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È mai esistito un “Tirolo storico”?

La provincia asburgica del Tirolo al centro del convegno „Vormärz – Una storia condivisa trentino-tirolese“: intervista agli storici Francesca Brunet e Florian Huber.
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Come studiare adeguatamente una storia di frontiera? Partendo da questo interrogativo, il convegno internazionale dal titolo “Vormärz. Una storia condivisa trentino-tirolese”, organizzato giovedì 11 e venerdì 12 dicembre dal Centro di competenza Storia regionale (CeStor) presso la Libera Università di Bolzano, indagherà il periodo fondativo del Tirolo “moderno” tra 1816 e 1848. All’invito del CeStor hanno aderito 15 relatrici e relatori da tre paesi – Marco Bellabarba, Marcello Bonazza, Laurence Cole, Isabella Consolati, Ellinor Forster, Margareth Lanzinger, Tommaso Mariotti, Marco Meriggi, Mauro Nequirito, Mirko Saltori, Astrid von Schlachta, Stephanie Schlesier, Michael Span, cui si aggiungono i curatori del convegno Florian Huber e Francesca Brunet – i quali analizzeranno la storia condivisa trentina-tirolese sotto vari profili: da quelli metodologici e storiografici, agli strumenti della storia amministrativa, culturale, economica, del diritto e della Chiesa. Secondo il CeStor, "Trentino e Tirolo – la parte italiana e la parte tedesca del Land – sono da studiare e comprendere in relazione, non in comparazione tra loro: ed è partendo da tale presupposto che il convegno vuole esplorare nuovi terreni scientifici". La due giorni storica si terrà in tedesco e italiano, con traduzione simultanea. La partecipazione è gratuita e libera.

Abbiamo posto alcune domande ai due curatori, gli storici Francesca Brunet (Trento) e Florian Huber (Bolzano, Centro di competenza Storia regionale).

Il convegno „Vormärz – Una storia condivisa trentino-tirolese“ intende illuminare un periodo della storia della monarchia asburgica poco indagato e conosciuto, appunto, il Vormärz. Ci potreste dare una definizione di tale periodo?

Brunet e Huber: "Il termine “Vormärz” originariamente indicava un’epoca della letteratura tedesca, soprattutto di opposizione, prima della “rivoluzione di marzo” del 1848. La storiografia tedesca ha adottato questa categoria descrivendo generalmente il cosiddetto “lungo decennio” precedente la rivoluzione del 1848, dal 1830. Noi usiamo questo termine in senso più ampio, comprendendo anche il periodo normalmente indicato come “Restaurazione”, e precisamente dal 1816, anno di costituzione del Tirolo come Kronland [provincia della corona asburgica, ndr]. Una serie di considerazioni ci induce ad utilizzare, per il Tirolo, un’unica categoria che comprenda l’intero periodo 1816-1848: se per alcune aree europee, o anche per alcune altre province della Monarchia asburgica, gli anni intorno al 1830 rappresentano una cesura sul piano dei mutamenti sociali, dei più consapevoli movimenti nazionali ecc., ciò non vale per il Tirolo, che mantenne un certo grado di omogeneità per tutta la prima metà dell’Ottocento".

Quali implicazioni ebbe il Vormärz sull'identità della provincia tirolese, quello che oggi definiamo „Tirolo storico“ o – più politicamente – „Euregio“? Esisteva allora un „Tirolo storico“?

"Partiamo da quest’ultimo punto, che solleva una questione terminologica niente affatto scontata, ossia: cosa si intendeva, nel Vormärz, per Alt-Tirol, “Tirolo storico”? L’espressione “Alt-Tirol”, che ad esempio si trova nel Reisehandbuch durch das Erzherzogtum Österreich (1834) di Adolf Schmidl non comprendeva l’intero Kronland - quello che oggi viene appunto chiamato “Tirolo storico” - bensì solo i territori dell’antica contea, esistente fino al 1803. E allora: cos’era il Tirolo? Quello che vorremmo capire, grazie agli studiosi che interverranno al convegno, è proprio questo: esisteva nel Vormärz un Tirolo? Gli abitanti di questa regione compresa tra Kufstein ed Ala si identificavano con un territorio comune, condividevano un unico spazio di azione e di percezione? La domanda è ancora aperta: una storia complessiva, intrecciata, una geteilte Geschichte appunto, del Trentino-Tirolo non si è mai veramente sviluppata. Per molto tempo ha dominato un cosiddetto nazionalismo concettuale con due storiografie divise. Il risultato è una duplice lacuna della storiografia sul Vormärz trentino-tirolese. È vero che negli ultimi decenni questo antagonismo nazionale, sul piano storiografico, è stato via via superato, dando risultati scientifici considerevoli. Tuttavia, opere storiografiche generali, comprendenti entrambe le parti della regione, sono quasi inesistenti; soprattutto in relazione al Vormärz".

Il Tirolo “storico” esistette a tutti gli effetti? Gli abitanti di questa regione compresa tra Ala e Kufstein si identificavano con un territorio comune, condividendo un unico spazio di azione e di percezione? Cos’era per loro il “Tirolo”, cos’era il “Trentino”, ed in che senso si utilizzavano queste due definizioni? E soprattutto: come si può indagare tutto ciò da un punto di vista storico? 

Nella mappa che compare sul depliant del convegno si vedono i confini delle diocesi (Trento, Bressanone, Salzburg) non coincidenti con quelli attuali, conseguenza delle guerre mondiali. Quale ruolo esercitava la Chiesa nel Tirolo dopo la secolarizzazione?

"Le chiese tirolesi, come nel resto dell’Impero Asburgico, durante il sistema repressivo del Vormärz avevano un ruolo politico-amministrativo fondamentale: assieme alla burocrazia e all’esercito erano uno dei pilastri antirivoluzionari sui quali si fondava lo stato postnapoleonico. Così, paradossalmente, grazie alla secolarizzazione il potere politico della chiesa aumentò. La funzione della Chiesa come organo statale fece emergere però opposizioni politiche e religiose di vario tipo; non a caso il famoso filosofo e teologo roveretano Antonio Rosmini scrisse le sue “Cinque piaghe della Santa Chiesa” proprio durante la sua permanenza nella Trento vormärziana. Le chiese tirolesi del Vormärz dunque erano caratterizzate da diverse correnti piuttosto discordanti: la gerarchia ecclesiastica a Trento e a Bressanone ufficialmente sorreggeva lo stato, anzi, ne era parte, mentre una grande parte del clero giovane, non solo colto, ma anche di cura nelle campagne, rigettava il sistema del Staatskirchentum asburgico. Certo, le scelte politico-religiose di questo clero di opposizione erano molto diverse: mentre nel Tirolo italiano esso tendeva molto verso un cattolicesimo liberale, nel Tirolo tedesco fu una corrente molto conservatrice ad imporsi".

Com'era connotato il Vormärz dal punto di vista politico? Nel Land Tirolo ci furono tendenze rivoluzionarie?

"Di vere e proprie tendenze rivoluzionarie, nel Tirolo del Vormärz, si deve parlare con una certa cautela. È anzitutto da rilevare che il Tirolo – che pur, almeno nella sua parte meridionale, aveva stretti rapporti con il confinante Regno Lombardo-Veneto – non venne toccato dalle esperienze eversive delle vicine province italiane dell’impero asburgico: né dalla Carboneria e dalla cosiddetta Federazione Italiana, che si diffusero nei primi anni Venti dell’Ottocento, la prima in Polesine e la seconda in Lombardia; né dalla più articolata organizzazione della Giovine Italia, anch’essa ampiamente diffusa in Lombardia negli anni Trenta. Piuttosto – a questo tema è dedicata una specifica relazione, di Mirko Saltori – sono da segnalare alcuni singoli percorsi biografici di individui che, in vario modo, si opposero al governo, e che spesso finirono per vivere lunghi periodi della loro esistenza in esilio. Dagli anni Quaranta, inoltre, nel Tirolo tedesco si registra una piccola ma significativa penetrazione, soprattutto dalla vicina Svizzera, delle prime associazioni comuniste fra artigiani. Oltre a queste tendenze rivoluzionarie si devono notare anche più ampie frazioni di opposizione moderata; ad esempio i circoli liberali attorno a Joseph Streiter a Bolzano, oppure l’Accademia degli Agiati di Rovereto".

Possiamo vedere nel Vormärz elementi premonitori della disgregazione della „unità tirolese“ di cui si parla ancora oggi?

"Come abbiamo detto sopra, quello che ci chiediamo è, a monte, se questa “unità tirolese” esistesse o meno, o quantomeno fino a che punto. Proviamo ad interrogare alcuni autori del periodo di cui ci occupiamo. Diversi autori di lingua italiana, come Gioseffo Pinamonti, Agostino Perini, Giuseppe Frapporti, negavano risolutamente questa unità, ravvisando le differenze tra Tirolo e Trentino nella lingua, nella geografia, nel clima, nella storia. Per loro, l’unificazione del 1816 rappresentava un’ingiustizia storica, che avrebbe svantaggiato economicamente la parte italiana del Tirolo, e posto i suoi abitanti sotto controllo politico e burocratico; ritenevano, in breve, che dopo il 1816 il Tirolo tedesco avesse “colonizzato” quello italiano: una posizione che si sarebbe certo caricata di tensione politica dal 1848. Per contro, gli autori di lingua tedesca, di impronta sia conservatrice che liberale, tratteggiavano il Tirolo come terra genuinamente ed inequivocabilmente tedesca. La natura bilingue di questa entità amministrativa veniva, semplicemente, negata: come faceva, ad esempio, Beda Weber, secondo il quale i contadini del Tirolo meridionale sarebbero stati in origine tedeschi, e solo nel corso della storia si sarebbero progressivamente italianizzati. Ecco: quello che vorremmo è anzitutto chiarire i termini, l’estensione, le contraddizioni di questa “unità”, cercando di illuminare un periodo fondamentale, ma poco conosciuto, della storia tirolese". 

Il programma dettagliato del convegno è disponibile qui.

Trachtenpaare aus dem Zillertal, aus Cavalese, Trient und Ampezzo, Eduard Gurk, 1838 (© Südtiroler Landesarchiv)

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Martin B. Fr., 12.12.2014 - 14:04

Antwort auf von Gabriele Di Luca

Genau diese Kreise um RL reden immer nur von Süd- Nord- und Osttirol. Sie scheinen damit zu bestätigen, das Welschtirol keine Gleichberechtigung hat und hatte. Es sei die Fragestellung angebracht ob Welschtirol zu anderen Gebieten als dem deutschssprachigen Tirol nähere bzw. wichtigere kulturelle, wirtschaftliche, politische, militärische Kontakte unterhielt. Ansonsten verliert man den Kontext.

Fr., 12.12.2014 - 14:04 Permalink
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Martin B. Fr., 12.12.2014 - 13:54

Genauso könnte man fragen ob es jemals eine historische italische Nation gab. Nationale und patriotische Gefühle und Strömungen sind m.M. nur sehr subjektiv von Historikern zu sezieren. Ein Thema mit weitem Interpretationsspielraum auch unter Experten.

Fr., 12.12.2014 - 13:54 Permalink