Politik | Countdown

“Non voglio un salto nel buio”

L’architetto Luigi Scolari, alfiere di “Città nostra”, spiega perché voterà No al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.
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Foto: Salto.bz

“Il mio sarà un voto per il No. Credo che i padri costituenti avessero un concetto di democrazia più attento, più sensibile e soprattutto più tutelante, poi naturalmente nessuno nega che nell’arco del tempo la società sia cambiata. Il testo è confuso e meriterebbe un’analisi approfondita, probabilmente bisognerebbe essere un costituzionalista per prendere una decisione veramente chiara in merito. Tutta una serie di questioni vengono compattate in un unico quesito, questioni che andrebbero trattate altrove e quindi già non convince questo approccio da legge omnibus. Altra questione che mi trova scettico è il fatto che alcuni sindaci dovranno rappresentarci nel nuovo Senato, e credo che questi debbano piuttosto pensare a svolgere il loro lavoro nelle città.

"In Italia manca una vera educazione civica, non abbiamo una conoscenza approfondita della Costituzione."

Il testo della riforma introduce, inoltre, l’aumento del numero delle firme necessarie per proporre una legge di iniziativa popolare e da fervente sostenitore della democrazia partecipata questo non può certamente trovarmi d’accordo. La riforma prevede un modello centralistico che indebolirebbe di fatto il processo democratico, capisco e condivido perciò le paure dei detrattori, preferisco che le cose rimangano come sono piuttosto che tentare un salto nel buio. In Italia manca una vera educazione civica, non abbiamo una conoscenza approfondita della Costituzione. Ci caricano di una grossa responsabilità con questa decisione, ma il problema è che se il popolo non è informato a dovere decide con la pancia, e dunque il governo, piuttosto che fare spot per il Sì, dovrebbe dare ai cittadini strumenti chiari per farsi un’opinione”.