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Addolciamo il caffè degli sceicchi

Intervista a Fabrizio e Fabio Maretto, cooperativa sociale Dulcit.
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Foto: Legacoopbund

10 persone occupate di cui 6 svantaggiate, 2.500 kg di biscotti sfornati pari a 500.000 biscotti confezionati ogni giorno nei gusti vaniglia, cacao, spezie, e un fatturato che quest’anno si aggirerà intorno ai 700.000 Euro. Sono questi i numeri della Dulcit, cooperativa sociale nata poco più di 10 anni fa da un’intuizione di Fabrizio Maretto che lavorava nel settore della torrefazione in Germania.

Come è nata l’idea di dare vita a un’impresa che produce e distribuisce biscotti confezionati singolarmente?
Fabrizio: In Germania il caffè, è noto, costa molto di più che in Italia, questo è dovuto in parte ad un’antica imposta sul caffè che la Germania riscuote dal 17esimo secolo: inizialmente come dazi doganali e dalla metà del 1948 come tassa sul caffè che oggi significano 2,19 euro/Kg per il caffè tostato e 4,78 euro/Kg per il caffè solubile. Da molti anni in Germania si è quindi diffusa l’abitudine di servire il caffè accompagnato da un biscotto. Ho pensato che un biscotto made in Italy potesse suscitare l’interesse delle ditte di torrefazione estere e così è stato. Inoltre avevo una buona rete di contatti e sono riuscito a trovare un professionista nel settore della produzione di biscotti.

Perché la Dulcit è nata come cooperativa sociale?
Fabrizio: La domanda che dovremmo porci è: perché non impegnarci in una cooperativa sociale? Si tratta di una soluzione che ognuno di noi dovrebbe prendere in considerazione. Questo modello di impresa garantisce infatti lavoro stabile, sviluppo nel tempo, stabilità economica e attenzione alle persone che per varie cause, si trovano in situazioni difficili. La passione per questo lavoro sommata alla tecnologia che abbiamo sviluppato in questi anni, in termini di importanti investimenti nei macchinari, hanno reso il tipo di lavoro che si svolge in Dulcit abbastanza semplice da imparare. Inoltre ci impegniamo costantemente per alleggerire il lavoro e dare ritmi umani ai lavoratori. Cominciamo presto la mattina, ma non abbiamo il turno notturno e il sabato e la domenica la fabbrica è chiusa.

Quante persone sono impiegate nella cooperativa?
Fabrizio: Al momento abbiamo 10 occupati di cui 6 persone svantaggiate. Fra di noi c’è un ottimo clima e un grande spirito di collaborazione.

Perché è un ambiente di lavoro adatto a persone svantaggiate?
Fabio: Innanzitutto perché è un ambiente di lavoro “protetto”, nel senso che le persone vengono qui e ritrovano sempre lo stesso familiare e tranquillo ambiente di lavoro, lo stesso team e questo infonde loro sicurezza. Ci conosciamo tutti bene, siamo a conoscenza dei problemi e siamo pronti ad accettare certe situazioni. Diciamo sempre che siamo una grande famiglia e coinvolgiamo tutti per esempio negli assaggi dei biscotti. Spesso dopo il lavoro ci fermiamo tutti in cucina a mangiare qualcosa e a chiacchierare e poi riaccompagniamo a casa chi è venuto con i mezzi pubblici.

Chi segue le persone svantaggiate?
Fabio: Abbiamo uno psicologo esterno che viene periodicamente a fare colloqui con i collaboratori.

Quali sono i punti di forza della Dulcit?
Fabio: Siamo in grado di soddisfare le richieste dei nostri clienti con molta flessibilità mantenendo alti standard qualitativi (siamo certificati IFS Food e BIo e in fase di certificazione Iso 9001). I nostri clienti sono le torrefazioni, gli importatori di prodotti alimentari e prodotti per gelateria, le linee aeree e le aziende di catering, oltre che aziende impegnate nel vending. Abbiamo clienti in tutta Europa, a Dubai e negli Emirati Arabi, negli Stati Uniti e in Italia, ma qui solo il 20%. Siamo in grado di produrre diverse forme di biscotti, in vari gusti e a seconda della richiesta del mercato. Per esempio in Nord Europa piacciono molto i biscotti speziati, in Italia invece vanno per la maggiore i gusti più delicati al cacao e alla vaniglia. Personalizziamo circa il 60% della nostra produzione, sia nel biscotto che nella confezione.

La Dulcit è una cooperativa. Dalla tua esperienza, cosa si percepisce di diverso rispetto ad altre aziende?
Fabio: Le decisioni vengono sempre discusse, c’è un continuo scambio di punti di vista ed è proprio questo il bello. Dal confronto delle idee nascono nuovi progetti. Ho potuto notare la differenza in quanto dove lavoravo una volta le decisione erano prese da un titolare e noi non venivamo minimamente coinvolti.

Qual è il tuo ruolo in cooperativa? Cos’è la prima cosa che fai quando arrivi in Dulcit?
Fabio: Io sono uno dei due tutor dei ragazzi svantaggiati. La prima cosa che faccio quando arrivo intorno alle 6, 6.30 del mattino è controllare l’avvio del lavoro. Il primo ad arrivare, alle 4.30, è il responsabile di produzione che deve preparare gli impasti, avviare le macchine e controllare che tutte le procedure avvengano in modo corretto. Iniziamo presto perché nel caso si dovesse verificare qualche imprevisto nel normale funzionamento dei macchinari abbiamo la possibilità di far intervenire i tecnici. Qualora non si riesca a riparare il danno velocemente, abbiamo il tempo necessario per riuscire a confezionare il prodotto prima che si deteriori.

Iniziate molto presto, finite quindi presto?
Fabio: Insomma, noi responsabili lavoriamo fino a tardi…

È un lavoro molto impegnativo quindi. Cosa ti spinge a farlo e qual è la tua soddisfazione più grande?
Fabio: Ci vuole tanta passione, ma anche esperienza e competenza. Trasmettiamo la nostra passione a tutti, anche ai nuovi arrivati e ne notiamo il ritorno. La mia più grande soddisfazione è vedere l’evoluzione che c’è stata in questi 10 anni e il fatto che siamo ancora in crescita e abbiamo tanto entusiasmo.

Progetti per il domani?
Fabio: Da un anno circa ci siamo trasferiti per esigenze tecniche in una struttura più grande nella zona artigianale di Salorno. Ma non ci fermiamo qui. Sono in arrivo nuovi macchinari e andiamo avanti con lo sviluppo di nuovi prodotti.

Articolo di Elena Covi, tratto dalla rivista Infocoop