Gesellschaft | Il dibattito sulla scuola

“Anticostituzionale e ghettizzante”

Il Landeshauptmann Luis Durnwalder è costretto a incassare un coro di critiche alla sua proposta di scuole separate per gli stranieri.
1-blick_auf_steinegg_und_den_ritten_im_hintergrund.jpeg
Foto: © Oswald Stimpfl

Le reazioni sono tutte di netta contrarietà, salvo la significativa eccezione dei Freiheitlichen. La proposta shock del presidente della Provincia Luis Durnwalder di prevedere una scuola separata e plurilingue riservata ai bambini di origine straniera, partendo dal presupposto che in questo modo potrebbero imparare meglio l'italiano e il tedesco, ha raccolto solo critiche nel dibattito sul tema che si è avviato. Vediamole.

La prima presa di posizione ad arrivare nelle redazioni è quella del Partito democratico. “È un'idea che giudichiamo sbagliata nel merito e anticostituzionale dal punto di vista giuridico, in quanto crea discriminazioni”, sostiene Christian Tommasini, il vice dello stesso Durnwalder in giunta provinciale. Alcune voci si sono levate per sottolineare un paradosso: il modello scolastico plurilingue (in vigore nelle valli ladine) da tempo inseguito, verrebbe “concesso” agli stranieri, ma con un effetto in questo caso negativo. Prosegue Tommasini: “Una scuola trilingue solo per gli immigrati sarebbe una beffa per il gruppo linguistico italiano e creerebbe dei ghetti formativi. In merito alle politiche di integrazione, il problema esiste, ma la Provincia è intervenuta con i centri linguistici, che sono strutture di supporto e di alfabetizzazione primaria”.

Anche la destra italiana è molto critica. Netto il giudizio del consigliere provinciale di Alto Adige nel Cuore, Alessandro Urzì. “Tenere separati i bambini stranieri significa educarli all'esclusione sociale, farli sentire diversi, un'altra cosa – sostiene –. Così, con la scuola separata, si creano corpi estranei alla società, fonte di conflitti sociali che invece bisogna affrontare attraverso l'integrazione”. La soluzione individuata dal destrorso Urzì è la stessa del democratico Tommasini. “Torna di attualità il tema della scuola plurilingue che educando i giovanissimi alle relazioni in lingua italiana e tedesca sconfiggerebbe le differenze di origine degli alunni, azzerando il baratro che oggi divide stranieri da cittadini italiani, italiani da tedeschi”. Una soluzione questa condivisa anche dal coordinatore provinciale del Pdl Alessandro Bertoldi. “Questa sarebbe la scuola del futuro, la scuola che vogliamo”, scrive in una nota.

La destra tedesca invece si spacca. Dopo la positiva presa di posizione espressa ieri dalla Obfrau dei Freiheitlichen Ulli Mair, Südtirol Freiheit si esprime in modo opposto. “Una scuola per stranieri non è una soluzione, ma un'aberrazione che conduce a una società parallela” avvertono i consiglieri provinciali Eva Klotz e Sven Knoll.

 

Bild
Profil für Benutzer Alessandro Urzì
Alessandro Urzì Mi., 05.06.2013 - 10:45

La scuola per immigrati, come la vuole Luis Durnwalder, esiste già: la ha realizzata ante litteram la scuola media in lingua tedesca Pestalozzi, di Bolzano.
Lo si evince dalla risposta ad una mia interrogazione presentata qualche settimana fa quando si diffuse la prima notizia che nell'ambito della Intendenza scolastica in lingua tedesca cominciasse a fare breccia l'idea di una scuola "separata" per bambini e ragazzi di origine straniera.
La conferna è arrivata, puntuale. L'assessore alla scuola in lingua tedesca Kasslatter Mur spiega che "mentre il numero di immigrati nelle classi a tempo pieno aumenta ogni anno, il numero di alunni di madrelingua tedesca a sceso drasticamente". E allora cosa si è fatto nella scuola Pestalozzi: a fronte di 30 alunni nella prima classe a tempo pieno si è deciso di formare due classi: una da 18 alunni di lingua tedesca (e italiana, sono infatti numerosissimi i ragazzi di lingua italiana o mistilingui che frequentano quella scuola) e una da 12, solo composta da stranieri. "Questa divisione è stata scelta - spiega l'assessore - per evitare che i genitori di alunni di madrelingua tedesca ed italiana richiedano il trasferimento in altra calsse o scuola e per evitare che così a lungo termine una scuola con solo alunni stranieri".
Il problema che nasce dall'idea di una scuola o classi separate è che si non si affronta il tema dell'integrazione con gli strumenti della ragionevolezza ma solo quelli dell'emotività.
Tenere separati i bambini stranieri significa educarli all'esclusine sociale, farli sentire diversi, un'altra cosa. Così, con la scuola separata, si creano corpi estranei alla società, fonte di conflitti sociali che invece bisogna affrontare attraverso l'integrazione. Cosa sarà, quando saranno adulti, di quei bambini stranieri cresciuti nella loro giovinezza, a scuola, solo fra stranieri invece che in un sistema di interazione sociale con bambini italiani e tedeschi? Invece di pensare di costruire scuole separate bisogna mettere a disposizione con meno soldi insegnanti di sostegno, sussidi linguistici, perchè la differenza fra i bambibni è data solo dalla difficoltà di comunicazione linguistica.
Ecco che torna di attualità il tema della scuola pluruilingue che educando i giovanissimi alle relazioni in lingua italiana e tedesca sconfiggerebbe le differenze di origine degli alunni, azzerando il baratro che oggi divide stranieri da cittadini italiani, italiani da tedeschi.
Ecco la sfida che bisogna raccogliere.
A questo riguardo oggi è stata discussa anche mia una mozione, bocciata dalla maggioranza, che denunciava un episodio accaduto a Bressanone. Una bambina mistilingue è stata esclusa dai corsi di recupero linguistici della Provincia perchè "cittadina italiana". La bambini aveva difficoltà nella scuola in lingua tedesca in cui si era iscritta. ma i corsi, ha detto la Provincia, sono solo per stranieri. Perchè? Perchè gli stessi corsi non sono aperti anche ai bambini con cittadinanza italiana? Perchè questa discriminazione al contrario?
Una ragione in più per ribadire che è ora di realizzare una scuola plurilingue, dotarla di tutti gli strumenti per mettere alla pari tutti i bambini, favorendo una integrazione reale, senza distinzioni e strumenti linguistici offerti a questo o quello sulla base della propria carta d'identità. Una situazione paradossale.

Mi., 05.06.2013 - 10:45 Permalink