Politik | BOLZANO

Bivacchi, un sì (quasi) unanime

La delibera sulla multa approvata in Consiglio. Astenuti i Verdi e Mauro Randi. Per il Pd è una risposta necessaria, critica Rabini: il sindaco amplierà l'accoglienza.
Homeless
Foto: Pixabay

Un sì (quasi) all’unanimità, visto che il tabellone che riporta il voto in Aula ieri sera era praticamente tutto verde. Il consiglio comunale di Bolzano ha approvato con la convergenza della maggioranza, salvo alcune astensioni, e delle minoranze di centrodestra la delibera sui bivacchi, oggetto di un confronto nella coalizione di governo prima dell’inizio della seduta.

 

Il voto in Aula

Si sono astenuti, come si poteva intuire dalle premesse, ma non hanno dato voto contrario i Verdi-Grüne-Vërc, impegnati con Chiara Rabini, referente per i rifugiati del Comune di Bolzano, a sollecitare un potenziamento della risposta dell’amministrazione verso le problematiche dei senza fissa dimora. Con lei Tobias Planer e Marialaura Lorenzini, dello stesso gruppo consiliare, e Mauro Randi, consigliere di Noi per Bolzano, ma non ad esempio la collega di partito Monica Franch (che ha detto sì). Ha votato compatto per la delibera il resto del consiglio, che comprende Pd, Svp, Io sto con Bolzano di Angelo Gennaccaro, 5 stelle, Il Centrodestra, Lega, gruppo misto e Casapound. Su 36 presenti i via libera sono stati 32 (e i contrari zero). Nel merito si tratta della modifica al regolamento urbano che consente a sua volta al sindaco di emettere l’ordinanza relativa alla sanzione contro i bivaccamenti nel territorio cittadino. Rabini ne aveva chiesto il ritiro.

 

Andriollo (Pd): "Scelta giusta"

Direi che la votazione è andata bene – riepiloga Juri Andriollo, del Pd –. Questo è un passaggio definitivo, perché la sanzione è in realtà in vigore dal 2016, ma non era procrastinabile oltre i due anni salvo una modifica del regolamento di polizia urbana. Si dà quindi una definizione stabile ad uno strumento che è necessario vista la situazione in città”. Per Andriollo, il provvedimento offre “diversi vantaggi alla popolazione” nei casi percepiti di degrado: “Primo, consente di avere una risposta immediata a determinate situazioni, posto che la repressione non è l’unica risposta pubblica, perché ci sono i servizi sociali e le altre strutture, vedi per le problematiche anche di natura psichiatrica. Secondo, permette ai cittadini di percepire che l’amministrazione c’è, è presente, non lascia che si diffonda nei residenti la sensazione di un abbandono di parti della città, che invece non è tale. Inoltre, c’è una certezza quindi sull’applicazione del diritto. Il tutto poi va accompagnato da azioni concrete di sostegno sociale e medico. Dobbiamo aiutare chi si emargina per varie ragioni a ritrovare un modo di vita compatibile”.

Il provvedimento è necessario perché consente una risposta immediata a determinate situazioni. Non è certo l'unica modalità di intervento. Il tutto poi va accompagnato da azioni concrete di sostegno sociale e medico, dobbiamo aiutare chi si emargina (Juri Andriollo)

 

Il perché dell'astensione

I Verdi hanno una posizione diversa, che però non è di rottura. “Io ho detto anche ieri in aula che servono misure più efficaci verso chi vive in strada – spiega Rabini –. I vigili urbani e l’Assb fanno già il possibile, ma gli sgomberi a nostro avviso non sono la risposta corretta”. Nel vertice di maggioranza prima della seduta Rabini ne ha parlato direttamente con Caramaschi. “Si è impegnato ad ampliare i posti dell’emergenza freddo includendo i 30 al momento fuori, entro novembre”.

Non abbiamo dato voto contrario perché le risposte dell'amministrazione ci sono, ma vanno rafforzate. Il segnale politico che si dà con questa delibera resta comunque grave. Il sindaco però si è impegnato ad accogliere entro novembre i 30 esclusi dall'emergenza freddo (Chiara Rabini)

Si spiega così quindi l’astensione e non il voto contrario. Ma il giudizio verso il testo resta negativo. “Ci siamo astenuti e non abbiamo dato voto contrario perché le risposte dell'amministrazione ci sono, ma vanno rafforzate. Nonostante questo, il segnale politico che si dà con questa delibera è grave – aggiunge la referente per i rifugiati – si rincorre un clima di intolleranza verso i poveri che aleggia nel Paese e non si combattono le vere cause della povertà, ma si spostano i problemi. Va anche sottolineato il lavoro dei volontari di strada che mostrano il lato umano della città. Oggi piove immaginiamoci come stanno le persone escluse dal sistema di accoglienza”.