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“Per noi abitanti nessun vantaggio”

Perchè rinunciare a un territorio di pregio per i profitti di un privato? I dubbi sul maxi progetto di lusso dell'albergatore meranese Alex Meister sulle Dolomiti venete.
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Foto: Privat

“Queste montagne sono bellissime. Non dovrebbero essere viste gratis”. A risuonare nella sala consiliare di Auronzo, a pochi passi da Cortina d’Ampezzo, è la voce dell’imprenditore sudtirolese ed ex presidente dell’Azienda di soggiorno di Merano Alex Meister. Alcuni giorni fa, il proprietario dell’hotel extra lusso San Luis di Avelengo e dello storico Hotel Irma nella città del Passirio si è presentato ufficialmente alla popolazione locale del piccolo paesino del Veneto, dove ormai può essere considerato di casa, se non altro per il quantitativo di proprietà possedute. Ingente è stata infatti la campagna acquisti messa in campo negli ultimi anni. Si tratta soprattutto di ampie porzioni di territorio forestale e pascolivo per un totale di circa 100 mila metri quadri, oltre che all’hotel Cristallo della frazione di Federavecchia. Il progetto alberghiero che la famiglia Meister intende costruire su quel terreno incontaminato è ben noto, sia per l’incontenibile quantità di depliant distribuiti nel paese sia perché, nel 2021 la Sopraintendenza del Veneto ha respinto parte del progetto presentato a causa delle importanti ripercussioni che avrebbe avuto sul territorio, in contrasto con i vincoli paesaggistici della Regione, oggi rivisti. 

 

Si tratta di un albergo che andrebbe a insediarsi su una zona incontaminata a oltre 1600 metri di altitudine, di grande pregio ecosistemico e paesaggistico, caratterizzata dalla presenza di torbiere e da una ricchissima biodiversità vegetale, con boschi di faggi, betulle, abete rosso, pino silvestre, mughetti, il tutto nella splendida cornice dolomitica del gruppo dei Cadini di Misurina, del Sorapis, del  Cristallo, delle Marmarole con un’emozionante vista  sulla val d’Ansiei.

E se tale bellezza dovesse avere un prezzo è proprio l’imprenditore a stabilirne l’importo: “Questo progetto è stato pensato per una clientela capace di spendere almeno 550 euro a persona per notte, per un minimo obbligatorio di tre notti a soggiorno”, ha rivelato Meister durante l’assemblea cittadina.

 

“Ho scelto questo territorio perché mi sono innamorato di questi paesaggi. In Alto Adige stiamo cercando di mettere un freno perché ormai ci sono troppe strutture di grandi dimensioni, tutte uguali tra loro e che stanno gradualmente perdendo di attrattività.  Ma i turisti ora pagano l’esperienza, per questo dobbiamo costruire in modo diverso, puntare su un turismo emozionale. Questo luogo è il posto giusto per farlo”.  

 

Il villaggio-albergo dovrebbe avere la capacità di ospitare fino a 142 clienti in 38 alloggi separati, tra chalet esclusivi e simulazioni di case sull’albero sviluppate su due piani, con stanze da letto e spa personale e misure oscillanti dagli 80 ai 130 metri quadri ciascuno. All’interno del corpo principale vengono previsti un ristorante, un bar, una palestra, una sala relax, una piscina coperta e diverse saune, assieme a tutti i servizi collegati. Un interrogativo non risolto e affrontato in maniera molto evasiva durante la presentazione del progetto è il previsto insediamento della struttura sul terreno delle Regole, nate con lo scopo di salvaguardare la conservazione del patrimonio antico, per sua natura inalienabile e inusucapibile e di conseguenza non convertibile in area edificabile. Nelle osservazioni preliminari di Mountain Wilderness Italia inoltrate alla Sopraintendenza e al Ministero del Turismo e dei Beni Culturali si sottolinea che “è necessaria una verifica puntuale nel profilo legislativo delle reali proprietà acquisite dalla famiglia  Meister,  affrontando  il  tutto  con  uno  studio  storico  che  evidenzi  chi  ha  venduto,  sulla  base  di quale  documentazione  accertata,  anche  per  non  cadere  in  situazioni  di  possibile  illegalità  nel  caso che  determinate  proprietà  risultino  accatastate  alle  Regole  o  entità  collettive  similari.  La  proprietà effettiva è rilevabile dall’analisi di Conservatoria. Va verificato in via preventiva se vi siano documenti che comprovano effettive concessioni a privati, avendo presente che si tratta di storia antecedente all’impianto meccanografico del 01.04.1976. Vi è certezza che i territori della partita 402 siano di origine regoliera. [...] E’ evidente che in assenza di queste puntuali e complesse verifiche ogni procedimento autorizzatorio risulti perlomeno avventato, sicuramente illegittimo”.

 

Dopo la rinuncia al garage sotterraneo a causa del giudizio negativo della commissione, come ricordato da Meister stesso, è stato deciso che i clienti verranno trasportati con un apposito servizio navetta che partirà dai parcheggi che verranno realizzati a valle sui terreni già acquistati che verranno asfaltati per essere trasformati in ulteriori posteggi a pagamento.

Allo stato attuale, gli unici collegamenti presenti sono un sentiero escursionistico e una strada boschiva piuttosto ripida, difficilmente percorribile in inverno, che si snoda tra la rigogliosa vegetazione e collega la località di Collalto con la splendida Malga Marai: “La nostra idea è chiudere quella strada e costruire un tratto nuovo. La richiesta iniziale era quella di asfaltarla ma ci è stata rifiutata quindi sarà una strada bianca”, ha sottolineato l’imprenditore.  Il nuovo collegamento dovrà essere lungo circa 1270 metri per una larghezza di ben 4 metri. Al di sotto, dovranno passare gli allacciamenti necessari, dall’acqua alla fibra.

 

Il costo finale previsto si aggira sui 38 milioni di euro. “Ho la copertura economica”, ha assicurato Meister dicendo che se qualcosa dovesse andare storto verranno spostati gli investimenti previsti a Cortina d’Ampezzo. 
In cambio, agli auronzani vengono promessi circa 60 posti di lavoro.

 

Una comunità divisa

 

“Si tratterebbe del più grande intervento che Auronzo ricordi. Noi vogliamo progredire e guardare al futuro, dobbiamo fare un cambio di passo. Abbiamo un paese spento che continua a perdere attività e non ha la forza e la volontà di agire. Una forza che invece troviamo nei rapporti con la famiglia Meister”. Per il sindaco di Auronzo  Dario Vecellio Galeno non ci sono dubbi: se c’è qualcuno che può risollevare le sorti del paese è proprio Alex, che chiama amichevolmente per nome, sottolineando che l’amministrazione comunale “si sta impegnando su tutti i fronti”. 

 

Plaudono anche alcuni gestori di attività recettive, così come parte dei residenti, speranzosi che un progetto importante come quello dell’albergatore di Avelengo possa aprire la strada a una modifica al Piano Regolatore e facilitare lavori di ampliamento anche in paese. Altri esponenti della categoria si sono dimostrati più scettici: “Potranno esserci persone che decideranno di dormire nel vostro bell’hotel ma poi andranno a sciare a Cortina o in Val Badia. – ammoniva una donna in sala –. Noi non possiamo permetterci di chiedere nemmeno 200 euro a notte, sarà difficile pensare che quell’albergo possa dare una vera spinta al nostro turismo e avere una ricaduta effettiva sul nostro territorio”.

La maggior parte della nostra gente non è più legata al proprio territorio non lo considera come parte integrante della propria vita, un bene comune, altrimenti perché venderlo per così pochi soldi?

A preoccupare la residente nonché regoliera Maria Rosa Larese, che già aveva incontrato Meister per esprimere i propri timori, è l’impatto ambientale del progetto, presentato come sostenibile per via dell’ampio utilizzo del legno, ma che in realtà prevede un massiccio depauperamento di suolo e di risorse naturali. Basti pensare che in periodo storico dove le conseguenze della siccità si fanno sempre più allarmanti, i progettisti stimano il consumo giornaliero di 250 litri di acqua per ospite. “La maggior parte della nostra gente non è più legata al proprio territorio non lo considera come parte integrante della propria vita, un bene comune, altrimenti perché venderlo per così pochi soldi? – è la domanda che si posta –. La crisi che sta investendo il mondo intero dovrebbe farci riflettere: il collasso climatico ci ha portato sull’orlo del baratro: possiamo pensare di risolvere i nostri problemi di paese, dello spopolamento in primis, costruendo un villaggio? Presto, nel 2026, tempo di Olimpiadi Invernali, vivremmo un tracollo di popolazione: già ora i nostri negozi chiudono le scuole sono in difficoltà per la mancanza di bambini, mancano i servizi essenziali per continuare a vivere in montagna. Possono quindi 38 casette edificate su un terreno vergine e un lago di circa un ettaro in estensione che-detto per inciso-starebbe bene a Marghera, non in una torbiera intatta e piena di vita, cambiare questo stato di cose?”

 

 

“Lei ha fatto vedere le problematiche ma non ha mostrato alcuna soluzione. Fermarsi e smettere di investire non è possibile”, ha replicato secco Meister. 

Tra la popolazione serpeggia anche il pericolo della speculazione edilizia, sulla triste scia della vicina Cortina: “Voi dite che venite qui per combattere il nostro spopolamento ma io a Babbo Natale ho smesso di credere da bambino – ha commentato duramente un altro cittadino –. Voi state semplicemente facendo un’operazione economica da cui pensate di ricavare utili molto importanti. Continuate a presentare il tutto come un investimento di famiglia, ma lo fate attraverso una società che può essere venduta da un momento all’altro. Quello che ci state chiedendo è di rinunciare a un territorio bellissimo nel nome del vostro guadagno”. 

“Certo che noi investiamo – ha ribadito Meister –. Ma siamo una famiglia stimata ed è necessaria un po’ di fiducia reciproca”.

 

Quale direzione?

 

Il 16 marzo, il giorno successivo l’assemblea cittadina, la Giunta Municipale, emana una delibera includendo numerose valutazioni positive sulla proposta di “Accordo di Programma” presentato dalla famiglia Meister. Le motivazioni dell’imprenditore sarebbero “pienamente rispondenti al   perseguimento degli interessi pubblici cui il Comune è preposto” e “dichiarando il rilevante  interesse pubblico avuto riguardo all’intervento turistico/ricettivo proposto dall Meister S.r.l. in località Collalto”. 

Ancora assenti le motivazioni che giustificherebbero la trasformazione di un’area boschiva destinata a zona verde, prevista dal PRG, con un prezzo sul mercato del tutto trascurabile a un’area  edificabile di valore centinaia di volte maggiore, considerando l’ubicazione strategica nel cuore delle Dolomiti.

“La corsa all’oro” degli imprenditori sudtirolesi (e in parte friulani) che sta avendo luogo nelle Dolomiti venete è sempre più invasiva, come dimostrano gli imponenti investimenti dei Senfter sul Comelico

La svendita del patrimonio immobiliare dei decenni scorsi ha arrestato lo sviluppo delle comunità dolomitiche del bellunese, svuotando sempre più i paesi ma preservando, al contempo, parte del paesaggio dalle grandi infrastrutture turistiche: nel solo comune di Auronzo, abitato da 3000 persone esistono 2500 seconde case e 4000 appartamenti, a fronte di sole 1500 case di proprietà dei residenti.

Quella maschera di gentilezza che nasconde in realtà una grandissima prepotenza

“Quello che mi ha dato fastidio dell’esposizione di Meister è quella maschera di gentilezza che nasconde in realtà una grandissima prepotenza – ha detto Larese a salto.bz –. L'esempio più eclatante è stata la tranquillità con cui proponeva di chiudere una strada percorribile da tutti, come se fosse già tutto di sua proprietà. Per convincere del suo progetto ha invitato diverse persone a visitare il San Luis di Avelengo ma nessuno dice che tutta quell’area di bosco è accessibile solo a chi possiede un pass. Da questa operazione non ci sarà alcun vantaggio per noi. I 60 posti di lavoro previsti sono una sciocchezza di fronte alla cronica mancanza di mano d'opera che investe ogni settore lavorativo del bellunese. L’unica soluzione è rivitalizzare il paese. Il turismo – conclude la regoliera – è una mono-economia che non paga. Dovremmo al contrario mirare all’integrazione fra le varie attività, a partire da quelle agricole”.

 

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Günther Alois … Di., 28.03.2023 - 07:47

So etwas inmitten der Natur zu genehmigen wäre eine nichtwiedergutzumachende Katastrophe.Würde nur der persönlichen Bereicherung der Familie Meister zu Gute kommen.

Di., 28.03.2023 - 07:47 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Di., 28.03.2023 - 08:14

"In Alto Adige stiamo cercando di mettere un freno perché ormai ci sono troppe strutture di grandi dimensioni, tutte uguali tra loro e che stanno gradualmente perdendo di attrattività."
Ich übersetze mal frei: "Bei uns in Südtirol gibt es zuviele, die gegen solche Grossprojekte sind, alles Kleingeister, die nicht verstehen, was wir alles Gutes leisten. Und die Konkurrenz wird auch langsam anstrengend."
Und jetzt zieht die Familie Meister einfach ein paar Täler weiter, weil sich der Herr in diese Gegend verliebt hat.
Herr Meister, geniessen Sie doch einfach diese "paesaggi", ohne aus Profitgier zu zerstören, was Sie anscheinend so lieben.

Di., 28.03.2023 - 08:14 Permalink
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kurt duschek Di., 28.03.2023 - 10:28

....leidet geht hier "Geld & Gier" Händchen haltendA htung Ironie!) in einer noch unberührten Natur ganz unschuldig spazieren!
Gegen diese
"Unersättlichkeit" ist kein Kraut gewachsen. Hilfe und Heilung kann nur eine Portion einfache gestrickter Hausverstand bringen.
Ich kann nur mit Bedauern feststellen: "Gier frisst Hausverstand einer renomierten Mera er Unternehmerfamilie!"

Di., 28.03.2023 - 10:28 Permalink
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Martin Ancient Do., 30.03.2023 - 23:24

Was will man da noch dazu sagen? Als ob dieses San Luis nicht schon genug wäre. Bereits dort hat sich so mancher Anrainer und Nicht-Anrainer gefragt, wie sowas überhaupt möglich/genehmigbar war. Jede Glaubwürdigkeit hat die Familie verloren, als der Senior bald nach der Eröffnung meinte, jetzt sei es für Südtirol aber genug. Wenn man seine Schäfchen im Trocknen hat …

Do., 30.03.2023 - 23:24 Permalink