Politik | Partecipazione

Si sveglierà?

Mentre in Bassa Atesina si susseguono le assemblee pubbliche sul rilancio dell'aeroporto, a Bolzano quasi nessuno parla del progetto che sarà sottoposto a referendum.

“Bolzano svegliati” è l'invito che il sindaco di Laives Christian Bianchi, non si sa se per rabbia o per disperazione, ha rivolto al capoluogo nel corso dell'ultima assemblea pubblica dedicata al progetto di rilancio dell'aeroporto di San Giacomo. Mentre in Bassa Atesina si moltiplicano le serate informative in vista del referendum del 12 giugno che deciderà il futuro dello scalo, e i Comuni dell'Oltradige si uniscono al coro di no che si leva da Laives e dintorni, nel capoluogo non si registrano, da parte delle istituzioni locali, iniziative volte ad agevolare i cittadini nella scelta che dovranno compiere alle urne. E questo nonostante Bolzano sarebbe tra i primi beneficiari o, a seconda dei punti di vista, tra le prime vittime dell'eventuale potenziamento dell'aeroporto. “Bolzano fa finta che l’aeroporto non ci sia. È ora che i cittadini si sveglino”, ha tuonato Bianchi alla serata informativa di Laives, nel corso della quale Alessandro Zuech, del comitato per il no, ha esposto una tesi che, se confermata, dovrebbe far rizzare le antenne agli abitanti del capoluogo: una volta allungata la pista, l'impatto acustico del traffico aereo sarà maggiore su Don Bosco, popoloso quartiere bolzanino, che non su San Giacomo.

La serata pubblica sull'aeroporto svoltasi il 12 aprile a San Giacomo di Laives

“Sappiamo che Don Bosco si trova sotto il corridoio aereo, ma che il quartiere sarebbe particolarmente esposto al rumore dei velivoli sinceramente mi giunge nuovo”, dice Hannes Unterhofer, vicepresidente del consiglio circoscrizionale e candidato alle elezioni comunali di Bolzano nelle file dell'Svp, partito che non ha voluto prendere posizione sul referendum lasciando libertà di scelta ai propri elettori. “La faccenda del rumore va chiarita”, aggiunge solerte, benché finora gli abitanti del quartiere non gli abbiano dato l'impressione di seguire con particolare passione il dibattito sull'aeroporto.

Hannes Unterhofer

“La gente ultimamente era molto presa dalla consultazione sul progetto Benko”, spiega Unterhofer. “Quei pochi con cui ho parlato dell'aeroporto, comunque, erano in maggioranza contrari all'ampliamento.” L'idea di un'assemblea cittadina sul futuro dello scalo organizzata dalla circoscrizione non lo entusiasma: “Abbiamo già indetto qualche serata su temi di interesse generale quale lo smaltimento dei rifiuti”, riferisce l'esponente dei giovani Svp. “Ma su 28.000 persone che vivono a Don Bosco, ne abbiamo viste non più di una quindicina. E' stata un'esperienza deludente.”

Federico De Piccoli

Di diverso avviso il presidente della circoscrizione Don Bosco Federico De Piccoli, del Movimento 5 Stelle: “Penso che probabilmente come circoscrizione o come Movimento daremo vita a una serata informativa, visto che non si vedono altre iniziative in giro.” Una critica che De Piccoli rivolge innanzitutto al Comune di Bolzano: “Sarebbe compito del commissario Michele Penta, o al più tardi della nuova giunta comunale, organizzare degli incontri pubblici sull'argomento.” La circoscrizione, spiega, ha pochissimi strumenti per lanciare iniziative di questo tipo, o anche solo per pubblicizzare una serata in modo efficace. “In occasione di un'altra assemblea abbiamo chiesto al Comune di passarci gli indirizzi degli abitanti del quartiere per poter mandare gli inviti ma per ragioni di privacy non è stato possibile.”

Renzo Caramaschi

Favorevole al potenziamento dell'aeroporto ma scettico sull'opportunitä che i partiti si occupino della questione facendone un cavallo di battaglia in campagna elettorale: questa è la posizione di Renzo Caramaschi, candidato sindaco del centro-sinistra. "Bolzano in realtà sulla questione non ha molta voce in capitolo", dice il candidato. "Come su Benko io dico che sui referendum non è che i partiti devono essere Robespierre o la Stasi e cioè che danno l’ordine e la gente obbedisce. Sono scelte di sensibilità e coscienza,

Christoph Baur, candidato sindaco della Volkspartei e, in vari contenziosi giudiziari del passato, legale della società ABD che gestisce l'aeroporto, premette di trovarsi in una situazione particolarmente delicata in relazione al dibattito sull'utilizzo futuro dell'infrastruttura: “In un certo senso, ho contribuito a creare la situazione in cui ci troviamo oggi”, dice. “Personalmente, in questo momento non sarei in grado di organizzare alcunché. Sono nel pieno di una campagna elettorale nella quale il mio partito fatica a darmi sostegno e non saprei da dove cominciare.” Ma anche le considerazioni di Baur inducono a pensare che il vuoto politico creato dalle dimissioni della giunta Spagnolli pregiudichi questa che dovrebbe essere la fase di formazione dell'opinione pubblica sulla questione aeroporto. “Certo, il commissario Penta avrebbe potuto attivarsi e organizzare assemblee pubbliche in analogia a quanto successo per il progetto Kaufhaus Bozen di Benko, ma d'altro canto non si può pretendere da un commissario straordinario quello che ci si aspetterebbe da una giunta comunale”, osserva Baur.

Christoph Baur

“Ciò che mi stupisce – aggiunge - è che in città non si parli delle possibili limitazioni che il piano di rischio aeroportuale impone alle aziende di Bolzano Sud, e in special modo al commercio. Che io sappia, non esiste nessuno studio che approfondisce l'argomento. Sappiamo che alla zona C del centro commerciale Twenty di via Galvani, sulla base del piano di rischio attuale, è stato posto un limite di affollamento di 500 persone. Ipotizzando un aumento del traffico aereo su Bolzano, quali saranno le conseguenze per il Twenty e per molte altre attività della zona industriale?”

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Michela Dalla L. So., 17.04.2016 - 12:37

Esatto avv. Baur, lei con la sua esperienza ha subito capito che ci potranno essere conseguenze. Ma non solo per Twenty, in quella fascia ricadono o andrebbereo a ricadere tantissime altre strutture come il Palaonda, Centrum.... Che non si pensi di potenziare ed ampliare l'areoporto senza prendersi la responsabilità delle conseguenze, è dovuto. Voi come candidati sindaci avete una grande responsabilità, il piano di rischio poi dovrete firmarlo voi (come fece Spagnolli, da solo, perchè i tecnici a suo tempo si rifiutarono). Penso sia ora guardare in faccia la realtà, nascondere la testa nella sabbia non vi basterà a lungo.

So., 17.04.2016 - 12:37 Permalink
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Giorgio Zanvettor Mo., 18.04.2016 - 14:07

Antwort auf von Martin B.

Hallo Martin B
der Gefahrenzonenplan - Flughafen Bozen, kannst du unter folg. link herunterladen:
Flughafen http://www.gemeinde.bozen.it/UploadDocs/8964_PRA2010_NORD_tav02.pdf
allgemeinde Infos unter:
http://www.gemeinde.bozen.it/urb_context02.jsp?ID_LINK=3643&area=74
Der sogennante Piano di rischio und die diesbezüglichen Aree di tutela (Schutzgebiete) sind seit 2009 für Pfatten und Leifers und seit 2010 für Bozen im Kraft, und JA der Weinbergweg befindet sich zur Gänze im Schutzgebiet B des Gefahrenzonenplanes .

Mo., 18.04.2016 - 14:07 Permalink
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Massimo Mollica So., 17.04.2016 - 22:03

Di questo articolo mi sorprendono due cose:
1) "Sono nel pieno di una campagna elettorale nella quale il mio partito fatica a darmi sostegno" detto dal dott. Bauer. Cioè? Possibile che nessuno se ne sia accorto? Il partito non lo sostiene? E perché? Mi sembra una notiziona!
2) In merito alla questione aereoporto ha detto una cosa sacrosanta! Ed è per questo che voterò no! Non si può umiliare Bolzano Bozen. A sensazione, comunque, penso che il referendum non passerà. La bassa atesina voterà in massa no, e così farà la CAPITALE. Le altre valli diserteranno il voto. E a chi sostiene che verrà un privato gli ricordo che il mercato ha già decretato l'impossibilità ad avere profitto (e Niki Lauda ha confermato). Io semmai andrei oltre: cosa vogliamo fare della pista attuale?

So., 17.04.2016 - 22:03 Permalink