Wirtschaft | Povertà

Quando la povertà parla tedesco

Sono sudtirolesi e hanno un lavoro, ma per mangiare devono rivolgersi alle associazioni di volontariato. Monika Habicher di "Schlanderser Tafel", ci racconta la povertà della porta accanto.

Quando pensiamo alla povertà ci immaginiamo il "senzatetto" che dorme sulla panchina circondato da logori zaini e lattine di birra sempre troppo vuote o l'immigrato che sopravvive con la sua numerosa famiglia in un sottoscala di periferia. Qualcuno, forse addirittura qualcosa, che sta ai margini e che vive in un mondo intriso da valori diversi dai nostri. E' un'immagine che in fondo è rassicurante: "Io sono molto diverso da loro", ma che non corrisponde alla realtà.

Perché, come ci racconta Monika Habicher di "Schlanderser Tafel" di Silandro, la miseria riguarda anche il nostro vicino di casa e quella coppia con quei bambini così simpatici a cui sorridiamo ogni mattina: "La nostra associazione si occupa di distribuire alimentari a famiglie bisognose, aiutiamo circa 160 persone, una cinquantina di famiglie, per la metà sono stranieri - noi non facciamo distinzioni rispetto a nazionalità e religione - ma il resto è composto da sudtirolesi che si trovano ad affrontare momenti particolarmente difficili: una separazione, una malattia, un ritardo nei pagamenti degli stipendi".

Basta pochissimo per perché le sicurezze si mostrino inconsistenti

Persone che hanno una famiglia, una casa e persino un lavoro, ovvero quello a cui aspirano più o meno tutti per vivere una vita serena, ma basta pochissimo perché queste sicurezze mostrino tutta la loro inconsistenza. "Dalle nostre parti, la divisione della coppia è uno dei motivi più frequenti che spinge le persone nell'indigenza. Le famiglie con i figli, in buona parte, sono composte da un padre che lavora e da una madre che fa un part-time o che resta a casa ad occuparsi della famiglia. In caso di separazione il marito deve trovarsi una nuova casa, e visti i costi degli affitti non gli resta molto da dare alla famiglia. La donna deve quindi cercarsi un lavoro il che significa, in gran parte della Val Venosta, avere anche un'automobile per gli spostamenti".

Questo comporta un moltiplicarsi di tutte le spese, per le case (che sono raddoppiate) per le auto (idem) e le bollette (come sopra). Rimane, quindi pochissimo denaro per la spesa alimentare e in questo caso interviene "Schlanderser Tafel". Ma, come spiega Monika: "questa è solo una delle tipologie di nuove povertà. Altre volte basta una malattia a sconvolgere il rapporto ed il bilancio famigliare. Spesso, se si ammala uno dei partner, soprattutto il marito, il crollo è immediato perché viene a mancare l'entrata economica principale".

Sono spesso le malattie a travolgere tutto

Ma ci sono i casi che Monika sembra fare più fatica a descrivere, quelli che le incrinano la voce: "Sono le malattie dei bambini, a volte gravi, che travolgono tutto. Perché un figlio ricoverato in ospedale ha bisogno di assistenza e quindi uno dei due genitori necessariamente deve smettere di lavorare. Se poi viene ricoverato a Innsbruck per lunghi periodi, il genitore non può andare avanti e indietro tutti i giorni e occorre pagarsi una sistemazione là, poi ci sono le spese mediche. Molte sono gratuite, ma chi, se non vede risultati soddisfacenti non paga per cure ulteriori anche se costose? Ma non è tutto, perché i problemi finiscono per travolgere anche il rapporto di coppia e in caso di separazione non bastiamo più nemmeno noi, servono aiuti economici".

Su tutto questo è intervenuta la tanto citata crisi: "Chi ne paga i costi è soprattutto l'ultimo anello della catena - spiega Monika - . Qui i rapporti tra datori di lavoro e dipendente sono spesso di amicizia e si prolungano per anni, ma ora diversi imprenditori faticano ad essere pagati e quindi ritardano il versamento degli stipendi. Lo fanno a malincuore, magari per salvare l'azienda ma il lavoratore, se fra mutui e affitti era già al limite, non può aspettare troppo e quindi, capita che saltuariamente si rivolgano a noi. Se poi l'azienda chiude si cercano un altro lavoro, qui il problema principale non è l'occupazione, anzi, se dovessi indicarne uno direi la casa".

Pensionati e anziani non chiedono facilmente aiuto

Il che non vuol dire che manchino le abitazioni ma che costano troppo che si mangiano una parte troppo importante del reddito, i mutui impegnano cifre importanti per moltissimi anni e nessuno garantisce il lavoratore dagli imprevisti di cui sopra.

Infine ci sono i pensionati, gli anziani, i più orgogliosi, quelli che piuttosto che chiedere aiuto stringono la cinghia all'inverosimile perché hanno sempre vissuto della loro fatica. "Solitamente possono contare sull'aiuto dei figli o della famiglia, ma se restano soli e devono vivere con una pensione, spesso di poche centinaia di euro, non ce la fanno. Spesso siamo noi a doverli andare a cercare, loro raramente si azzardano chiedere un sostegno. A questo proposito mi permetta di dire una cosa, aver letto le cifre con cui vanno in pensione i nostri politici ci fa davvero male al cuore e soprattutto ci provoca un forte mal di pancia".

 

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Michael Bockhorni Sa., 01.03.2014 - 10:46

schrieb ein leserbriefschreiber letztens in der fff, seien in südtirol nicht mehr finanzierbar. dieser vielgelobte sozialstaat schützt also nicht vor lebensrisken wie trennung, krankheit oder verzögerung der lohnauszahlung?

Sa., 01.03.2014 - 10:46 Permalink