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Populismo e arte contemporanea?

L’arte contemporanea è un fenomeno d’élite, la politica è in mano alla casta. Affermazioni condivise da molte persone, perché?
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Foto: flickr

Nietzsche sul finire dell‘800 sancì la morte di Dio, negli anni ’60 del secolo scorso Giulio Carlo Argan constatò la morte dell’arte intendendo segnalare la crisi delle tecniche (artistiche) tradizionali in seguito all’avvento della società industriale e capitalistica. Relativismo e individualismo hanno incrementato le libertà espressive individuali, eppure molte persone ne paiono intimidite, rifiutano il prodotto dell’arte dei nostri giorni. Supponiamo dunque che per un’ampia fascia di popolazione l’arte sia qualcosa di statico, confinato entro forme, codici e canoni definiti, uno per tutti il dipinto realistico su tela. Sovente il commento nei confronti dell’astrattismo, fenomeno artistico ormai storico, legato alle avanguardie moderne nate a inizio ‘900, è il mantra potrei farlo anche io (des konn i a). Sembra si tratti dell’espressione di un senso di frustrazione, di inadeguatezza che sfocia in rabbia nei confronti di ciò che non si capisce.

Il termine populismo, come ricorda Giuseppe Patota dell’Accademia della Crusca, è entrato a far parte del lessico italiano dal secondo dopoguerra in poi per indicare quei regimi, quale il Peronismo argentino, che traevano la loro legittimazione dal consenso delle masse popolari. L’origine della parola risale al termine russo narodnicestvo che indicava un movimento portato avanti da giovani intellettuali intenzionati ad aiutare i contadini nella loro emancipazione dalla condizione di subalternità. Successivamente fu introdotto nell’inglese americano per indicare i sostenitori del People’s party. Oggigiorno il significato della parola ha un’accezione nettamente negativa, si riferisce al consenso popolare come unica forma di legittimazione del potere indipendentemente da valore e contenuto dell’opinione popolare a riguardo di specifici argomenti.

Sosteniamo qui la tesi che la democrazia rappresentativa - la popolazione non vota direttamente le leggi vota bensì i propri rappresentanti negli organi decisionali dello stato - consenta a elette ed eletti di dedicarsi con impegno alla stesura e al voto dei provvedimenti legislativi. Sebbene, a causa di lobbismo, corruzione, conflitto di interessi e clientelismo, la pratica risulti spesso diversa dalla teoria il modello rappresentativo pare l’unica forma di governo democratico (ancora) funzionante. Un’alternativa potrebbe essere una forma di democrazia diretta che tuttavia richiederebbe un lungo processo di riscrittura delle regole del processo democratico nonché di informazione e istruzione di cittadini/e sempre nel rispetto di un sistema di valori condiviso, la carta costituzionale.

Sosteniamo la tesi che dall’arte molte persone si aspettino l’immediatezza insita della comunicazione commerciale, per cui fenomeni e contenuti artistici, ma anche argomenti politici, devono essere comunicati (impacchettati) in modo da essere compresi dall’audience di turno senza fatica. Ma è realmente possibile affrontare tematiche complesse quali i problemi legati al funzionamento di una democrazia o l’espressione e l’analisi artistica in modo così immediato? Qui il paragone tra l’atteggiamento di molti nei confronti dell’arte contemporanea e l’impazienza, la ricerca di soluzioni facili da parte di chi condivide e promuove idee populiste.

In conclusione una considerazione etica. Alcuni artisti sono strapagati e questo pare suscitare le ire di molte persone. Sull’opportunità di strapagare gli artisti e sul valore dell’opera d’arte si può dibattere a lungo (ed è già stato fatto), tuttavia ciò varrebbe anche per tutte le professioni in cui gli interessanti guadagnano cento o più volte quello che il cittadino medio guadagna in un mese, discorso che vale per banchieri, calciatori, pop star, attori, personaggi televisivi.

Opporsi a semplificazioni e populismo costa fatica, ricerca, lavoro, ma pare l’unica soluzione per tornare ai fatti, o almeno avvicinarvisi, rispetto al farsi coinvolgere da idee e sentimenti, da pulsioni momentanee.