Chronik | Sicurezza

Daspo urbano fuori dalla stazione

Forte polemica a Trento tra il sindaco Andreatta, il questore che vuole recintare piazza Dante e il governatore Rossi.
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Foto: L'Adige

Mentre Bolzano si appresta a fronteggiare con una certa apprensione il gazebo di Forza Nuova contro lo ‘Ius soli’ previsto per la mattina di sabato 1 luglio nel parco della Stazione e fortemente avversato da ANPI e non solo, a Trento si alza la temperatura dello scontro in merito alle misure volte ad affrontare il degrado e la microcriminalità nel centro storico

In particolare oggi sul quotidiano l’Adige in apertura e nelle pagine interne viene dato grande spazio al botta e risposta, in corso da giorni. Con il sindaco di Trento Alessandro Andreatta oggi intento a chiedere al presidente della Provincia Ugo Rossi di “non giocare alla scaricabarile”, invitandolo a “cooperare per trovare le soluzioni migliori”. 

Andreatta in questi giorni si è trovato a fronteggiare da una parte la posizione del questore Massimo D’Ambrosio, favorevole alla chiusura con una cancellata di piazza Dante (e il parco di fronte alla stazione) e dall’altra le aspre critiche giunte da parte del governatore Ugo Rossi in merito ai ritardi nel rendere operativi i ‘vigili urbani specializzati’ istituiti nei mesi scorsi proprio per far fronte alla crisi.

Il sindaco ha colto l’occasione per spiegare che l’operatività della ‘squadra anti degrado’ è legata ad una modifica del regolamento di polizia urbana che contenga l’indicazione dei luoghi dove prossimamente sarà possibile applicare ilDaspo urbano’, recententemente disposto dal ministro dell’Interno Minniti. Precisando che l’elenco dei luoghi sensibili (tra cui ci saranno senz’altro piazza Dante e piazza Santa Maria) sarà stilato nella giornata odierna nel corso di un apposito incontro in prefettura, per poi essere inserito in un'apposita delibera che sarà approvata dal Consiglio Comunale di Trento entro fine luglio
Il Daspo urbano consentirà al sindaco di Trento di espellere dai luoghi sensibili i soggetti macchiatisi di comportamenti ‘non urbani’ per un tempo massimo di 48 ore, mentre per allontanamenti di più lunga durata continuerà ad essere competente il questore.  

Solitamente mite nelle sue esternazioni, il sindaco di Trento Andreatta ha anche manifestato tutta la sua amarezza per l’attacco ricevuto a mezzo stampa da parte del governatore Rossi. Rivendicando "rispetto e pari dignità istituzionale rispetto al presidente della Provincia” ed osservando inoltre che risulta "particolarmente curioso l’attacco da parte di chi è alla guida di una coalizione che ha le stesse caratteristiche di quella attiva in comune”.
Andreatta si è anche difeso in merito all’operatività della squadra anti-degrado affermando che al momento sono attivi 11 addetti su 12, anche se qualcuno di essi è ancora in fase di formazione. E ringraziando comunque la Provincia per aver finanziato l’operazione con un contributo di 900mila euro.  

La fibrillazione politica intanto si è estesa a livello di coalizione, sia in Comune che di Provincia. 
Con il capogruppo UPT che è arrivato a chiedere l’intervento dell’esercito come la Lega, minacciando la crisi e osservando che il Daspo avrebbe potuto essere già applicato anche senza la modifica del regolamento della polizia municipale (“così come hanno già fatto altri Comuni governati dalla sinistra come Bergamo, Firenze e Vicenza”). 
UPT si è detta anche possibilista sull’opportunità di recintare piazza Dante, mentre il segretario provinciale del PD GIlmozzi è arrivato a criticare il questore, accusandolo di non aver applicato i contenuti di una mozione approvata a suo tempo dal Consiglio Comunale in termini di prevenzione ed elaborata dal gruppo di lavoro per la sicurezza e la vivibilità nel centro storico. Osservando che Massimo D’Ambrosio avrebbe ordinato “solo controlli sporadici dopo gli episodi più gravi”.