Politik | Consiglio regionale

Caos alla presidenza della Regione

Arno Kompatscher eletto presidente solo al terzo tentativo, tre consiglieri SVP violano il voto segreto. Via libera alla Giunta regionale, vicepresidente la trentina Giulia Zanotelli.
Kompatscher, Consiglio regionale
Foto: SALTO/Val
  • Dopo il rinvio di febbraio, il Consiglio regionale ha eletto stasera (13 marzo) la nuova Giunta della Regione Trentino-Sudtirolo. Confermata dunque la squadra a sei proposta dalla maggioranza: Arno Kompatscher (SVP) è il nuovo presidente della Regione, Giulia Zanotelli (Lega) sarà vicepresidente (con probabile delega alla previdenza regionale) assieme a Franz Locher (SVP) che dovrebbe ottenere gli enti locali. Assessori il ladino Luca Guglielmi, Carlo Daldoss (FdI, eletto al secondo scrutinio) e Angelo Gennaccaro (Civica), cui andrebbero le competenze su giovani ed Europa.

    Alla prima votazione, però, Kompatscher non passa, mentre la seconda votazione viene annullata e ripetuta. L'ennesimo shock per il Landeshauptmann e la maggioranza SVP-centrodestra. Al primo scrutinio è stata fumata nera con 35 voti per Kompatscher su una maggioranza richiesta di 36 (e su 39 consiglieri della maggioranza di governo), 4 voti per Bernhard Zimmerhofer (ST-Freiheit), 19 schede bianche e 9 astensioni.

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  • Alla seconda votazione, sempre a scrutinio segreto, scoppia la bagarre in aula: "Tre consiglieri della SVP hanno mostrato la propria scheda durante il voto, bisogna annullare la votazione" denunciano i consiglieri Franz Ploner, Maria Elisabeth Rieder (Team K) e Sven Knoll (ST-Freiheit). Accadde già a Bolzano. Questa volta si tratterebbe di Josef Noggler, Franz Locher e Luis Walcher della Volkspartei. Votazione annullata e da ripetere. La maggioranza tiene al terzo tentativo: 36 voti per Kompatscher, 5 voti per Zimmerhofer, 16 le schede bianche e 8 nulle. Finalmente è fumata bianca, Arno Kompatscher è eletto presidente della Regione.

  • Una donna nel nuovo esecutivo

    A presentare all'aula i nomi della Giunta era stato nel pomeriggio lo stesso neo-presidente Kompatscher. È la nuova staffetta, con una donna a turno nell’esecutivo: “Sei assessori compreso il presidente, di cui tre rappresentanti da Trento, tre di Bolzano, una vicepresidente trentina, un vicepresidente altoatesino, dentro la piattaforma di scambio tra i due governi provinciali. Nella seconda metà della legislatura mi dimetterò e subentrerà alla presidenza il governatore trentino Maurizio Fugatti. E tra due anni e mezzo ci sarà un’assessora sudtirolese al posto di quella trentina. Staffetta significa passaggio del testimone: esattamente così resta il principio”, si difende il LH.

     

    Staffetta significa passaggio del testimone: esattamente così resta il principio. A metà legislatura mi dimetterò e subentrerà Fugatti con una vice sudtirolese.

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  • Priorità: riforma dell'Autonomia

    Nel suo intervento programmatico, Arno Kompatscher ha sottolineato l’importanza — come prevedibile — della revisione dello Statuto di Autonomia, come rimarcato nell’incontro al NOI-Tech con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Un'iniziativa nata dalla collaborazione tra le due Province e la Regione successivamente estesa a tutte le Regioni a Statuto Speciale italiane, che congiuntamente hanno consegnato il 3 ottobre 2023 alla premier Meloni una bozza di riforma dello Statuto, con l'impegno di approvare il relativo disegno di legge costituzionale entro il mese di giugno 2024”.

     

    L'importanza della collaborazione tra le Province Autonome resta centrale, anche se il modo nel quale si realizza attualmente a livello regionale viene percepito come anacronistico e bisognoso di riforme.

     

    Essa prevede “l'introduzione di un principio di intesa per future modifiche dello Statuto, che dev’essere ancora definito, e varie altre misure volte all'ampliamento dell'Autonomia, su cui c'è stata la disponibilità a garantire un attento approfondimento”. “I lavori a compimento della riforma, concepita come unitaria per le due Province e per la Regione, sono ampiamente avviati” e — prosegue Kompatscher — “portati avanti assieme al raggruppamento delle Autonomie speciali in seno alla Conferenza delle Regioni, del quale rivesto il ruolo di coordinatore”. Difende poi la Regione: “La proposta mantiene il carattere di Statuto unico della Regione”, in quanto “rimane centrale e condivisa su tutto il territorio regionale l'importanza della collaborazione tra le Province Autonome, anche se il modo nel quale si realizza attualmente a livello regionale viene percepito come anacronistico e bisognoso di riforme”.

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  • Critiche, come prevedibile, le opposizioni. Per il consigliere Sven Knoll (ST-Freiheit) quella di Kompatscher “è una laudatio della Regione: non si parla più dell’abolizione dell'ente, che è uno spreco di risorse pubbliche. Non vedo alcuna eredità storico-culturale della Regione”. Filippo Degasperi (Onda) fa notare, citando testualmente, che "il programma è sempre lo stesso" e riprende alla lettera ampi stralci delle dichiarazioni programmatiche del 2018 e 2013. “Abbiamo sempre sentito gli stessi discorsi” conferma Brigitte Foppa (Verdi), che rispetto alla premier Meloni fa notare come “la premier metta sempre in relazione l’Autonomia non allo Stato, ma alla Nazione. Per i territori autonomi, che vogliono lavorare alla propria autonomia, è un problema”.

     

    La premier mette sempre in relazione l’Autonomia non allo Stato, ma alla Nazione. Per i territori autonomi è un problema.

     

    La esponente dei Verdi ricorda le difficoltà nell'individuazione di un'assessora, così come Maria Elisabeth Rieder (Team K): "La questione del genere è arrivata per ultima: è incredibile che nel 2024 si arrivi ancora all’idea di non includere alcuna donna nell'esecutivo. E ciò dimostra una cosa: senza quote rosa il sistema non funziona". Infine Sandro Repetto (PD) sentenzia: "Gli intenti del programma cadono nel vuoto, è il de profundis della staffetta", riferendosi alla vecchia prassi dell’alternanza tra governatori.

  • Bocciata la sfiducia a Paccher-Noggler

    In mattinata bocciata la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni di centrosinistra (con PD, Verdi, Team K e Campobase in prima fila) contro la presidenza e la vicepresidenza del Consiglio regionale. 26 i voti favorevoli, 36 i contrari (3 in meno della maggioranza regionale a 39) e 4 gli astenuti alla mozione nata perché il presidente Roberto Paccher (Lega) e il vicepresidente Josef Noggler (SVP) a inizio legislatura s’erano insediati al vertice dell’aula presentando come provvisoria la propria nomina da parte della maggioranza, salvo poi restare in carica senza battere ciglio.

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  • Brigitte Foppa (Verdi) ha ricordato quando da neoeletta in Consiglio provinciale e regionale 10 anni fa, “scoppiò lo scandalo pensioni. Allora ho capito che la mia carriera politica, a cui sono affezionata, può finire in ogni momento. Perciò mi sono stupita, presidente Paccher, che lei non abbia dato seguito alla provvisorietà, sebbene apprezzi abbia ammesso l’errore nella Conferenza dei capigruppo. La mozione è un atto di supplenza, lo facciamo noi perché non lo fate voi”. Il PD, per bocca del consigliere regionale Andrea de Bertolini (PD), ha “apprezzato il ravvedimento di Paccher circa la temporaneità del suo incarico, ma questo avrebbe escluso un passaggio in aula. Non è questione personale, ma politica”. Dello stesso tenore Paul Köllensperger (Team K) — “sarebbe stato più elegante se avesse messo a disposizione il suo ruolo” — e Filippo Degasperi (Onda) — “doveva presentarsi in aula come ha fatto nella capogruppo”.

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  • Dal canto suo, Harald Stauder (SVP) ha difeso la scelta di mantenere i due incarichi: “A novembre le maggioranze non erano ancora chiare in Trentino-Sudtirolo: ma, ci siamo detti, se le maggioranze dovessero consolidarsi questa nomina si consolidava”. L’ex Freiheitliche Andreas Leiter Reber si schiera con l’opposizione “pan-tirolese”: “In Sudtirolo non capiscono cosa accade in Consiglio regionale, che non ha una buona nomea. Facevo parte della maggioranza, ma non era così chiaro fossero provvisorie le nomine e si andasse avanti, era il minimo dirlo alla capigruppo. Non basta dire ‘l’ha deciso la maggioranza’. Se questo è il modo di difendere l’istituzione, forse è il momento di cambiarla”.

    Accolte infine anche le dimissioni di Philipp Achammer (SVP) da segretario questore del Consiglio, dopo l’impallinamento “amico” nella scorsa seduta. Al suo posto il Consiglio regionale ha eletto Luis Walcher (SVP) che ha ottenuto 35 voti contro i 26 di Zeno Oberkofler (Verdi), 4 le schede bianche.

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△rtim post Mi., 13.03.2024 - 23:26

Geheime Wahl sichert bekanntlich die freie Wahlentscheidung. Daher gilt bei der Wahlhandlung: Eine wahlberechtigte Person darf nicht nur, sondern sie muss geheim wählen.
Das weiß auch der LH und die SVP noch. Stattdessen zum wiederholten Mal, wie bei der Wahl des Landtagspräsidenten, Störung der Wahl durch Verletzung des Wahlgeheimnisses und Wiederholung. Diesmal in Trient, der LH Kompatscher selbst, der "Garant", wofür auch immer, lässt von seiner Partei so "wählen".
Ein weiterer Tiefpunkt.
Wenn das Vertrauen in diese Institutionen erschüttert wird, ist auch bis zu einem gewissen Grad das Vertrauen in seine demokratischen Institutionen unterminiert. Das trägt im Normalfall zu einer gewissen Verlotterung der politischen und institutionellen Kultur bei – "Die da oben machen das ja auch so, warum darf ich nicht?" –, unter gewissen äußeren Umständen kann das demokratiegefährdend sein. Die Bürgerinnen und Bürger müssen das berechtigte Gefühl haben, dass sie halbwegs gut, fair, korruptionsfrei und kompetent regiert werden, sonst gerät zu viel ins Rutschen.

Mi., 13.03.2024 - 23:26 Permalink
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Günther Stocker Do., 14.03.2024 - 07:27

Wieder freuen sich sehr sehr viele Parteikollegen und Granden und sage es wäre die gerechte Strafe.
Ungehorsam muss bestraft werden, wo kämen wir da in Südtirol dahin.

Und die Koalitionspartei Sorellastre del Stiefel nahmen und nehmen es gerne dankend an. Ihre Inspiration ist nicht die Demokratischiste Zeit Italiens.

Do., 14.03.2024 - 07:27 Permalink
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Paul Zanon Do., 14.03.2024 - 11:55

Ein Vergleich wäre angebracht: Im oft berechtigterweise kritisierten Fussballgeschäft gibt es bei Fehlverhalten die gelbe und rote Karte!

Do., 14.03.2024 - 11:55 Permalink