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The Conjuring - Il caso Enfield

Fra verità e finzione, suggestive ricostruzioni ed esagerazioni Pop il nuovo lavoro di James Wan ha tutte le carte in regola per convincere.
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(Poltergeist britannici pre EU e pre Brexit)

Il film di genere, con i suoi binari stretti e le ferree regole narrative, si basa, come per le ricette culinarie, su precari equilibri fra i suoi ingredienti costitutivi.
Fra i film di genere l'horror è a mio parere quello che meglio rende questo concetto.
“The Conjuring - Il caso Enfield”, pur essendo lontano dall'essere un capolavoro, contiene tutti gli ingredienti di qualità del genere.

Finzione o verità?
Il film è confezionato estremamente bene, a partire dai numerosi collegamenti con una storia realmente accaduta, lasciando lo spettatore nel dubbio e dando alla pellicola un grande margine di credibilità. I geniali titoli di coda si accompagnano con le foto del vero caso Enfield. Anche dei due “detective”del paranormale Ed e Lorraine Warren (un Patrick Wilson in salsa Elvis, e una bellissima Vera Fermiga), come della famiglia Hodgson vittima del Poltergeist, esiste la versione reale che stimola ulteriormente la curiosità dello spettatore quasi fosse un'estensione virtuale della sceneggiatura.

Location e ambientazione.
La periferia di Londra negli anni '70 sono un piatto goloso per scenografi, direttori della fotografia e location manager e, in questo caso, devo ammettere che l'obbiettivo è pienamente raggiunto.

Colpi di scena vs. luoghi comuni.
Anche se definirli colpi di scena è un po' troppo generoso, la trama presenta degli interessanti artifici narrativi che, nonostante i continui momenti di tensione, rendono interessante una vicenda che altrimenti annoierebbe per la sua terribile e noiosa linearità.
Sul versante dei luoghi comuni, senz'altro la tipicità della famiglia Hodgson, che sembra uscire dalle pellicole più politiche di Ken Loach, è un elemento, solitamente non richiesto dal genere, ma che di sicuro contribuisce a dare alla vicenda un'inaspettata ed efficace credibilità, oltre che ispirare chi scrive di cinema ad avventurarsi in funamboliche, a volte odiose, letture sociologiche “di genere”.

Infine, per arrivare ad un vero luogo comune, la fede ultra cattolica dei Warren, quasi Pop per la sua esagerazione, ci riporta ad un annoso dilemma:
il fedele cattolico crede nel bene assoluto e ciò contempla automaticamente l'esistenza del male (il demonio) oppure, laddove c'è il male è contemplata automaticamente anche la presenza di un cattolico?