Terzani, Tiziano
Foto: upi
Gesellschaft | Il Cappuccino

La Cina è (di nuovo) lontana

Che cosa è venuto a fare il presidente cinese in Italia, salvo far visitare alcuni musei mirabili alla propria moglie?
Dopo dieci giorni, alla fine di questo marzo 2019, non si parla quasi più della (poco) storica visita del presidente cinese Xi Jinping e della moglie, soprano e appassionata d’arte, in Italia.
Restano alcune cose, però, da non dimenticare. Il riferimento esplicito ai “diritti umani e civili in Cina” con il quale il nostro presidente Sergio Mattarella ha voluto marcare il proprio discorso di saluto. Poi, l’ammissione da parte del nostro governo (ebbene sì, tecnicamente abbiamo un governo nazionale in carica…) che accordi ed eventuali guadagni sono inferiori alla metà di quanto ipotizzato, nei pre-accordi tra i due Paesi. E dunque la nuova via della Seta dei commerci e delle intese mercantili è per ora più lontana della via Lattea (è nello spazio: lo diciamo al ministro Toninelli così non parla di un tunnel anche lì oppure di quello  “del Brennero”). 
Ricordiamo poi che una giornalista de quotidiano Il Foglio, Giulia Pompili, è stata redarguita (“minacciata”, sostiene lei) in ben due occasioni nel corso del pomeriggio al Quirinale prima della cena ufficiale di Stato.
La direzione del quotidiano, l’ordine nazionale dei giornalisti e, si parva licet, questa rubrichina attendono dall’ambasciata cinese in Italia (dove lavorerebbe il funzionario diciamo “maleducato”) spiegazioni convincenti.
E lo stesso governo italiano ci è debitore di qualche rispostina legata allo scenario generale della visita ufficiale cinese.
Motivo? Leggiamo il quotidiano Sole 24 ore: “Perché la Francia sì e l’Italia no? Il memorandum d’intesa tra Roma e Pechino ha suscitato preoccupazioni e scandalo, negli ambienti europei. La lunga, corposissima dichiarazione congiuntatra Parigi e Pechino, invece, è quasi passata inosservata. Perché?”.
Sono lontani i tempi durante i quali in molti ci siamo innamorati della Cina di Mao ze Dong, delle lotte contadine e poi pre-industriali.
E ancora, sullo stesso giornale: “Il documento italiano è un memorandum d’intesa tra i due governi. Non è un trattato: Roma e Pechino hanno messo in chiaro che il documento «non costituisce un accordo internazionale da cui possano derivare diritti ed obblighi di diritto internazionale». L’Italia, inoltre, si riserva di interpretare il memorandum in conformità con gli obblighi derivanti dalla appartenenza dell’Italia all'Unione Europea”.
Che cosa è dunque venuto a fare il presidente cinese in Italia, salvo far visitare alcuni musei mirabili alla propria moglie e aver potuto parlare con un uomo saggio, pragmatico e autorevole come il capo dello Stato italiano? Mistero.
Sono lontani i tempi durante i quali in molti ci siamo innamorati della Cina di Mao ze Dong, delle lotte contadine e poi pre-industriali, dei cosiddetti “medici scalzi” (una sorta di superinfermieri che curavano in tutti gli angoli del Paese), dell’Opera cinese e nei decenni più recenti della sua arte cinematografica.
 
 
Continuiamo a frequentare i ristoranti cinesi anche nella nostra regione perché sono economici e puliti, pur sapendo che di specialità davvero cinesi viene servito ben poco. Tutto è italianizzato.
E le ragazze italiane che studiano cinese sono sempre più numerose dei loro colleghi maschi. Dunque, anche negli studi e nelle prospettive professionali, sono più lungimiranti. Sono ammirevoli
Uno dei nostri grandi narratori e giornalisti dalla Cina, Tiziano Terzani, non sarà ricordato più come è doveroso dal Comune di Udine. Il budget del premio a lui intitolato è stato ridotto a un terzo.
Chiediamo a loro la cortesia di spiegare, in ogni occasione possibile, a Toninelli e a qualche vicesindaco ignorante di tedesco e di Res pubblica delle nostre parti che via della Seta, sullo stradario di molte città italiane, ancora non c’è. Un libro di Storia e qualche testo su Marco Polo potrebbero invece essere utili.
Ultima cosa. Uno dei nostri grandi narratori e giornalisti dalla Cina, Tiziano Terzani, non sarà ricordato più come è doveroso dal Comune di Udine, Italia. Il budget del premio a lui intitolato, lui che sullo Spiegel e sull’Espresso ha scritto reportage bellissimi e coraggiosi, è stato ridotto a un terzo. Chi lo ha deciso dalle parti di Udine sappia che non solo – come ha detto Angela Staude Terzani, moglie di Tiziano, che non c’è più – si tratta di un provvedimento offensivo.
La decisione leghista del taglio al premio letterario ci nega – anche – le tante cose sulla Cina che Terzani ci ha sempre raccontato. Allontanandoci dalla Cina, proprio ora che dovremmo imparare sempre di più a conoscerla. Ed amarla, criticandola quando serve, ecco.