Gesellschaft | Vaccinazioni

In tedesco nessun vaccino

Sedici paesi europei non adottano programmi obbligatori di vaccinazione. Germania e Austria (nonostante il morbillo) puntano su raccomandazioni e prevenzione.
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Foto: web

Mentre in Italia – così come in Sudtirolo – resta acceso il dibattito sulle vaccinazioni, appena rese obbligatorie per l'accesso all'istruzione scolastica, com'è la situazione nel resto d'Europa? Ebbene: l’Italia è l’unico paese dell'Unione Europea a prevedere l’obbligo per 12 vaccinazioniIn altri sedici Stati europei non esiste il concetto stesso di “obbligatorietà” dei vaccini, ma ci si limita (per ora) a un approccio basato su raccomandazione, prevenzione e informazione. Secondo il quadro di vaccinazione europeo relativo ai programmi vaccinali nazionali, su 30 paesi (i 28 dell'UE più Islanda e Norvegia) 14 hanno almeno una vaccinazione obbligatoria all'interno del proprio programma (Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria) mentre altri 16 non hanno adottato obblighi per alcun vaccino: Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. Nei paesi di lingua tedesca – ovvero Germania, Svizzera e Austria – la legislazione non prevede al momento obblighi di vaccinazione, bensì solo raccomandazioni.

Germania: Präventionsgesetz

Dopo un'epidemia di morbillo scatenatasi tra il 2013 e il 2015, il ministro alla salute tedesco Hermann Gröhe definì gli “anti-vaccinatori” degli “irresponsabili che mettono in pericolo non solo i propri figli, ma tutta la comunità”. Il ministro minacciò l'introduzione dell'obbligo di vaccinazione contro il morbillo – “non più un tabù” – e il congresso della CDU votò una mozione favorevole all'estensione dei vaccini obbligatori. Ma la grande coalizione si limitò ad approvare, nel 2015, una “legge di prevenzione” (Präventionsgesetz) che però non prevede alcun obbligo vaccinale, ma una serie di misure restrittive: dalla verifica di tutti gli esami di routine per bambini, adolescenti e adulti, al diritto legale degli asili di chiedere il parere d'un medico prima di accettare un bambino, all’obbligo per i genitori tedeschi di consultare un pediatra sulle vaccinazioni (Beratung). Molti asili comunali non accettano bambini che non siano almeno vaccinati contro tetano-difterite e polio. I bambini non vaccinati che abbiano contratto il morbillo possono essere esclusi dalla scuola temporaneamente. Inoltre, le autorità sanitarie possono emanare pareri inerenti l’assunzione di dipendenti, in base alle vaccinazioni richieste.

Il ministro alla salute Gröhe - pur avendo criticato la mano dura del governo italiano - ha appena depositato un disegno di legge per multure quei genitori che non consultano i medici sulle vaccinazioni per i propri figli. Secondo il progetto del ministro cristiano-democratico, starà dunque al direttore del nido o della scuola materna (Kindertagesstätte) denunciare alle autorità sanitarie i genitori che sfuggano all’obbligo di Beratung sui vaccini, che restano al momento “consigliati”. Ai genitori renitenti, il ministero infliggerà una multa da 2.500 euro.

Austria e Svizzera

Mentre in Svizzera si fatica ad approvare una legge di prevenzione analoga a quella della Germania, a causa dell’ostruzionismo in Senato di una forte controparte “liberale” (la proposta di legge è stata bocciata nel 2012), in Austria non sono previste vaccinazioni obbligatorie, bensì un piano di vaccinazioni annuale del Ministero della Salute, che raccomanda una serie di somministrazioni gratuite (divise per fasce d’età, come in Italia). L'attuale ministra della salute Pamela Rendi-Wagner – medico infettivologa già a capo del dipartimento ministeriale della salute pubblica – sostiene che il problema più grande sia rappresentato dal morbillo, essendo l'Austria al secondo posto nella classifica dei paesi con tasso di incidenza maggiore della malattia, nonostante la percentuale dei vaccinati sia intorno al 94%.

“L'obbligo a vaccinare in Austria non verrà preso in considerazione. Sarebbe una violazione dei diritti fondamentali, e noi rispettiamo tali diritti come previsto dall’Unione Europea.” – Pamela Rendi-Wagner

Secondo la ministra socialdemocratica, il compito della politica è quello di intraprendere una campagna informativa chiara ed esaustiva sulle vaccinazioni, così che la popolazione possa formarsi un’opinione razionale e basata sui fatti, comprensiva dei rischi reali che i vaccini possono comportare. Rendi-Wagner propone l'obbligo per i direttori di ospedali, asili e scuole di raccomandare le vaccinazioni al proprio personale a contatto con i soggetti più deboli e l’inserimento del rifiuto a vaccinarsi tra le motivazioni di non assunzione per i candidati.

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Antonio Frena Mi., 07.06.2017 - 18:18

In Italia si è costretti all'obbligatorietà proprio perché l'ignoranza trionfa e chiunque si improvvisa medico. Per questo siamo in fondo alle classifiche europee e - senza obbligo - mettiamo a rischio gli altri. Riguardo all'Austria, la ministra mette in risalto proprio il problema principale e cioè quello del morbillo, da cui è nata tutta la polemica. Loro non ce l'hanno obbligatorio e infatti sono bassini nel ranking vaccinale.

Mi., 07.06.2017 - 18:18 Permalink