Politik | Intervista

“La SVP ha più problemi di noi”

L’ex capogruppo a Bolzano Franca Berti punta il dito contro gli errori strategici nel PD. Ma mette in guardia la SVP: “se fanno fuori Spagnolli rischiano grosso".

Sono ore convulse queste in comune a Bolzano. A 17 giorni dal ballottaggio del 24 giugno appaiono sempre più in alto mare le consultazioni del sindaco Spagnolli, nell’ottica della formazione di una maggioranza per il consiglio comunale. SVP ed Ecosociali restano sulle loro posizioni che appaiono sempre più come poli opposti di un campo magnetico. 

E come se non bastasse ora scoppiano i casi personali. Prima la possibile decadenza di uno dei protagonisti più discussi della campagna elettorale, quel Matteo Bonvicini passato dalla possibile candidatura a sindaco per il centrodestra al ruolo invece di più fedele scudiero del sindaco uscente. Nelle ultime ore a minacciare di mollare tutto è invece Chiara Pasquali, assessore all’urbanistica, che rischia di essere sacrificata su molteplici altari. Non solo quello di Benko ma anche su quello della sinistra del PD uscita fortemente ridimensionata dalle urne anche per l’exploit di preferenze ottenuto da diversi membri del centro del partito.

In sostanza Pasquali lamenta di essere stata lasciata sola e di essere stata ‘tradita’. Mentre si metteva in gioco nel dialogo con i cittadini nell’ottica di una nuova gestione partecipata dello sviluppo urbanistico della città, in realtà l’assessora veniva sorpassata da una parte dai No Benko e dall’altra da colleghi di partito desiderosi di prendersi il suo posto. 

In merito alla complessa situazione abbiamo allora pensato di chiedere una riflessione a chi non ha più niente da perdere e cioè a quella Franca Berti che nella scorsa legislatura in consiglio comunale grazie al suo ruolo di capogruppo ha dovuto compiere il pesante e doppio compito di tenere compatto il suo partito e dialogare con la complessa costellazione del mosaico di partner politici di cui si è avvalso Spagnolli durante il suo secondo mandato.

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Franca Berti: a suo tempo abbiamo fatto una riflessione sulla crisi delle donne del PD. Oggi a quella crisi possiamo sovrapporre la debacle di quella parte del partito che una volta si chiamava sinistra. 
Il problema vero sta nel come si è organizzato il partito prima della campagna elettorale. Sono mancati sia una linea che delle guide vere e proprie. Sono stati messi in gioco molti tatticismi e nessuna strategia. Si è persa l’idea di una Partito Democratico come forza aggregativa non solo tra aree politiche anche tra modi diversi di vedere la società. La sinistra doveva avere uno spazio, ma in questo senso certo non ha aiutato anche il fatto che la politica nazionale del partito è sempre più spostata verso il centrodestra. Il partito ne è stato snaturato. 

In questo contesto Liliana Di Fede è una vittima?
Sì, è la vittima di un tatticismo completamente sbagliato. E della mancanza di un accordo vero tra PD e SVP. 

Il colpevole è Carlo Costa?
Non c’è un unico responsabile. Oltre alla segretaria avevamo un presidente dell’assemblea del partito, un assessore provinciale e un consigliere provinciale. Avevamo anche una deputata, Luisa Gnecchi, che adesso fa il censore. Ma prima dov’era? E Gianclaudio Bressa dov’era? Del fatto che le cose non andavano me ne ero accorta già prima, quando il gruppo del PD nel consiglio comunale di Bolzano di fatto era quello che teneva in piedi la linea politica e programmatica del partito. 


Franca Berti

Spagnolli come si sta muovendo? Ancora una volta in maniera completamente indipendente rispetto al partito?
Direi di no. Perché in qualche modo anche la lista del sindaco è stata condivisa e coordinata dai vertici del PD. L’operazione della Civica non è stata condivisa con il resto del partito. Lo spazio dato ad Elena Artioli e Degasperi è stato dato prematuramente. E quella linea politica alla fine si è rivelata perdente. 

Spagnolli riuscirà a venirne fuori?
La situazione è molto critica. Penso francamente anche che i punti proposti dagli ecosociali non siano sostenibili. 

La loro ormai è opposizione dura e pura?
Ho paura di sì. Ma d’altro canto faccio davvero fatica a pensare ad un governo con la Lega. Con loro non abbiamo nulla a che spartire. Non so se gli ecosociali rivaluteranno alcune cose. Dal punto di vista economico sono stata la prima a dire che è fondamentale rivedere completamente la distribuzione dei soldi all’interno del consorzio dei comuni. La SVP dovrà ripensarci. Però non possiamo far finta di non sapere che neppure questo basterà e che giocoforza i privati dovranno essere coinvolti perché il pubblico non potrà più farcela da solo a gestire la città.
In ogni caso gli ecosociali non possono pensare di alzare la posta, vedendo che tipo di destra è andata in consiglio. 

La SVP di Bolzano dove sta andando? Qual è il vero obiettivo della loro intransigenza? Non è che magari puntano a commissariare il comune e replicare a Bolzano in novembre quanto sta accadendo a Laives?
Un po’ di preoccupazione ce l’ho in questo senso, soprattutto perché vedo una SVP molto sfrangiata. 

Anche loro hanno problemi interni?
Sì, e molto più grossi dei nostri. E mica da adesso. Nella scorsa legislatura noi abbiamo sempre votato compatti, mentre quelli della SVP hanno avuto defezioni anche al voto del bilancio. Se fanno cadere Spagnolli fanno i conti non tenendo presente la loro debolezza attuale. Se fanno franare Spagnolli rischiano più di noi. Il loro è un partito completamente da riformare. Non possono più giocare al tutti contro tutti. Anche loro hanno bisogno di una diversa strategia.

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Pino G. Do., 11.06.2015 - 18:26

Bella analisi. quanto agli ecosociali, sono riusciti a non pagare troppo, in termini di voti, il loro attendismo nella querelle del parco della stazione. Dopo l'arroganza del sindaco nei loro confronti prima delle elezioni e poi ancora prima del ballottaggio, ora li si vorrebbe più malleabili, fingendo di dimenticare che su questa cosa si giocano la faccia!

Do., 11.06.2015 - 18:26 Permalink