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Gesellschaft | Gaza Calling 5

Un cessate il fuoco immediato

Si fa fatica a scrivere di queste cose, il rischio è di suscitare compassione. Ma non è di compassione che la popolazione di Gaza ha bisogno.
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
gaza
Foto: greenreport.it
  • Come previsto da diverse settimane da tutte le agenzie umanitarie, a Gaza si comincia a morire di fame e di disidratazione.  E di malattie che sarebbero curabili con terapie semplici, se solo fossero disponibili. 
    I primi sono i più fragili, i neonati, i bambini piccoli, gli anziani. Poi toccherà agli altri, ai disabili che non riescono a rincorrere i pacchi di alimenti, alle madri che si privano del poco cibo per lasciarlo ai figli.  Se nel frattempo la situazione dovesse cambiare e fosse permesso l’ ingresso agli aiuti umanitari, comunque le conseguenze della malnutrizione e della denutrizione di queste settimane e mesi accompagneranno chi le ha sofferte per il resto della vita con disabilità e malattie croniche.
    La fame non ha preso il posto dei bombardamenti, si è solo aggiunta. Perché i bombardamenti e gli spari continuano, in tutta la striscia. Anche sulla popolazione che si affolla per ricevere cibo. Anche dentro e attorno agli ospedali.
    A Gaza all'inizio della guerra c'erano 150 mila donne incinte e cinquemila sono in attesa di partorire il prossimo mese. Lo faranno sfinite dalla fame e dalla paura, in case sovraffollate o in centri per sfollati, senza assistenza ostetrica e senza le minime condizioni igieniche, senza acqua pulita. Se è notte alla luce dei cellulari. Quelle di loro che avranno delle complicanze legate al travaglio o al parto, se non riusciranno a raggiungere un ospedale saranno destinate a morire con il loro bambino. 
    Gli ospedali ancora funzionanti sono pochissimi, non hanno farmaci né anestetici, né combustibile per i generatori. Le donne che hanno bisogno di un cesareo spesso vengono operate senza anestesia, e se il neonato ha bisogno di un’incubatrice morirà perché non c'è la corrente elettrica. 

  • Foto: medici senza frontiere
  • „Gli ospedali ancora funzionanti sono pochissimi, non hanno farmaci né anestetici, né combustibile per i generatori.“ 

     

    Molte donne che hanno partorito da poco non riescono ad allattare perché non hanno cibo né acqua a sufficienza. I neonati vengono così nutriti con latte in polvere, ma se l'acqua è  contaminata si ammalano di diarrea e possono morire disidratati. Una donna, dopo aver dato alla luce il suo bambino in condizioni per noi inimmaginabili, l'ha portato nella tenda dove vive, in un accampamento di Rafah, dicendo: speriamo di non averlo messo al mondo solo per vederlo morire tra poco. 

    Si fa fatica a scrivere di queste cose, il rischio è di suscitare compassione. Ma non è  di compassione che la popolazione di Gaza ha bisogno. Le donne, i bambini e tutta la popolazione di Gaza e degli altri territori occupati hanno bisogno di un cessate il fuoco immediato e di una terra libera dove vivere. Libera dall' esercito e dall' occupazione israeliana. 
    Mentre dentro Gaza si muore di fame, fuori dalle frontiere più di 2000 camion carichi di cibo, acqua, farmaci, combustibile, servizi igienici, tende vengono bloccati dal governo e dall'esercito israeliano. Una situazione inimmaginabile, tragica, crudele, sotto gli occhi di tutti.
    Ma le condanne e gli appelli internazionali non influenzano minimamente la condotta di Israele.
    La comunità internazionale riconosce la sua impotenza e nel tentativo di alleggerire la coscienza collettiva ormai troppo scossa, inizia a lanciare pacchi di alimenti dagli aerei, addirittura pasti pronti: come lanciare cibo ad animali in gabbia. Pacchi che spesso cadono in mare, che non arrivano dove c'è più bisogno, pacchi che i disabili o gli anziani non riescono a raggiungere, pacchi che umiliano. Pacchi che addirittura anziché sfamare, uccidono: qualche giorno fa alla periferia di Gaza sono morte cinque persone, tra cui due bambini, colpiti da pacchi di alimenti il cui paracadute difettoso non si era aperto. 

  • Foto: CNN
  • „La comunità internazionale riconosce la sua impotenza e nel tentativo di alleggerire la coscienza collettiva ormai troppo scossa, inizia a lanciare pacchi di alimenti dagli aerei, addirittura pasti pronti: come lanciare cibo ad animali in gabbia.“

     

    L'ultima brillante idea lanciata dagli Stati Uniti e subito accolta con entusiasmo dai suoi alleati: un molo temporaneo, costruito dai militari statunitensi, per far arrivare gli aiuti umanitari via mare. Sarà pronto tra due mesi. Ma il tempo che il corpo umano può sopravvivere alla fame è ben più breve, morire di fame è questione di giorni, non settimane o mesi. E intanto Israele potrà continuare il suo massacro. Un'altra dichiarazione di fallimento da parte degli Stati Uniti e di tutte le altre potenze.
     Il direttore di Medici senza Frontiere negli Usa definisce  questo piano una distrazione dal vero problema: “bisogna insistere sull’accesso umanitario immediato utilizzando le strade e i punti di accesso che già esistono” dice.  “Questo non è un problema logistico, è un problema politico”.

    Intanto Israele, incurante alle reazioni del mondo, e anzi dichiarando a piena voce le sue intenzioni, continua nel suo piano di togliere ai palestinesi le condizioni minime di vita nella loro terra: toglie loro il cibo, l'acqua, la terra, un riparo. Li costringe all'uso di acqua contaminata affinché si diffondano le malattie infettive. Con gli spari, i bombardamenti e la fame crea un popolo con un’altissima percentuale di invalidi, soprattutto tra i giovani e i bambini.

  • Foto: care.de
  • „Le esportazioni di armi e munizioni dall’Italia verso Tel Aviv non sono state bloccate dopo l’inizio dei bombardamenti a Gaza, come ha invece assicurato il nostro governo.“ 

     

    E sa che può continuare a contare sui suoi fedeli alleati, che nonostante esprimano sdegno e riprovazione per la sua condotta, e si impegnino in negoziati e colloqui peraltro finora inconcludenti, continuano a rifornirlo delle armi utilizzate per sterminare la popolazione palestinese e radere al suolo Gaza.  
    Il Washington Post scrive che mai come in questi mesi sono state inviate dagli Usa tante armi a Israele. E la rivista italiana Altraeconomia ha pubblicato le statistiche del commercio estero italiano che dimostrano che le esportazioni di armi e munizioni dall’Italia verso Tel Aviv non sono state bloccate dopo l’inizio dei bombardamenti a Gaza, come ha invece assicurato il nostro governo. 

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Ludwig Thoma Di., 12.03.2024 - 19:47

Vor ein paar Tagen ist es gelungen, einige Kinder aus dem SOS Kinderdorf in Rafah zu evakuieren. Der israelische Finanzminister Ittamar Ben Gvir hat in diesem Zusammenhang von einer " falschen humanitären Maßnahme" gesprochen und erklärt, dass so "ein Land das nach dem absoluten Sieg strebt, nicht geführt" wird und "Im Krieg muss man den Feind vernichten ohne scheinheilig zu sein".

Di., 12.03.2024 - 19:47 Permalink
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Peter Gasser Mi., 13.03.2024 - 12:30

Fotografie Bild Fake

Dieser Tage ist das Thema "echtes Foto" und "Authentizität eines Fotos" in der Presse ein aktuelles Thema, besonders auch aufgrund eines gefälschten Fotos aus dem englischen Königshaus.

Es scheint, dass auch dieser Artikel mit dem eindrucksvollen Aufmacherfoto (Foto: greenreport.it") betroffen ist. Das Foto ist ein Fake, wage ich zu behaupten.

(1) Mit an Sicherheit grenzender Wahrscheinlichkeit ist dies kein Foto von greenreport.it, d.h. die Autorenangabe scheint gefälscht: greenreport.it ist eine Zeitschrift für ökologische Ökonomie und hat zur Zeit eher keinen Fotografen im Kriegsgebiet in Gaza;

(2) Mit an Sicherheit grenzender Wahrscheinlichkeit ist dies gar kein Foto, sondern insgesamt ein Fake. Es erscheint absolut unwahrscheinlich, dass sich hunderte Kinder in neuen sauberen Kleidern mit bunten Regenschirmen im Hintergrund im strömenden Regen auf einer völlig zerbombten Strasse in Gaza versammeln, alle etwa gleich alt, alle wohlgenährt, baby-pausbäckig (!) mit großen runden Augen (!) und - warum wohl, teils europäisch weißen Gesichtern (!). Besonders Kindergesichter im Hintergrund erscheinen teils unmenschlich und zombiehaft.

Dieses Fake-Foto als Aufmacher nimmt dem Bericht in meinen Augen jede Wirksamkeit.
Im gesamten Artikel gibt es zudem
- keine israelischen Geiseln, die man befreien möchte und
- keine Hamas, die sich weigert, mit 4 Kompanien brutaler Gotteskrieger die Deckung der palästinensischen Zivilisten zu verlassen und die Geiseln zu übergeben.

"Per finire, israeliani e palestinesi meritano uno Stato, pace e stabilità. Pace e stabilità, questo è ciò che merita anche la regione".

Mi., 13.03.2024 - 12:30 Permalink
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Christian I Mi., 13.03.2024 - 13:41

Antwort auf von Peter Gasser

Dieses Bild ist ganz eindeutig kein echtes Foto, das versteht man doch beim ersten Blick! Ausserdem sehen echte Bilder aus Gaza viel schlimmer aus!! Dieses Foto symbolisiert ganz einfach die Tragödie tausender Kinder!
Und a propo einseitige Berichterstattung, sie mùssen es ja wissen, sie sind ja ein wahrer Meister dabei.

Mi., 13.03.2024 - 13:41 Permalink
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Monika Psenner Mi., 13.03.2024 - 17:40

Auch wenn das Foto eine Fake-Foto ist, entspricht der Artikel von Frau Zambai der Realität. Wie furchtbar die Situation im Gazastreifen ist, wird von UNO-Organisationen, von „Ärzte ohne Grenzen“, vom Rotem Kreuz und anderen NGOs, die vor Ort sind, berichtet. Auch in vielen renommierten Mainstream-Medien (z.B. BBC, CNN, The Guardian), denen man nicht einseitige Berichterstattung vorwerfen kann, ist zu lesen, in welch schrecklicher und unmenschlicher Lage sich die Menschen im Gazastreifen befinden. Inzwischen wird auch von den USA, dem engsten Verbündeten Israels, die aggressive Kriegsführung des israelischen Militärs und die katastrophale Lage der Menschen in Gaza kritisiert. Selbst Präsident Biden, der seit er Politiker ist, Israel voll unterstützt, warnt vor einem Angriff auf Rafah, wenn es für die Zivilisten keinen sicheren Ort gibt.

Ich verurteile das Massaker und die Geiselnahme der Hamas am 7. Oktober und ich verurteile den Krieg in Gaza, bei dem schon jetzt weit über 30000 Menschen gestorben sind, darunter circa zwei Drittel Frauen und Kinder. Wie viele Unschuldige müssen noch sterben und wie viele Kinder müssen noch verhungern, bis dieser schreckliche Krieg, der keinen Frieden bringen wird, endlich aufhört?

Ein unterdrücktes Volk in einem besetzten Land wird nicht aufhören sich zu wehren, das tun nicht nur die Palästinenser, das würden auch andere Völker tun, in der Geschichte gibt es genug Beispiele dafür. Selbst wenn es Israel gelingt, die Hamas gänzlich auszulöschen, was viele Kenner der Region bezweifeln, wird es zu keiner Lösung des Nahost-Konfliktes kommen. Solange den Palästinensern keinen eigenen Staat im Land, in dem sie seit vielen Jahrhunderten leben, gegeben wird, wird es keinen Frieden und keine Sicherheit für Israel und die Palästinenser geben.

Um den Nahost-Konflikt zu verstehen, ist es meiner Meinung nach notwendig, die Geschichte Palästinas seit Ende des 19. Jahrhunderts zu kennen.

Mi., 13.03.2024 - 17:40 Permalink
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Peter Gasser Mi., 13.03.2024 - 18:53

Antwort auf von Monika Psenner

Ich teile Ihre Sichtweise zu 100%, teile aber nicht die Methode, das Geschehen mit einem gefälschten und manipulativen “Foto” zu präsentieren (‘hunderte Kinder in neuen sauberen Kleidern, alle etwa gleich alt, alle wohlgenährt, baby-pausbäckig (!) mit großen runden Augen (!) und - warum wohl? - teils europäisch-weißen Gesichtern (!)): das nimmt der Sache, der Wirklichkeit seine Ernsthaftigkeit und meiner Ansicht nach auch die Würde (mag sein, dass ich dies zu eng sehe).
Das ‘Foto’ ist in meinen Augen würdeloser Kitsch, man schaue sich die Gesichter im Vordergrund und im Hintergrund (weiter hinten gar ein Totenkopf) an...
.
Sie schreiben: “Auch wenn das Foto eine Fake-Foto ist, entspricht der Artikel von Frau Zambai der Realität”: das ist wahr und das ist schrecklich - zur der Beschreibung der Realität gehört korrekterweise auch, dass sich dort, und gerade zwischen und unter Frauen und Kindern, 4 Kompanien (mehrere tausend) schwertstbewaffnete fanatische Religionskrieger mit über 100 Geiseln befinden, welche Ursache sind und Mit-Verantwortung an der aktuellen Situation tragen: mit der berechtigten Forderung der Mäßigung des israelischen Heeres bei den Versuchen, Geiseln zu befreien und Vergewaltiger, Folterer und Mörder dingfest zu machen, muss (!) man meiner Ansicht nach im selben Atemzug verlangen, dass die palästinensischen Terroristen und Djihadisten sich nicht in zivilen Strukturen verbergen, die Bevölkerung nicht als Schutzschild missbrauchen, und die Geiseln freigeben.
Wer den Schutz der Zivilbevölkerung nur von einer Seite einfordert, die Freilassung der Geiseln im selben Atemzug nicht einfordert (auch zivile Frauen und Kinder)ja, die palästinensische Hamas gar nicht erwähnt (als gäbe es diese nicht) ist in meinen Augen nicht glaubwürdig.
.
ps: ich erlaube mir anzumerken: es gibt meines Wissens kein “palästinensisches Volk” (auch kein libanesisches, kein jordanisches...), es gibt im gesamten Orient viele arabische Stämme, die in verschiedenen künstlichen Staaten leben.

Mi., 13.03.2024 - 18:53 Permalink
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Monika Psenner Mi., 13.03.2024 - 23:43

Antwort auf von Peter Gasser

Werter Herr Gasser,

Wie in allen Ländern und Regionen, die früher unter Kolonialherrschaft waren, wurden nach der Unabhängigkeit die Grenzen meist beliebig und ohne Rücksicht auf ethnische oder kulturelle Zusammengehörigkeit von den ehemaligen Kolonialmächten gezogen. Das war so in Afrika und auch im Nahen Osten.

Das heutige Palästina, das Land zwischen Jordan und Mittelmeer (der Staat Israel und die Palästinensergebiete Westbank und Gaza) hat über mehrere Jahrhunderte zum Osmanischen Reich gehört und wurde nach dem Zerfall des Osmanischen Reiches das Britische Mandatsgebiet Palästina. Das Land östlich des Flusses Jordan wurde auf Betreiben der Briten zum Emirat Transjordanien, 1946 entstand daraus das Königreich Jordanien. Die Balfour Deklaration der Briten von 1917 versprach der Zionistischen Bewegung die „Errichtung einer nationalen Heimstätte für das jüdische Volk in Palästina“, die Rechte der nicht-jüdischen Bevölkerung in Palästina, die größtenteils muslimische Araber waren, dürften nicht beschnitten werden. 1947 kam es durch die UNO zur Teilung Palästinas in einen jüdischen und arabischen Teil. Die darauffolgende Geschichte des Nahostkonfliktes kennen sie bestimmt.

Es ist mir bekannt, dass manche Menschen den Palästinensern absprechen ein Volk zu sein. Nach meinem Verständnis sind die Palästinenser ein Volk, es geht aber nicht um Namen oder Definitionen, sondern darum, dass die palästinensische Bevölkerung, die seit Jahrhunderten im Land Palästina lebt, ein Recht auf einen eigenen Staat in diesem Land hat.

Es gibt in Nordafrika und im Nahen Osten über 20 arabische Länder, die souveräne Staaten sind. In diesen Ländern spricht man Arabisch und die meisten Menschen sind Muslime. Was die Kultur und die Ethnien anbelangt, gibt es zum Teil große Unterschiede.

Mi., 13.03.2024 - 23:43 Permalink
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Peter Gasser Do., 14.03.2024 - 07:47

Antwort auf von Monika Psenner

Guten Morgen, Frau Psenner,

da bin ich wieder ganz bei Ihnen. Auch kenne ich die Historie des Vorderen Orients in seinen Grundzügen ganz gut.

Zitat: “ Es ist mir bekannt, dass manche Menschen den Palästinensern absprechen ein Volk zu sein. Nach meinem Verständnis sind die Palästinenser ein Volk, es geht aber nicht um Namen oder Definitionen, sondern darum, dass die palästinensische Bevölkerung, die seit Jahrhunderten im Land Palästina lebt, ein Recht auf einen eigenen Staat in diesem Land hat”:
Leider gibt es jene Menschen, die einerseits Israel als Staat abschaffen wollen (z.B. Iran, die Hamas als Regierung der Palästinenser in Gaza und mit dieser 10.000de Palästinenser), bzw. andererseits den Arabern dort keinen eigenen Staat “Palästina” zuerkennen wollen (z.B. die ultraorthodoxen und ultrarechten in Israel und einige israelische Politiker aus Überzeugung oder Opportunität).
Sie und auch ich gehören weder zu den einen noch zu den anderen.

Ich hatte dies bereits mehrfach geschrieben (damit es da kein Missverständnis gibt), siehe auch gestern, 12:30 Uhr als Zitat: “Per finire, israeliani e palestinesi meritano uno Stato, pace e stabilità. Pace e stabilità, questo è ciò che merita anche la regione";
und auch hier hatte ich auf Ihren Kommentar bereits diesbezüglich geschrieben:
“ Peter Gasser, Fr., 16.02.2024 - 11:43, Antwort auf ... Monika Psenner: “Ich sehe das auch so: der Weg führt über eine 2-Staaten-Lösung mit gegenseitiger Anerkennung und religiöser Toleranz zum Frieden. Es ist Platz genug für alle”.
.
“Die fanatischen Kräfte auf beiden Seiten verhindern einen Frieden”, hatten Sie hier früher geschrieben: auch das sehe ich so, dies ist wohl immer und überall Ursache und “Treibstoff” für Unfrieden, für Vergewaltigung, Mord, Bestialität und Krieg.
Leider war der 7. Oktober 23 zum Fanatismus noch einmal eine Dimension an menschenverachtender Bestialität dazu - darum zeigt man der Weltöffentlichkeit weder Fotos noch Videos davon, da es an abgrundtiefer Grausamkeit und Perversität jenseits des Vorstellbaren sein soll.

Do., 14.03.2024 - 07:47 Permalink
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Salto User
Milo Tschurtsch Fr., 15.03.2024 - 22:27

Antwort auf von Monika Psenner

"1947 kam es durch die UNO zur Teilung Palästinas in einen jüdischen und arabischen Teil. Die darauffolgende Geschichte des Nahostkonfliktes kennen sie bestimmt."

Werte Frau Psenner, Sie haben vergessen die Geschichte weiterzuerzählen. Sie geht folgendermaßen: Beiden Teilen Palästinas wurde die Gründung eines eigenen Staates angeboten, Die Juden nahmen an und gründeten den Staat Israel, obwohl sie auf Kerngebiete wie Judäa und Samaria (heute Westjordanland) verzichten mussten. Die Araber nahmen nicht an und gründeten keinen Staat!! Stattdessen verbündeten sie sich mit anderen arabischen Staaten und griffen Israel noch am selben Tag der Staatsgründung an mit dem Ziel es zu vernichten. Das passierte noch mehrmals z.B. 1967 (Sechstagekrieg) und 1973 (Jom Kippur) immer mit demselben Ziel, der Vernichtung Israels.
Aber es lief nicht so wie es gedacht war, die Angreifer verloren ständig, die Angegriffenen (Israel) konnte siegen und zusätzliches Land besetzen, was vorkommen soll, wenn man Angriffskriege anzettelt und verliert. Trotzdem hat Israel im Laufe der Zeit im Zuge von Friedensverhandlungen (Land gegen Frieden) den überaus größten Teil des eroberten Gebietes entweder ganz zurückgegeben (z.B. Sinai) oder militärisch und bevölkerungsmäßig geräumt. Einige Gebiete wurden aus strategischen und historischen Gründen nicht oder nur teilweise geräumt etwa das Westjordanland ( Judäa und Samaria).
Der Gazastreifen wurde komplett geräumt die jüdischen Siedlungen hinterlassen und das ganze Gebiet den Palästinensern zunächst überlassen (2005). Die Bevölkerung hat aber die Chance nicht ergriffen und aus dem Gebiet etwas gemacht, nein der ursprüngliche Plan zur Vernichtung Israels wurde wieder aufgenommen. Man wählte die damals schon verbotene Terrororganisation HAMAS, die Verbindungen in der ganzen Welt hat, baute Tunnels so quasi unter jedem Haus und den öffentlichen Strukturen (Schutzschilde) und beschoss Israel mit allen möglichen Raketen die man beschaffen konnte obwohl man anscheinend arm und abgeriegelt war und Hilfsgelder von nahezu allen westlichen Regierungen erhielt (UNWRA völlig suspekt).
Der Tiefpunkt war der 7. Oktober mit dem unvermittelten grauenvollen Massaker an völlig Unschuldigen. Das hat Israel bewogen die Hamas im Gazastreifen vollkommen zu vernichten, nachdem 20 Jahre lang dem Treiben zugeschaut wurde.
MMn gehören Terrororganisationen die solches tun, nicht in unsere Gesellschaft, denn sie terrorisieren auch die eigenen Leute und auch uns in der westlichen Welt und schaffen es auch immer wieder Unterstützer, vor allem aus einem bestimmten Lager zu rekrutieren. Gegen den IS hat es auch kein anderes Mittel gegeben. Die Zivilbevölkerung muss natürlich geschont und evakuiert werden, was ohnehin so gut es geht versucht wird.
Die Palästinenser sollten den Plan Israel zu vernichten endlich aufgeben und sich zivilisiert an einer Lösung mit internationaler Diplomatie beteiligen, die man sicherlich finden kann. Einige Nachbarländer und einstige Gegner haben sich mit Israel längst arrangiert (Ägypten, Jordanien) andere sind auf dem Weg (Saudi-Arabien).

Fr., 15.03.2024 - 22:27 Permalink
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Salto User
Milo Tschurtsch Sa., 16.03.2024 - 11:51

Antwort auf von Ludwig Thoma

Ich gebe Ihnen recht, kolonial passt gut für Staaten die im Verbund einen anderen Staat der völlig legal gegründet wurde, seit Jahrzehnten angreifen und mit allen Mitteln von der Landkarte tilgen will und dabei nicht davor zurückschreckt verbotene Terrororganisationen zu benutzen.

Sa., 16.03.2024 - 11:51 Permalink
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Ludwig Thoma Sa., 16.03.2024 - 12:22

Antwort auf von Milo Tschurtsch

Ich kann Ihnen nicht helfen. Die Siedlungen in der Westbank bleiben illegal auch wenn Sie das ausblenden. Auch dass der Friedensprozess stillsteht, seit Netanjahu an der Macht ist, blenden Sie aus. Was passiert, wenn der Dialog abgebrochen und auf einseitige Maßnahmen gesetzt wird, kann man grad eindrucksvoll in den Nachrichten verfolgen.

Sa., 16.03.2024 - 12:22 Permalink
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Salto User
Milo Tschurtsch Sa., 16.03.2024 - 18:16

Antwort auf von Ludwig Thoma

Ich kann Ihnen auch nicht helfen. Der Friedensprozess mit einer Terrororganisation kann niemals zu einem Erfolg führen, unabhängig davon ob man die Politik Netanjahus befürwortet oder nicht. MMn führt an der Vernichtung der Hamas (auch im Interesse der Palästinenser in Gaza) kein Weg vorbei. Danach braucht es eine Ent...hamasifizierung der Bevölkerung was auch nicht so schnell gehen wird. Jedenfalls hat das Handeln der Palästinenser im Gazastreifen in den letzten 20 Jahren (Ziel : Vernichtung Israels) sicherlich den Friedensprozess nicht gerade befördert.
Was das Westjordanland anbelangt so kann die Situation dort als "umstritten" also als keineswegs als eindeutig geklärt bezeichnet werden und ist komplizierter als gemeinhin bekannt. Die Siedlungstätigkeit wird oft auf alte Besitz-Verträge zurückgeführt, die niemals außer Kraft gesetzt wurden, zusätzliches Land wurde durch Kauf jüdischer Siedler von ausländischer Besitzern erworben, die arabischen Pächter dann durch die neuen Besitzer (Siedler) abgelöst, was zu gewaltsamen Aktionen geführt hat usw.
Zur Geschichte: Jordanien besetzte die Westbank in einem völkerrechtswidrigen Angriffskrieg und annektierte sie 1950, was international nicht anerkannt wurde. 1988 gab Amman die Ansprüche auf die Westbank auf. Insofern kann das Westjordanland nicht als besetztes Gebiet gelten, da es zuvor nicht der rechtmäßigen Souveränität eines anderen Staates unterstand, denn "Besetzen" ist ein Begriff der sich auf souveräne Staaten bezieht. Es handelt sich deshalb um ein umstrittenes Territorium, auf das sowohl Israel als auch die Palästinenser Ansprüche erheben. Die Klärung dieser territorialen Streitigkeiten obliegt bilateralen Verhandlungen der Konfliktparteien. Dieser Argumentation kann man folgen oder nicht (es gibt Gutachten die dafür sprechen).
Die Argumentation der völkerrechtlichen Perspektive stützt sich hingegen auf Artikel 49 der 4. Genfer Konvention (entstanden unter der NS-Bevölkerungspolitik in Osteuropa), der es einer Besatzungsmacht untersagt, eigene Bevölkerung in das besetzte Gebiet zu transferieren. Aus Sicht Israels (wiederum auf Gutachten gestützt) sind Siedler aber kein gewaltsamer Bevölkerungstranfer sondern erfolgt freiwillig und Israel ist keine Besatzungsmacht weil das Westjordanland nie ein souveräner Staat war (arabische Staatsgründung wurde 1948 abgelehnt). Das Oslo-Abkommen (Friedensabkommen Arafat-Israel) sieht übrigens kein Verbot des Siedlungsbaus vor. Die Sache ist also alles andere als eindeutig.
Israel geht es neben den historischen vor allem um unverzichtbare Sicherheitsinteressen aufgrund der feindlichen Umgebung und um strategische Interessen, wobei man sehen muss dass Israel schon mehrfach zu territorialen Kompromissen von zuvor bei feindlichem Angriffskrieg erobertem Land bereit war.

Sa., 16.03.2024 - 18:16 Permalink
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Ludwig Thoma Sa., 16.03.2024 - 18:43

Antwort auf von Milo Tschurtsch

Der Friedensprozess wurde von Netanjahu abgebrochen, als die Hamas eine untergeordnete Rolle gespielt hat. Vielmehr hat der einseitige Abzug aus dem Gazastreifen die radikaleren Kräfte bei den Palästinensern gestärkt. Ihre "Hier die Guten, dort die Bösen" Rhetorik mag bei einigen Saltonutzern gut ankommen, ist mir aber zu flach.
Ich empfehle Ihnen von Muriel Asseburg, Palästina und die Palästinenser zu lesen.

Sa., 16.03.2024 - 18:43 Permalink
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Salto User
Milo Tschurtsch Sa., 16.03.2024 - 22:19

Antwort auf von Ludwig Thoma

Naja wenn der Abzug aus dem Gazastreifen die radikalen Kräfte der Palästinenser gestärkt hat und diese Radikalisierung bzw. der 20jährige Beschuss aus dem nicht mehr besetzten Gazastreifen den Israelis anzulasten ist, dann ist es besser sie ziehen sich nicht auch noch aus dem Westjordanland zurück, sonst könnte dasselbe dort auch noch passieren. Ironie Ende.
Aber um Gut und Böse geht es hier gar nicht, sondern um Recht und Unrecht und um das große Ganze. Und das große Ganze begann am 15. Mai 1948. Da griffen die Streitkräfte Ägyptens, Jordaniens, Syriens, des Libanon und des Irak in der Nacht nach der Staatsgründung, die völlig legal erfolgt war, Israel an.
Und diese Obsession Israel zu vernichten, die bis heute anhält ist die Ursache allen Übels. Ich verteidige Israel nicht nur deshalb, sondern auch deswegen weil es die einzige Demokratie in der Region ist, was nicht heißt dass man bei dieser komplizierten Gemengelage zwangsläufig auch vieles falsch machen kann. Die anderen Staaten werden aber aus Motiven geleitet, die nicht demokratischen Prinzipien entspringen, was natürlich deren Sache ist, solange sie sich auf sich selbst beschränken. Die Scharia die vielerorts vorherrschend und Grundlage des Handelns auch gegenüber Israel ist, ist aber aus unserer Sicht kein menschenfreundliches Prinzip, im Gegenteil und die Versuche diese "Werte" sogar in Europa zu legitimieren lehne ich ab. Deshalb sollte die radikale Ausprägung in Form der Hamas mMn keine Zukunft haben.

Sa., 16.03.2024 - 22:19 Permalink
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Monika Psenner So., 17.03.2024 - 00:10

Antwort auf von Milo Tschurtsch

Werter Herr Tschurtsch,

Anmerkung zu Ihrem Kommentar von Fr., 15.03.2024 - 22:27

Ich habe nicht vergessen die Geschichte weiterzuerzählen. Mein Kommentar hat sich auf eine Anmerkung von Herrn Gasser bezogen. Ich habe unter anderem darin dargelegt, warum es ein palästinensisches Volk gibt. In diesem Zusammenhang habe ich einen kurzen Abriss der Geschehnisse in Palästina bis 1947 gegeben, aber nicht die Geschichte erzählt. Es wäre anmaßend von mir in einem Kommentar zu einem Artikel die sehr komplexe Geschichte von Palästina erzählen zu wollen.
Auch Ihr Kommentar erzählt nicht die Geschichte nach 1947, sondern ist bestens eine sehr kurze Zusammenfassung der Geschehnisse nach 1947, die nicht immer den Fakten entspricht. Dazu nur einige Anmerkungen:

„Die Juden nahmen an und gründeten den Staat Israel, obwohl sie auf Kerngebiete wie Judäa und Samaria (heute Westjordanland) verzichten mussten.“
Was meinen sie damit, dass Israel auf Judäa und Samaria verzichten musste. Die Palästinensische Bevölkerung hat das Land, auf dem sich heute der Staat Israel, sowie die Westbank (= Westjordanland) und Gaza befindet, seit vielen Jahrhunderten bewohnt, sie waren es, die auf viel Teile des Landes verzichten mussten.

„Die Palästinenser sollten den Plan Israel zu vernichten endlich aufgeben und sich zivilisiert an einer Lösung mit internationaler Diplomatie beteiligen“
Das stimmt so nicht, es trifft nur für die Hamas zu. In den Osloer Verträgen, die in den 1990iger Jahren zwischen Israel und der PLO geschlossen wurden, erkannte die PLO das Existenzrecht Israels an.

Der Wunsch der Hamas den Staat Israel zu vernichten ist zu verurteilen. Es glaubt aber wohl niemand im Ernst, dass die Hamas dazu fähig wäre. Die israelische Armee gilt weltweit als eine der besten und schlagkräftigsten Armeen und noch dazu ist Israel ist eine Atommacht.

So., 17.03.2024 - 00:10 Permalink
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Peter Gasser So., 17.03.2024 - 08:29

Antwort auf von Monika Psenner

Ich hatte meinerseits schon bekräftigt, dass ich Ihre Sichtweise, Frau Psenner, zum Geschichtlichen und zum Zeitgeschehen teile - dem anfügend möchte ich einige Anmerkungen zu Ihrem letzten Absatz beizubringen (Zitat):
“Das stimmt so nicht, es trifft nur für die Hamas zu. In den Osloer Verträgen, die in den 1990iger Jahren zwischen Israel und der PLO geschlossen wurden, erkannte die PLO das Existenzrecht Israels an. Der Wunsch der Hamas den Staat Israel zu vernichten ist zu verurteilen. Es glaubt aber wohl niemand im Ernst, dass die Hamas dazu fähig wäre”:

(1) Leider aber regiert jetzt nicht mehr die PLO, die Israel anerkannt hatte (vielleicht gar darum?). Die Hamas ist nicht nur die derzeitige palästinensische (und auch im Inneren äußerst brutale und terroristische) Führung in Gaza, sondern auch mit über 30.000 schwerstbewaffneten palästinensischen Söldnern wohl beinahe in jeder Gaza-Großfamilie verwurzelt - zu sagen, die Hamas sei das eine und die Gaza-Palästinenser seinen etwas völlig anderes, trifft in Wirklichkeit eher nicht zu; auch scheint ja ‘jedes’ Haus in Gaza untertunnelt...

(2) Die Vernichtung Israels und der Juden ist zudem nicht “Wunsch” der Hamas, sondern in deren Carta festgeschriebenes Ziel und Glaubenssatz - darin sehe ich einen qualitativen Unterschied (ist etwas mein “Wunsch”, oder ist etwas mein “Grundgesetz”).

(3) Allein schafft die Hamas die Vernichtung Israels nicht, sie kann als Terrororganisation aber immer wieder Raketen auf Zivilisten schießen, vergewaltigen, morden und eine gesamte junge Generation zu hasserfüllten Gotteskriegern und Condottieri der Pasdaran im Iran und der Milliarden aus Katar machen (wie es aussieht auch mit Geldern aus Europa und Unterstützung des UNRWA). Dass es sich hierbei auch um einen Konflikt zwischen Saudi Arabien und dem Iran handelt (also um einen inner-islamischen “Religionskrieg”), und die armen Palästinenser von ihren arabischen Brüdern als Mittel zum Zweck missbraucht werden, ist auch Teil der komplexen Zeit-Geschichte; dass der Hamasführer mit einem Privatvermögen von mehreren Milliarden Dollar (!! nicht Millionen) und seinen Luxusvillen, Luxusjachten, Luxusautos außerhalb des Gaza ein gekaufter Condottiere des Iran und Katars ist, ist doch Allgemeinwissen (von wegen “arm”, auch die Hamas als Organisation hat einen Milliardenumsatz pro Jahr!).
Dass Israel in den letzten Jahren, bezahlt vom Iran und Katar, von islamischen Gotteskriegern “eingekreist” worden ist (Hamas im Südwesten und Westbank, Hisbollah im Norden, Huthi im Süden...) ist Zeitgeschichte, und dass der 7. Oktober der Start eines großen Vernichtungskrieges sein sollte, auch. Es gibt einen einzigen (!!) Grund, so sagen es Militärexperten, warum die Hisbollah (mit ihren Kurzstreckenraketen) und der Iran (mit seinen Langstreckenraketen) nicht “mitgemacht”, bzw. angegriffen haben: und das ist der 2. Flugzeugträger, den die USA “vorsorglich” ins östliche Mittelmehr entsendet hatten. Sowohl die Hisbollah als auch der Iran wären nur zu einem Erstschlag fähig gewesen, und hätten sich dabei leergeschossen: hätten Israel und seine Verbündeten VOR ORT das überlebt, wären die Hisbollah und der Iran “nackt” dagestanden: die Flugzeugträger der USA (!) haben diesen totalen Vernichtungskrieg verhindert.
Leider ist es so, auch wenn man es nicht wahrhaben will: Abschreckung mit Militärmacht funktioniert (etwas, was die Europäer bei Putin noch immer nicht verstanden haben; und auch Putin befeuert den Konflikt in Israel).
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Zitat: “Die Palästinensische Bevölkerung hat das Land, auf dem sich heute der Staat Israel, sowie die Westbank (= Westjordanland) und Gaza befindet, seit vielen Jahrhunderten bewohnt, sie waren es, die auf viel Teile des Landes verzichten mussten”:
hierzu informiert Yuval Noah Harari über folgenden geschichtlichen Umstand (ich hatte das Interview bereits verlinkt https://www.spiegel.de/ausland/yuval-noah-harari-ueber-israel-als-wuerd…):
“Von den progressiven Linken im Westen hören wir derzeit viel zum Thema Kolonialismus, was natürlich auch den Globalen Süden stark beschäftigt. Israel wird als europäische Kolonialmacht betrachtet. Man lässt völlig außer Acht, dass ein großer Teil der Israelis aus dem Nahen Osten stammt und nach 1948 aus anderen Ländern der Region wie dem Irak, Ägypten oder aus dem Jemen flüchten mussten”. Israelis und deren Nachkommen sind großteils auch im arabischen Raum Vertriebene wie die Palästinenser.

So., 17.03.2024 - 08:29 Permalink
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Peter Gasser Do., 14.03.2024 - 07:59

Antwort auf von patrizia zambai

Besten Dank für Ihre Replik. Das ist mir neu, als Leser geht man davon aus, dass auch die Fotos als Teil des Artikels vom Autor stammen (“Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community”); warum die Redaktion hier ein derart hochmanipulatives Fake-Bild einfügen wollte, erschliesst sich dem Leser nicht.
Auch bin ich der Ansicht, dass man, wenn man vom Angriff des israelischen Heeres auf jetzt zum Beispiel Rafah den Umstand, dass sich leider dort zwischen Zivilisten feige und mit Propaganda-Absicht (vorwiegend Alten, Frauen und Kindern) leider und absichtlich 4 Kompanien schwertsbewaffneter Terroristen und Dschihadisten verstecken und aus diesen Zivilisten heraus Krieg führen, und dass diese Verbrecher dort 100 geraubte Menschen gefangen halten, eben nicht “vergessen” darf.
Nur die ganze Wahrheit ist die Wahrheit: in Ihrem Artikel kommen weder die Geiseln noch die Terroristen der Hamas vor, auch nicht die Weigerung der Hamas, die Geiseln freizugeben, bzw. sich von zivilen Einrichtungen und Zivilisten fernzuhalten, und diese nicht als Kampf-Raum zu missbrauchen.
Auch vergessen Sie zu erwähnen, dass die Bevölkerung des Gaza selbst seit Jahren unter der brutalen Terrorherrschaft der Hamas leidet, und dass der große Missbrauch dieser armen Menschen durch den Iran geschieht, der diese als Brückenkopf zur Vernichtung Israels benutzt. Und dass der Führer der Gaza-Palästinenser privat ein Vermögen von mehreren Milliarden (nicht Millionen) Euro hat, Waffenhändler ist und in Luxusvillen wohnt - natürlich nicht im von allen (!) missbrauchten Gaza-Streifen. Der große Missbrauch an den Gaza-Palästinenser geschieht durch die Hamas, als ihre eigene Führung, selbst und den Iran zur Vernichtung und Beseitigung des Staates Israel.
Aber das will man eben nicht sehen, es macht die Wirklichkeit komplex und stört “das schöne Märchen” von hier nur Gut und dort nur Böse. Darum keine echte Hamas, keine echten Geiseln, kein echter Iran, aber ein unechtes, hochmanipulatves Fake-Bild in Ihrem Artikel...?

Do., 14.03.2024 - 07:59 Permalink
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Monika Psenner Do., 14.03.2024 - 12:22

Antwort auf von Peter Gasser

Werter Herr Gasser,
da Sie sich ja für den Nahost-Konflikt interessieren, rate ich Ihnen die folgenden 2 Bücher zu lesen:
“Der Sohn des Generals“ von Miko Peled (israelisch-amerikanischer Autor und Menschenrechts-Aktivist)
und „Die ethnische Säuberung Palästinas“ von Ilan Pappe (israelischer Historiker und Autor).
Ich könnte Ihnen noch diverse andere interessante Bücher zu diesem Thema aufzählen, aber diese beiden Bücher sind , meiner Meinung nach, besonders lesenswert.
Von diesen beiden Autoren gibt es auch diverse interessante Podcasts auf YouTube (ist aber alles in Englisch). Die sehr interessanten und hochaktuellen Podcasts auf YouTube von Gideon Levi (israelischer Journalist bei der israelischen Zeitung Haaretz) kann ich ihnen auch empfehlen.
Die oben genannten Bücher und Podcasts tragen dazu bei, ein komplexeres, umfassenderes und ausgewogenes Bild über den Nahostkonflikt zu bekommen, als es von vielen Mainstream-Zeitungen vermittelt wird, vor allem im deutschsprachigen Raum, aber auch in vielen anderen westlichen Ländern.

Ein interessantes und sehr lesenswertes Buch, das ich Ihnen sehr empfehlen kann, und das kürzlich auch in deutscher Sprache herausgegeben wurde ist: "Der Hundertjährige Krieg in Palästina" von Rhasid Khalidi (palästinensisch-amerikanischer Historiker)

Do., 14.03.2024 - 12:22 Permalink
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Peter Gasser Do., 14.03.2024 - 22:37

Antwort auf von Monika Psenner

... ja, besten Dank, ich informiere mich jetzt und lese einige Rezensionen.
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Inzwischen finde ich diesen Beitrag sehr gut:

https://www.spiegel.de/ausland/yuval-noah-harari-ueber-israel-als-wuerd…

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auch diesen Beitrag:
https://internationalepolitik.de/de/eine-zukunft-fuer-gaza

Muriel Asseburg & René Wildangel:
“ Zudem sollten konservative und islamistische politische Kräfte anders als nach den Wahlen 2006 nicht ausgegrenzt werden. Es liegt auf der Hand, dass diejenigen, die politisch und militärisch für den Terror des 7. Oktober verantwortlich zeichnen, nicht Teil einer neuen Führungsstruktur sein können”.

Do., 14.03.2024 - 22:37 Permalink
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Peter Gasser Fr., 15.03.2024 - 20:16

Antwort auf von Peter Gasser

Nachtrag, 15. März:

Wie die israelische Zeitung Ha'aretz vergangene Woche mit Verweis auf die hamasnahe Website Hamas Al-Majd Security berichtete, will die Terrorgruppe HAMAS verhindern, dass palästinensische Einzelpersonen oder Gruppen Israels Armee bei der Verteilung der Hilfsgüter helfen: "Der Versuch der Israelis, mit den Führern und Clans einiger Familien zu kommunizieren, um im Gazastreifen zu operieren, wird als direkte Kollaboration mit der Besatzung betrachtet und ist ein Verrat an der Nation, den wir nicht tolerieren werden", wird aus dem Beitrag zitiert.
Die Hamas will also Palästinenser, Frauen, Kinder, die von der israelischen Armee Hilfsgüter entgegennehmen und verteilen, als Collaborateure hinrichten.
Das eigene Volk muss arm sein, hungern und bluten, das braucht die milliardenschwere Hamas für ihre Propaganda.

Fr., 15.03.2024 - 20:16 Permalink
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Peter Gasser Sa., 16.03.2024 - 14:45

Antwort auf von patrizia zambai

Nachfrage:
wenn die “Redaktion”, wie Sie hier schreiben (ich lese dies nur), dieses Fake-Foto oder diese KI-Manipulation selbst in den Text eingefügt hat, dann ist doch eher unverständlich, dass die falsche Bezeichnung “Foto” und die falsche Urheberschaft “Foto: greenreport.it”, da es kein Foto ist und nicht von greenreport.it abgelichtet worden ist (es ja offensichtlich kein Foto), stehen bleibt, nachdem dies aufgedeckt ist.

Woher dieses künstliche Machwerk stammt, scheint unklar - ich konnte es nicht recherchieren...
Das Belassen dieses äußerst geschmacklosen “Machwerkes” als “Foto” verstößt meines Wissens und meiner Meinung nach gegen jede journalistische Praxis und Berufs-Ethik, sehen Sie das nicht auch so?

Diese offensichtlich gefälschte Manipulation mit pausbäckig-großäugig und weißhäutigen “Puppenkindern” und verstörenden Kunstfratzen im Hintergrund in Ihrem Artikel stört Sie nicht - das nimmt dem Bericht doch Ernsthaftig- und Wertigkeit?

Wollen Sie der Glaubwürdigkeit willen dieses geschmacklose “Fake” nicht doch entfernen lassen, frage ich höflich?

Sa., 16.03.2024 - 14:45 Permalink
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Christian I Do., 14.03.2024 - 11:42

"Nur die ganze Wahrheit ist die Wahrheit" und das vom Gasser gesagt! Einfach genial! :-) Wenn man ihre Artikel über Ukraine liest, da findet man nur die ganze Wahrheit und nichts andere als die ganze und absolute Wahrheit........
Und die ganze Wahrheit kennt man sowieso nicht, die ganze Wahrheit kennen nicht ein mal die, die das alles auf der eigenen Haut erleben müssen, geschweige denn wir was alles nur aus großteils kontrollierte Medien erfahren!

Do., 14.03.2024 - 11:42 Permalink
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Peter Gasser Do., 14.03.2024 - 14:54

Antwort auf von Christian I

“Nur die ganze Wahrheit ist die Wahrheit” ist ein Sprichwort, das benutzt wird, wenn jemand in der Darstellung eines Sachverhaltes eine (bekannten) Teil des Geschehens absichtlich weglässt: im Artikel gibt es keinen 7. Oktober 23, keine Geiseln, die ein Recht auf Befreiung haben), keine Hamas-Terror-Brigaden, die sich in zivilen Strukturen und zwischen Frauen und Kindern verstecken und von diesen heraus Krieg führen und damit ursächlich für den Tod vieler Frauen und Kinder verantwortlich sind, keine Dschihadisten, keine Hisbhallah, keinen Iran, der mit der Hamas und Hisbhollah die Vernichtung Israels als Staat und aller Juden zum offene erklärten Ziel hat.
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Jetzt kennen Sie das Sprichwort und seine Bedeutung.
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ps: und ja, Putin ist ein Verbrecher und Mörder, Putin-Russland ist der Täter, die Ukraine ist das Opfer.
Das kann man nicht nur, das muss man klar benennen, so meine Meinung.

Do., 14.03.2024 - 14:54 Permalink