L'alibi populista della Germania che comanda

In relazione al viaggio a Berlino del Primo Ministro italiano Matteo Renzi, in occasione dell'incontro con la cancelliera tedesca Angela Merkel, si riaccende il sentimento negativo contro la Germania. Meritato?
(estratto trad. ita. da art. di mia prossima pubblicazione sul JEPP, 2014)
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Diverse forze politiche italiane, tra le quali la Lega, il Movimento 5 Stelle, Fratelli d'Italia e, seppur in misura più limitata, Forza Italia, ritengono di intravedere nella politica estera tedesca uno strumento di ostacolo alla ripresa economica italiana. Tra le varie accuse, la Germania viene sospettata di sostenere la crisi economica internazionale per fini speculativi, oppure di utilizzare il contributo italiano al bilancio UE per sviluppare la propria economia, oppure di sostenere non meglio precisati poteri bancari che avrebbero interessi nel fallimento del sistema Italia e a tale scopo imporre il rispetto di assurdi parametri di bilancio.

Quindi, è proprio vero che la Germania stia facendo un gioco sporco sulla pelle degli italiani, vittime di un complotto talmente più grande di loro da giustificare l'uscita dall'Euro e il tanto teorizzato ripudio del debito pubblico estero?

 

La prima accusa mossa verso la Germania è quella di utilizzare i fondi italiani del bilancio UE al fine di arricchire il proprio popolo e indebolire le imprese italiane. Il bilancio UE è pari a circa 142 mld di Euro, ovvero solo l'1% del bilancio totale di tutti i paesi UE. I fondi UE vengono spesi al 40 % per calmierare il prezzo dei prodotti agricoli e per interventi di sviluppo rurale, mentre il 60% va al finanziamento della c.d. “coesione”, ovvero il bilanciamento delle aree sottosviluppate, particolarmente presenti nel meridione italiano. Solo 7 mld di Euro vengono sottratti dal bilancio UE per finanziare le spese di gestione. In estrema sintesi, nel corso del 2010, ad esempio, l'Italia ha ricevuto circa 5 mld di Euro meno di quanto ha versato al bilancio UE. Nello stesso periodo la Germania ha ottenuto un disavanzo superiore di 2 mld di Euro a quello italiano. Purtroppo, nonostante i miglioramenti recenti, l'Italia non è ancora capace di spendere tutti i fondi comunitari a lei destinati, che per il periodo 2014-2020 ammontano a circa 30 mld di Euro, contro i 17 mld di Euro assegnati alla Germania. Purtroppo, se la Germania è in grado di utilizzare il 95% dei fondi a lei destinata, l'Italia si ferma al 40%. Ad esempio, dei 50 mld di Euro che costituivano la dotazione italiana per il periodo 2007-2013, l'Italia ha speso solo 20 mld di Euro, accumulando una serie interminabile di procedimenti e sanzioni intentate dalla Commissione Europea e dalla Corte di Giustizia per utilizzo improprio dei fondi.

 

La seconda accusa verso la Germania è quella di utilizzare il c.d. Fondo salva-stati europeo, ora Meccanismo europeo di stabilità della Banca Centrale Europea, al fine di controllare l'Italia, in quanto per ottenere i benefici del Meccanismo ogni paese è tenuto a operare correttivi macroeconomiche di bilancio e al rispetto di condizioni particolarmente stringenti. Con una dotazione di 500 mld di Euro, il Fondo è partecipato per 190 mld di Euro direttamente dalla Germania, 140 mld di Euro dalla Francia e 124 mld di Euro dall'Italia. Ad ogni modo, il Meccanismo entrerebbe in funzione solo in caso di richiesta diretta da parte di uno Stato partecipante, attraverso l'emissione di obbligazioni europee che, ovviamente, devono essere garantite da determinati parametri di finanza pubblica, onde evitare il “fallimento” tecnico del debitore. Questa è una garanzia anche per la nostra partecipazione al Fondo, in caso questo venga utilizzato da paesi quali Grecia, Portogallo o Spagna, ad esempio.

 

La terza accusa mossa verso Berlino è relativa alla severità dei criteri del c.d. Patto di Bilancio Europeo, liberamente firmato dall'Italia ed entrato in vigore nel marzo del 2012, appena dopo lo shock finanziario che portò alla ribalta il differenziale italo-tedesco, ovvero quello Spread che indica il rendimento maggiore che un investitore otterrebbe se investisse in BTP italiani rispetto alla Bundesanleihe tedesca. Quel maggiore rendimento costituisce un costo fisso per l'Italia, valutabile in circa 20 mld di Euro che vanno persi per interessi sul debito pubblico, ormai salito al 133% del PIL. Per placare l'ondata speculativa sull'Italia, nel nel periodo 2011-2012 la Banca centrale Europea venne costretta ad acquistare circa 103 mld di Euro di bond italiani, sotto garanzia di una serie di urgenti riforme strutturali, concordate tra le autorità di Francoforte e il governo Berlusconi. Come già stabilito in precedenza dal Patto di Stabilità e Crescita stipulato dai paesi dell'Unione Europea nel 1997 al fine di permettere l'entrata in vigore dell'Euro in condizioni di stabilità monetaria; il Patto di Bilancio Europeo prevede, tra le altre cose, il pareggio del bilancio statale, la diminuzione del debito pubblico e il contenimento del deficit annuale sotto il 3% del Prodotto Interno Lordo. C'è da dire che l'Italia è tra i paesi UE più virtuosi, potendo contare da anni su un discreto utile di bilancio, anche superiore a quello tedesco, che però va tutto perso per via dell'enorme indebitamento generato dal pagamento degli interessi sulle obbligazioni pubbliche, ovvero circa 80mld di Euro all'anno, che portano il nostro deficit di bilancio al 2,6 %, contro lo 0,2 della Germania.

 

La quarta accusa mossa alla Germania è quella di essersi intestardita su quel famoso indice del 3%, il rispetto del quale renderebbe impossibile per il governo italiano lo sblocco di risorse pubbliche per investimenti e misure per l'aumento dell'occupazione. Il punto centrale, sfatando un mito europeo, è che il debito pubblico italiano negli ultimi anni non è cresciuto molto di più di quello tedesco. Dal 2007 il debito pubblico italiano è salito del 27% contro il + 34% della Germania. In altre parole, in termini nominali, attualmente la Germania ha un debito pubblico che si aggira attorno ai 2140 mld di Euro; cifra non dissimile da quella che infiamma i talk-show italiani. Il punto è che quel valore deve essere rapportato al Prodotto Interno Lordo del paese, che nel 2013 per la Germania era di 3250 mld di Euro, mentre per l'Italia si è fermato a 1910 mld di Euro. Quindi, se il nostro rapporto debito pubblico/PIL si aggira attorno al 133%, quello tedesco scende all'80%, anche se i due sistemi non sono perfettamente comparabili per motivi che qui sarebbero troppo complicati da spiegare. In estrema sintesi, se il debito pubblico non è altro che il frutto di una cattiva e prolungata amministrazione statale sia nel processo di prelevamento fiscale sia nella redistribuzione delle risorse ai cittadini, la contrazione del Prodotto Interno Lordo fino a livelli di stagnazione, causa un aumento del debito pubblico a totale detrimento dei conti pubblici. La crescita del debito pubblico produce l'effetto di diminuire la fiducia internazionale verso la tenuta dei conti di un paese, quindi, aumenta la possibilità di ondate speculative finanziarie, ovvero rende del tutto possibile l'eventualità di una conseguente richiesta da parte di un paese dell'attivazione del Fondo salva-stati, al fine di evitare di vedere il proprio Spread lievitare in modo esponenziale. Ciò che accadde tra il marzo e novembre del 2011. Non sembra quindi una sorpresa che, al fine del mantenimento della stabilità nell''Euro-zona, Berlino chieda all'Italia di tenere sotto controllo il bilancio, ovvero, di non superare quella soglia del 3%, impegnandosi contestualmente a ridurre il debito pubblico che tanto costa alle casse dello Stato.

 

In definitiva, la Germania gioca la sua partita, e lo fa però contro un avversario che nel corso del primo tempo si è dedicato alla melina, che durante l'intervallo non ha ascoltato le indicazioni del suo allenatore, e che nel secondo tempo litiga con i compagni su chi deve uscire ed entrare in campo!

 
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Adriana Mise Mi., 19.03.2014 - 17:23

ma l'autore di un pezzo che vota il medesimo (ovviamente bene), un po' ridere lo fa. Se non le spiace, provvedo a riequilibrare...

Mi., 19.03.2014 - 17:23 Permalink
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Oskar Egger Do., 20.03.2014 - 08:36

Finalmente un' analisi con cifre alla mano: io fin' ora mi ero principalmente limitata a domandarmi come ha fatto la Germania a uscire cosí egregiamente dall' unione di due mentalitá e culture cosí divergenti? Forse perché la differenza era und differenza est/ovest?

Do., 20.03.2014 - 08:36 Permalink
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andrew_catalan… Sa., 22.03.2014 - 15:58

La Germania si avvantaggia moltissimo dell'Euro in quanto é una moneta troppo forte (non svalutabile) per la maggioranza delle economie europee, ma adeguata alla Germania: questa é la primaria causa di perdita di competitivitá della maggioranza dei paesi dell'Eurozona (concorrenti commerciali della Germania stessa): una moneta troppo forte determina il fatto che i prezzi delle merci italiane sono troppo alti del 30%. Quindi l'Euro é uno strumento di dominio, una camicia di forza monetaria volta a mettere fuori competizione i principali avversari economici della Germania.
Ma non lo dicono solo gli italiani, lo dice un po' tutto il mondo.

Ad esempio Regno Unito e Giappone hanno svalutato le proprie monete e sono cresciuti nel 2013.

Inoltre il debito esplicito tedesco é intorno al 100% e non intorno al 80%:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/23/germania-solo-berlino-puo-tr…

Spiegazione concisa di Bernd Lucke sulla questione Euro relativa all'Italia:

https://www.youtube.com/watch?v=6Te1WOoOGi8

Un paio di articoli sull'Euro:

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-17/i-sei-premi-nobel-con…

http://www.businessweek.com/articles/2012-07-15/why-italy-has-the-most-…

http://www.investireoggi.it/economia/fine-delleuro-la-francia-rompe-il-…

http://www.quifinanza.it/6865/soldi/euro-sparira-in-pochi-mesi-latouche…

http://www.theatlantic.com/business/archive/2013/03/why-the-euro-is-doo…

http://www.valuewalk.com/2013/05/why-the-eurozone-was-doomed-from-the-v…

http://www.forexinfo.it/Saxo-Bank-torniamo-alla-realta-l#.UyxcbSld7XQ.t…

http://www.telegraph.co.uk/finance/currency/9347171/The-IMF-helping-the…

Quindi prima usciamo dall'Euro e meglio é.

Sa., 22.03.2014 - 15:58 Permalink
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jimmy milanese So., 23.03.2014 - 08:45

Antwort auf von andrew_catalan…

infatti, ho scritto "Quindi, se il nostro rapporto debito pubblico/PIL si aggira attorno al 133%, quello tedesco scende all'80%, anche se i due sistemi non sono perfettamente comparabili per motivi che qui sarebbero troppo complicati da spiegare". infine, il mio contributo non si occupa di euro e uscita dall'euro, argomento che molti paventano, senza essere in grado di poterne prevedere gli effetti, dimenticando di dire che prima dell'euro i nostri conti non erano certo solidi, invece, negli ultimi anni, abbiamo continuato a sperperare, mentre la germania ha fatto riforme importanti in tutti i settori, ha un sistema amministrativo efficiente ed efficace. da questi fattori si è avvantaggiata, non certo per via dell'euro.

So., 23.03.2014 - 08:45 Permalink
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andrew_catalan… Sa., 22.03.2014 - 18:23
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andrew_catalan… So., 23.03.2014 - 11:32

Ma l'Euro é alla fine, lo dicono autorevoli commentatori sia in Italia che nel resto del mondo....é solo questione di tempo. Del resto era perfettamente prevedibile che una moneta unica applicata a sistemi economici cosí eterogenei avrebbe causato il disastro attuale con l'unico avvantaggiato nella Germania. Ed é perfettamente legittimo riappropriarsi della sovranitá monetaria.

https://www.youtube.com/watch?v=fhzwE1oNA30

Uscire dall'Euro sarebbe un grande vantaggio per l'Italia ma un grande svantaggio per la Germania.

http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/rogerbootle/9417612/Euro-exi…

http://www.businessweek.com/articles/2012-07-15/why-italy-has-the-most-…

http://www.bertelsmann-stiftung.de/cps/rde/xchg/bst_engl/hs.xsl/nachric…

So., 23.03.2014 - 11:32 Permalink