Politik | Voto fuorisede

"Un'opportunità per il futuro"

Alle prossime elezioni europee potranno votare anche gli studenti fuorisede. Per Matthias Cologna (Team K) si tratta di un primo passo verso un'estensione più organica del voto
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Foto: Unsplash
  • Finalmente alle prossime elezioni europee potranno votare anche gli studenti fuorisede. Il 22 febbraio la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato l’emendamento che apre al voto fuorisede per gli studenti che si trovano in un comune diverso da quello di residenza da almeno tre mesi. Finalmente, dopo anni di battaglie, gli universitari potranno accedere ai seggi del luogo nel quale studiano, ma la decisione del Senato presenta diverse criticità, a partire dal complicato meccanismo legato alle circoscrizioni: a votare nel posto di studio, infatti, saranno solamente gli studenti la cui Università si trova nella stessa circoscrizione del loro comune di residenza, mentre, nel caso contrario, gli studenti dovranno recarsi nel comune capoluogo della Regione dove si trova il loro domicilio. Se, per esempio, uno studente altoatesino si trova a Verona per motivi di studio potrà votare nella città in cui è domiciliato, poiché entrambi i territori si trovano nella circoscrizione Nord-est, ma se si dovesse trovare a studiare a Lucca, dovrebbe recarsi a Firenze, il tutto dopo aver fatto richiesta per il voto fuorisede al proprio comune di residenza almeno 35 giorni prima delle elezioni europee, che si svolgeranno il prossimo 8 e 9 giugno. 

    Si tratta comunque di un piccolo passo avanti, propedeutico ad una riforma del metodo di voto

    L’emendamento, però, nulla dice sulle elezioni amministrative e gli studenti che decideranno di votare anche per il proprio comune dovranno comunque recarsi nel luogo di residenza o rinunciare al voto comunale ed esprimere la propria preferenza solamente alle elezioni europee. Inoltre, nonostante tale meccanismo ammetta al voto circa 600 mila studenti, non consente la stessa possibilità per coloro che si trovano ad avere un domicilio diverso dalla residenza per motivi di lavoro o di cura, tagliando fuori circa 4,3 milioni di persone. L’emendamento, infine, contiene una deroga che agisce solamente per le prossime elezioni europee, mentre per le future consultazioni il Parlamento dovrà trovare altre formule o approvare una legge più organica. Si tratta comunque di un piccolo passo avanti, propedeutico ad una riforma del metodo di voto: è quanto si augura anche Matthias Cologna, consigliere comunale a Bolzano, capogruppo di Team K e promotore della campagna Voto dove vivo. 

  • "Anche se meno ampio di quanto sperato, l’emendamento è importante soprattutto per la fase di sperimentazione burocratica che introduce". Foto: Comune di Bolzano

    SALTO: Consigliere Cologna, la decisione del Senato è arrivata dopo lunghe manifestazioni per il diritto di voto dei fuorisede…

    Matthias Cologna: Si tratta di una buona notizia. Anche se meno ampio di quanto sperato, l’emendamento è importante soprattutto per la fase di sperimentazione burocratica che introduce. Le amministrazioni dovranno testare una procedura nuova per permettere agli studenti di votare e questo può aprire la strada per un futuro che possa includere anche le altre categorie. 

    Categorie, come fuorisede per lavoro o per motivi di cura, che ad oggi restano escluse? 

    Non c’è stata l’estensione sperata e la nostra battaglia va avanti, continuiamo a lottare per una riforma completa delle procedure elettorali. Un esempio è il disegno di legge presentato dalla deputata del PD ed ex ministra Marianna Madia.  

  • "Non c’è stata l’estensione sperata e la nostra battaglia va avanti." Foto: Votodovevivo

    Si potrebbero ricomprendere varie forme di voto, come avviene in altri paesi?

    Le proposte indicano come possibili soluzioni il voto online o il voto per posta, ma verso il primo rimane una certa resistenza. Nel caso del voto postale abbiamo riscontrato una maggiore apertura, resta, però, nel caso di elezioni con ballottaggio, il problema dei tempi stretti per approntare un meccanismo celere ed efficace anche per il secondo turno. Si dovrebbe riflettere sulle opportunità di un sistema misto, posta-online. 

    La questione è sentita anche in Alto Adige?

    In consiglio comunale a Bolzano è già stata approvata una mozione sul tema. A livello provinciale il nodo rimane proprio sulla questione del doppio turno, ma abbiamo notato che soprattutto tra i giovani dei vari partiti l’interesse è trasversale ed è volto a superare anche la diffidenza verso il voto online. Il nostro lavoro per la campagna voto dove vivo è tutt’altro che finito. 

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Alessandro Stenico Fr., 01.03.2024 - 21:13

Un pasticcio questo emendamento al decreto elettorale per far sì che l'8 e il 9 giugno gli studenti che seguono l'Università in una città diversa dal luogo di residenza possano andare alle urne dove vivono, provvedimento che porterà pochi frutti. Per paura di possibili brogli non si è mai preso in seria considerazione il voto postale o quello elettronico, è un peccato, incomprensibile dai nostri vicini austriaci, tedeschi o svizzeri, che lo praticano già da almeno un decennio.

Ma cosa contiene inoltre questo decreto di interessante: sabato si potrà votare dalle 15.00 alle 23.00 e domenica dalle 07.00 alle 23.00.... non siamo in Iran dove le urne rimangono aperte per alcuni giorni e neppure in Austria dove ogni comune può decidere di anticipare la chiusura prima delle 17.00 e dove potranno votare anche i sedicenni, ma non vi sembra esagerata questa apertura, chi vuoi che vado a votare dopo le 19.00 ??

Fr., 01.03.2024 - 21:13 Permalink