Politik | ELEZIONI DI OTTOBRE

"Köllensperger, una deriva etnica"

Filippo Degasperi sulla proposta M5s a Trento e in chiave regionale. "Lega, Fugatti assente sui punti nascite". Köllensperger: "Accuse infondate, noi trasversali".
Degasperi
Foto: Degasperi

salto.bz: Filippo Degasperi, candidato presidente a Trento del M5s, in provincia il movimento si presenta più compatto rispetto all’Alto Adige dove si è registrata la fuoriuscita capeggiata da Paul Köllensperger. È un indebolimento per i 5 stelle in regione?

Filippo Degasperi: Io non ho la sfera di cristallo per dire cosa succederà. Mi limito a osservare una differenza. Le frizioni che pur ci sono state in Trentino erano a mio avviso nella cornice della dialettica presente in ciascuna forza politica. E le fuoriuscite effettive, parlo di Paolo Vergnano con Autonomia dinamica di Mauro Ottobre e Giovanni Rullo dato con Roberto De Laurentis, le reputo più scelte di opportunità. Riguardo all’Alto Adige, è successa una cosa più grave.

Anche lei è d’accordo con il no del Movimento all’idea di Köllensperger per un progetto meglio rispondente al plurilinguismo e alla realtà sudtirolese, al quale ha aderito ad esempio la consigliera meranese Francesca Schir?

Chi è uscito l’ha fatto perché si è posto da solo fuori dal movimento. Purtroppo Köllensperger, con cui ho lavorato bene cinque anni, ha provato a fare l’opposto di quello che era uno degli obiettivi fondanti del M5s in Alto Adige, ovvero superare la differenza linguistica ed essere alternativi a chi governa la provincia oggi. La sua fronda si è posta da subito fuori dal movimento 5 stelle, perché dire che si deve trasformare il M5s in un movimento etnico tedesco per andare a prendere i voti delle valli rappresenta l’esatto contrario del motivo per cui erano nati i 5 stelle in provincia di Bolzano. 

Dire che si deve trasformare il M5s in un movimento etnico tedesco per andare a prendere i voti delle valli rappresenta l’esatto contrario di uno dei motivi per cui sono nati i 5 stelle in provincia di Bolzano, cioè superare le differenze etniche

Tornando a prima, si aspetta un indebolimento del M5s in consiglio regionale?

Perdere un consigliere provinciale e qualche consigliere comunale importante ha indebolito il gruppo, ma penso che siccome il M5s ha dei capisaldi che sono ancora ben piantati, il non aver ceduto a certe sirene rafforzerà l’affidamento degli elettori.

In bocca al lupo quindi da parte sua a Diego Nicolini, candidato presidente, e agli altri candidati?

Certamente. Con loro ci incontreremo la settimana prossima e spero che ci sia una collaborazione per la Regione. Dico inoltre che più che queste defezioni il M5s in Alto Adige ha subito gli effetti di una politica che piano piano si è spostata verso una deriva etnica. Quando il movimento non ha preso posizione sulla toponomastica e sull’inserimento negli asili e l’ha presa sulla doppia cittadinanza in una certa direzione ha deluso una fetta consistente del suo elettorato. Anche dal punto di vista della Regione. Con Paul ho sempre avuto qualche difficoltà di relazione di contenuti su questo tema, dato che per i trentini l’ente rappresenta una cornice intangibile. Non mi sarei aspettato all’epoca che il movimento si intruppasse con le frange altoatesine a cui dà fastidio.

Con Diego Nicolini e gli altri candidati altoatesini ci incontreremo la settimana prossima. Spero che ci sia una collaborazione per la Regione

Venendo all’ambito trentino, come si presenta il M5s alle provinciali del 21 ottobre?

Direi in maniera solida, abbiamo lavorato per cinque anni in sinergia a diversi livelli per radicarci nei territori. Una delle piste seguite è stata quella del collegamento a livello locale. Oltre all’opera dei consiglieri comunali e circoscrizionali, che sono stati i maggiori artefici dell’avvicinamento ai cittadini, abbiamo tessuto delle relazione con una serie di liste civiche che non erano prettamente del M5s. Dall’esempio classico di Ala fino ai casi attuali delle liste civiche comunali in Valsugana, Primiero, val di Fassa e Fiemme.

Il nostro obiettivo è vincere il 21 ottobre. Contro abbiamo un centrosinistra che si è suicidato e un centrodestra che è un'armata Brancaleone. Fugatti da sottosegretario alla salute non ha fatto nulla per i punti nascite

Partendo dal 6% ottenuto nel 2013, per due consiglieri di cui uno, Manuela Bottamedi, passata ad altri partiti, quale obiettivo vi ponete per il 21 ottobre? 

Ragioniamo nella prospettiva della vittoria. Contro abbiamo un centrosinistra che si è suicidato, riconoscendo che ha governato male, i civici di Carlo Daldoss che sono una cortina fumogena sulla vecchia politica e una figura come Paolo Ghezzi, capitata sulla scena politica senza una squadra e un programma. Senza dimenticare il centrodestra che appare avventaggiato ma in realtà ha perso lo spirito del 4 marzo e appare un armata Brancaleone, in cui c’è chi è pro e contro la Tav, chi per il cambiamento e chi contro. Il candidato presidente Fugatti, che è anche sottosegretario alla salute, abbia fatto molto per i punti nascite, nonostante quello che ha detto in campagna elettorale.

La ministra alla salute però è dei 5 stelle, Giulia Grillo.

Ma lei non è andata a Arco e in val di Fiemme a dire che li avrebbe riaperti.

Anche se qui siete in concorrenza con la Lega governate a livello nazionale. Lei stesso ha fatto scalpore nel 2016 per un’uscita “in salsa leghista”: disse che ai profughi musulmani andava servita carne di maiale e chi non voleva “se ne sarebbe potuto andare”. È ancora di quell’idea?

Le ragioni di quell’uscita rimangono. Personalmente ho sempre sostenuto il principio della laicità. Un ente pubblico, che sia lo Stato, la Provincia o la Regione non possono piegarsi in base a pretese di confessioni religiose. Secondo, l’accoglienza si può fare, ma in modo diverso. Non si può pensare che i trentini accettino che si passi da una spesa di 1,3 milioni per l’accoglienza nel 2014 ai 17,7 del 2017. Qualcosa non quadra.

La battuta sulla carne di maiale? Non la ritiro. La laicità è doverosa. Quanto all'accoglienza dei profughi, si può fare ma non per chi non si comporta bene

Ma sempre che la cifra che ha detto sia vera, dentro ci sono le spese per garantire oltre a vitto e alloggio l’integrazione e tutti i servizi che servono all’inclusione.

Ma di integrazione in questi anni se ne è vista ben poca. Quindi, tornando alla questione di prima, va bene accogliere chi si vuole integrare, ma non chi fa finta e non si comporta bene. Non possiamo permettere enclave dentro la società. E si possono risparmiare parecchie risorse.

Se ne deduce che il suo giudizio sul governo giallo-verde, secondo molti schiacciato sulle posizioni oltranziste di Salvini, sia positivo, è così?

Il governo fa bene a tenere una linea legalitaria sul tema. A far rispettare la legge. Se le norme valgono per statunitensi e canadesi non capisco perché non debbano valere per tutti gli altri. Sono poi i media che inseguono la posizione di Salvini.

Il governo giallo-verde sta facendo bene, Fraccaro e gli altri ministri attuano quanto promesso. Sono i media che inseguono solo la posizione di Salvini. Il rigore in materia di immigrazione è giusto

Ma dall’autunno e dai provvedimenti di bilancio cosa si aspetta?

Che si traducano in concreto alcune promesse elettorali. La semplificazione, lo snellimento delle leggi inutili, il reddito di cittadinanza, la revisione del sistema tributario.

In tre concetti, la proposta dei 5 stelle per il governo del Trentino?

Il programma verrà presentato la prossima settimana. I tre concetti chiave sono salute, scuola e ambiente. Nel primo caso, la sanità va riorganizzata perché è stata lasciata allo sbando dal centrosinistra, recuperando anche il rapporto con gli operatori che soffrono stress e insoddisfazione. Nel secondo, la scuola deve tornare a formare individui e non solo lavoratori che imparano una mansione ma non come rimanere sul mercato. Gli insegnanti non sono impiegati di un ufficio provinciale, devono tornare ad avere il loro ruolo. Quanto all’ambiente, è la risorsa principale del Trentino, necessita di un rispetto e di un’attenzione maggiori, anche a livello urbanistico. E questo è un tema che ci differenzia rispetto al centrosinistra, che ha  promosso una deregulation, vedi il settore delle cave, e al centrodestra. 

Il programma elettorale? Sarà presentato la settimana prossima. I punti cardine sono sanità, scuola e ambiente, che è la risorsa principale del Trentino. Un tema, quest'ultimo, che ci differenza dagli altri schieramenti

Infine su Riccardo Fraccaro, eletto in regione, e gli altri ministri del movimento qual è il suo giudizio?

A me risulta che tutti i ministri 5 stelle stiano portando avanti quello che è promesso, in Italia forse non si è abituati. Capisco che ci sono temi delicati, vedi le infrastrutture, su cui ci vuole cautela e da parte dell’elettorato serve un minimo di tolleranza. Ma stanno facendo bene. A breve dovrei incontrarmi con chi rappresenta la struttura del movimento per organizzare la campagna elettorale, nel giro di dieci giorni massimo. Hanno già detto di essere disponibili a supportarci anche in termini di presenze.

 

LA REPLICA

Visto il tenore della critica mossa da Degasperi, arriva subito la risposta di Paul Köllensperger: "È evidente - dice il consigliere provinciale uscente - che il mio progetto territoriale vuole includere tutti i gruppi linguistici dell’Alto Adige, che il movimento 5 stelle non è riuscito a coinvolgere e non è riuscito a farlo neanche adesso, basta vedere la loro lista. Di quale deriva etnica mi si accusa? Sono convinto che in Alto Adige vadano gettati i semi di un partito di raccolta che includa tutte le migliori forze della provincia, di qualsiasi provenienza. L’accusa mossa da Degasperi dimostra il fatto che non conosce a fondo la realtà altoatesina. Io avevo proposto al Movimento un progetto per aprire appunto a tutti i gruppi linguistici, ma non mi è stato permesso di farlo. Il nostro attuale Team è trasversale, abbraccia tutte le componenti della provincia e lo dimostra con i fatti".