Politik | Gastbeitrag

Autonomia e federalismo

Temi politici di fine estate fra Trento e Bolzano.
Autonomie
Foto: LPA

Nelle terre che si estendono “appiè dell’Alpe che serra Lamagna sopra Tiralli” il fine estate 2021 si presenta ricco di occasioni di approfondimenti culturali che dovrebbero far riflettere sull’assoluta necessità di riprendere la strada federalista: nel solo campo storico la presentazione dei saggi di Gian Maria Varanini sul Trentino, del volume della Fondazione Museo storico sugli spostamenti delle popolazioni e un denso convegno a Merano

Recuperare l'idea di Regione dopo la fallimentare impresa di dare vita ad un terzo statuto rientra fra le priorità, ed è bene sottolineare nuovamente il fatto che su di un tema cruciale per il mantenimento di un autogoverno degno di questo nome non sono ammesse divagazioni o scelte solitarie: da parte delle forze politiche, l'andare ad una modifica dello statuto di autonomia in ordine sparso, rientrerebbe nella categoria del tafazzismo. Quando si richiama l'unità di intenti, nessuno deve sentirsi escluso, e anche le posizioni estreme devono essere tenute in seria considerazione e chiamate al tavolo comune che elabori una profonda riforma.

Il suggerimento di Tolomei andrebbe ripreso, se si vuole ridare un forte peso contrattuale alla piccola periferia alpina rispetto al centro romano

Ancora una volta la storia ci può venire in aiuto, suggerendoci il metodo che adottò anche Degasperi, il quale nei mesi decisivi riguardo il varo dello statuto speciale dì autonomia non disdegnò, anzi sollecitò, riguardo i termini tedeschi con cui indicare il territorio, il parere di un personaggio dalle idee molto distanti dalle sue come Ettore Tolomei. Tolomei, per chi lo avesse dimenticato, fu colui che con il suo prontuario dei nomi per l'Alto Adige operò non poche forzature a danno dell'etnia sudtirolese, trasformando quella che in tedesco in Alta Pusteria era la “valle dei pesciolini” nell'italiana “val Fiscalina” e proponendo persino sulle tombe la traduzione in italiano dei nomi tedeschi. Eppure, nel dopoguerra, è a lui, rientrato dall'internamento in Germania, che Degasperi si rivolge per avere lumi sul nome da dare alla costituenda Regione autonoma: il suggerimento di Tolomei, (il quale, detto per inciso, ebbe modo di lamentarsi per una richiesta di parere avanzata a decisioni già prese) fu quello di scegliere, per l’intera regione, la plurale denominazione tedesca “Etschländer”, evitando le denominazioni Trentino e Tirolo che a suo dire avrebbero alimentato nuove tensioni (che regolarmente si verificarono di lì a poco). Non se ne fece nulla, e la mancata ricerca di un punto di equilibrio con la scelta “Trentino-Alto Adige” portò all'aspro conflitto che per essere superato richiese ben due risoluzioni dell'ONU.

Quella piena convivenza sempre rinviata non si realizzerà al di fuori di un'Europa federale

Il suggerimento di Tolomei andrebbe ripreso, se si vuole ridare un forte peso contrattuale alla piccola periferia alpina rispetto al centro romano. La strategia di marciare divisi non sta dando frutti: è bene costituire da subito un tavolo regionale rappresentativo di tutte le posizioni per ragionare seriamente di proposte di modifica dell'assetto istituzionale che vadano nel senso auspicato dai padri della democrazia europea: quello di un’Europa federale.

Al 29 agosto del 1941 risale la messa a punto del Manifesto di Ventotene da parte di Rossi, Spinelli e Colorni: con Walter Micheli e Paolo Tonelli ne ripubblicammo il testo nel 1995 su “Pagine federaliste” richiamandone l'attualità anche per la nostra realtà territoriale. Passato un altro quarto di secolo l'unione federale dei popoli europei è ben lungi da affacciarsi all'orizzonte; eppure dovrebbe essere chiaro a tutti che anche in sede locale quella piena convivenza sempre rinviata, per dirla con Piero Agostini, non si realizzerà al di fuori di un'Europa federale. Senza il consolidarsi di partiti europei, sostenevano gli estensori del Manifesto, tutte le battaglie di libertà sarebbero risultate perdenti.