Politik | Countdown

“Rischiamo l’immobilismo”

Rudy Favretto, presidente del Neruda Volley, spiega le ragioni del suo Sì al referendum costituzionale.
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Foto: Facebook/Favretto

“Sicuramente non è una riforma perfetta, ma per quanto possa essere indigesta, l’Italia ha comunque bisogno di una svolta. Per me, quindi, non c’è alternativa al Sì. Quello della controparte è un No fortemente politico, i detrattori infatti utilizzano ragioni strumentali animate dall’intento di ‘abbattere’ Renzi. Lo stesso D’Alema sembra voler votare No solo per una sorta di vendetta contro il governo e quindi per andare a nuove elezioni. Faccio l’immobiliarista e combatto da vent’anni contro la burocrazia dello Stato, che è eccessiva e porta gravi danni anche alla mia azienda e a questo la riforma potrebbe porre rimedio. È estremamente difficile lavorare nei vari Comuni, sommersi come sono da un fiume di scartoffie, con il risultato che le incombenze finiscono sulle spalle degli imprenditori, i quali devono barcamenarsi fra migliaia di documenti e accollarsi spese elevate, potendo quindi contare su ben poche certezze. Ogni ufficio ragiona in maniera a se stante e quindi non diventa solo complicato lavorare e investire ma anche credere in questo paese.

"Sono nauseato dal sistema burocratico italiano, che è addirittura andato peggiorando negli ultimi 5-10 anni."

Sono sul campo tutti i giorni, mi capita di parlare con il giovane, con il più anziano, con il professionista e con l’operaio e c’è davvero molta confusione in giro riguardo questo referendum. Certo i numeri fanno paura, perché se il Movimento 5 Stelle, il centrodestra e la sinistra più radicale voteranno compatti per il No, allora il rischio che vinca il No c'è, mi auguro che alcuni di loro si ‘ravvedano’ e dimostrino la volontà di capire che questa, tutto sommato, è una buona riforma che, fra le altre cose, punta ad alleggerire l’iter delle leggi. E se si arriva a una sburocratizzazione dello Stato allora questo sarebbe un ottimo risultato. Devo dire che sono nauseato dal sistema burocratico italiano che è addirittura andato peggiorando negli ultimi 5-10 anni. Mi rendo conto che è un’impresa difficile ma la voglia di cambiare finalmente questo paese c’è. Al contrario, se vince il No, sono sicuro che rimarremo fermi altri vent’anni”.