Gesellschaft | Bacani

Pomopoly, dall'Anaunia con furore

Un gioco da tavolo che critica la melicoltura intensiva, scherzando sui luoghi comuni e le abitudini dei nonesi
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Pomopoly 3
Foto: Medienfriz

Mi son el pù bacàn. Tradotto "io sono il contadino più facoltoso". Dalla mente creativa di Oscar De Bertoldi aka Felix Lalù e l'amico Roberto Endrizzi è nato Pomopoly, un Monopoli noneso che fa ridere e fa pensare. Edizione limitata, ma l'idea ci sta e si paga, no ghè da sparagnar (ecco il verbo sparen cosa ci ha lasciato in eredità...). 75 vagoni. La valuta nonesa per eccellenza, i vagoni. E cinque tagli di vagoni nel gioco: 1, che rappresenta Nadia Battocletti, speranza del mezzofondo italico. 2 per Carlo Piz, cantautore noneso. 5 per Caterina Dominici. 10 per Padre Alex Zanotelli, il noneso più mondialista. 50 per Danila Cattani, vi ho già visto che la state cercando su Instagram. Pomopoly ha anche le probabilità, "zonte" e gli imprevisti, "ostie. Trattorini, cassoni e dadi e via ad acquistare quanti più "pradi" possibile. 

I "pradi" rappresentano i paesi della Val di Non e sono suddivisi in 10 gruppi di colori, con valori che cambiano a seconda di quanto vale la campagna in quei luoghi. Il via è la "Rocchetta", lo snodo stradale a monte di Mezzolombardo. Le caselle azzurrino chiare sono Campodenno-Denno-Sporminore, blu scuro Terres-Flavon-Cunevo, viola scuro Nanno-Pavillo-Tassullo-Rallo, viola chiaro Mechel-Tuenno, verde scuro Tres-Ton-Sfruz-Vervò, giallo Sanzeno-Taio-Coredo, arancio Revò Romallo-Cagnò, rosso Brez-Castelfondo-Cloz; verde chiaro Malgolo-Romeno-Dambel, rosso chiaro Livo-Bresimo-Cis. Le caselline azzurre rappresentano le "ostie", quelle arancioni le "zonte". Poi altre caselle speciali: a Rumo, Salter e Sfruz si possono prendere gratuitamente i campi di patate. A San Romedio ci si ferma un giro a pregare. Poi sulla casella Don-Amblar si ritira. Sulla casella Apt bisogna dire una cosa bella della Val di Non, poi c'è il ponte di Mostizzolo, collegamento con la Val di Sole, dove fa freddo ma non succede niente. Infine l'incubo per il melicoltore noneso, il mare. Dover andare al mare sembra una tortura per chi ha da fare in campagna. Il mare è la cosiddetta "prigione" del gioco di Pomopoly, si esce solo dopo un turno pagando due vagoni e ripartendo dalla Deutschnonsberg in direzione Castelfondo. 

Lo scopo del gioco, pensato per un numero fra 2 e 4 di giocatori, è quello di posizionare almeno 12-15-18 cassoni su altrettante proprietà. I campi di patate sono gratis ma si devono offrire dei tortiei di patate (2 vagoni) ai giocatori che passano sulla casella. Ma il gioco finisce anche quando si riesce a far fallire un giocatore. E questo porta al sadismo della roncola selvaggia e delle aste al rialzo. Da tabellone il gioco dovrebbe durare 1 ora e mezza, ma nell'esperienza può andare per le lunghe. Anche se ne vale la pena, perchè il gioco ha una buona meccanica e degli alti e bassi che fanno sì che si possa sempre sperare di rimanere in gioco, aggrappati all'ultimo terreno. 

La Gesellschaftskritik del gioco c'è soprattutto nelle carte speciali. Gli imprevisti, che diventano maledizioni e le zonte che divengono grandi opportunità. Passando attraverso l'uso intensivo di fitofarmaci, la voglia di grandezza acquistando il Fendt più grosso, i contributi a pioggia della Provincia, il deposito abusivo realizzato in campagna. Just be bacan!