aggiunge: “I vitalizi sono già stati aboliti, e noi parlamentari eletti nel 2013 avremo già il trattamento contributivo, quando andremo in pensione. Ci opponiamo a una strumentalizzazione della questione. E poi sarà difficile che la misura venga approvata prima della fine della legislatura dati i passaggi fra Senato e Camera che ancora restano da fare, e in ogni caso ci sono rischi di incostituzionalità che porteranno all’annullamento della proposta”.

Soddisfazione viene manifestata, al contrario, dal deputato del M5s Riccardo Fraccaro: “Se la Camera sta discutendo di vitalizi è solo grazie al Movimento 5 Stelle che ha rinunciato allo spazio previsto dal Regolamento per discutere le proposte di legge e ha fatto approdare in Aula in quota opposizione il disegno di legge del Pd. Dopo anni di immobilismo li abbiamo messi con le spalle al muro offrendo il nostro spazio, è anche questo il ruolo di una vera opposizione. Quella di Montecitorio è solo una tappa per abolire i vitalizi, l'approdo finale è al Senato: continueremo questa battaglia nei prossimi mesi”.

Un “no” convinto è arrivato invece dal deputato Florian Kronbichler (Art.1-Mdp) che ne spiega i motivi: “Con o senza legge, per me non farebbe differenza. Avrò, raggiunti i 65 anni, una pensione parlamentare di circa 800 euro mensili. Ho votato no perché la legge è pura demagogia, i vitalizi per i parlamentari infatti non ci sono più, sono stati aboliti nel 2012”. E ancora, infine: “Ho votato no perché ritengo la legge figliastra della rabbia anti-politica e contro i politici di professione. Sono a favore della politica rappresentativa e che i politici guadagnino ciò che si meritano. Sono convinto che nessuno va in politica per i soldi, così come sono convinto che non c’è politico pigro. Un politico può essere di tutto, può essere stupido, falso, avido, ma non può essere pigro. Perché lo fosse, non ce la farebbe a diventare politico e lo diventasse per sbaglio, non lo rimarrebbe a lungo”.

Bild
Profil für Benutzer Martin Daniel
Martin Daniel Do., 27.07.2017 - 11:39

Dabei will dieser Gesetzentwurf nur das, was INPS-Präsident Tito Boeri seit langem für Parlamentarier wie für das gemeine Volk dringend anmahnt: Die nach dem einkommensbezogenem System berechneten Renten durch beitragsbezogene zu ersetzen oder zumindestens dahingehend zu korrigieren. Populismus oder Generationengerechtigkeit? Wahlkampf oder Finanzmathematik?

Do., 27.07.2017 - 11:39 Permalink