Politik | Microstorie

Trame

Le cose non sono mai come sembrano. A volte sono peggio, altre sono meglio. Per me Israele e Palestina sono trame di vite tessute, spesso faticosamente, insieme.
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Mi ero ripromessa non entrare troppo nel merito, visto che su Facebook sto leggendo e vedendo troppe accozzaglie di immondizia, di posizioni settarie, di aberrazioni storiche e di ignoranza elevata all'ennesima potenza.
Visto che non sono una storica e neppure un'analista geopolitica, racconto microstorie, di quelle che conosco di prima mano: l'unico contributo che posso dare.
Effettivamente l'abusato e unilaterale "restiamo umani" non fa per me. Perchè?
Perchè siamo già umani, ovvero fallaci, a volte anche mostri. In ogni luogo e latitudine.
Ecco la storia.
Stamattina mi alzo tardi, scendo in pigiama, accendo il computer perchè devo mandare delle mail. Mi collego anche a Facebook.
Da qualche tempo non ho scambi di messaggi con gli amici israeliani.
Come se ci fossimo, da entrambe le parti, autosospesi in un limbo. Come se non riuscissimo a parlare.
Molti di loro non hanno postato granchè in questi giorni, alcuni hanno messo il profilo a lutto e non vogliono la guerra, altri sono solidali con il dolore palestinese, altri sono terrorizzati, invece, per il loro paese. Insomma, ci sono varie posizioni.
Dunque stamane ricevo un messaggio da N., un carissimo ragazzo, che da anni conosco e a cui sono legata da un rapporto materno.
"Zia (mi chiama affettuosamente così n.d.r.) perchè in questi giorni non mi ha scritto?"
Mi prende in contropiede.
Gli rispondo:"Ciao, avrei voluto, ma non sapevo cosa dirti, sono senza parole".
"Sai che mi hanno richiamato? Dopo 10 anni per la prima volta? Per andare a Gaza".
Sono attonita, basita, poi chiedo dettagli.
"Ci ero già stato, e mi è bastato allora, prima del disimpegno del 2005. C'è troppa merda laggiù, per noi e per loro. Ho avuto un trauma allora, ne porto ancora i segni. Ho insisito molto su questo e ho rifiutato. Non posso tornare là".
Vedo che non ha piacere di parlarne, ma mi dice che molti conoscenti sono stati richiamati.
Poi cambia argomento: "Ti ricordi l'ex sindaco di Abu Gosh,  la cittadina araba dove vivo e lavoro?"
"Certo - rispondo - quella bella persona che l'anno scorso mi ha spiegato la storia del suo villaggio".
"Ha invitato me e mia mamma alla cena di inizio Ramadan, è stato molto gentile, abbiamo parlato dei suoi 15 anni di amministrazione, di come lui abbia sempre voluto la convivenza. Mi ha fatto molto piacere".
Ora, ecco la mia microstoria. Tutta vera.
Prego, avanti il prossimo post su Facebook tagliato con l'accetta.
Io contribuisco con le mie trame e gli intrecci, sempre più sottili e sempre più labili.
Mi piace stare dalla parte più difficile da raccontare.