Sport, musica e scuola: imparare le lingue e più bello! :-)

La politica dovrebbe interrogare le famiglie e i ragazzi sul modello scolastico che preferiscono.
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Molto spesso la politica si fa troppe domande e non riesce a giungere a conclusioni utili. Sono un´insegnante di italiano L2 e lavoro da qualche anno nei paesi della Val Venosta. Quando mi accorgo di ragazzi particolarmente capaci, comincio curiosa ad indagare sulle loro biografie. Sono ragazzi che frequentano scuole di calcio e hanno compagni e allenatori italiani. Ecco la risposta! La lingua non passa certo solo attraverso il canale delle scuola, ma le associazioni sportive, gli istituti musicali possono contribuire moltissimo all´apprendimento delle lingue. Il gioco o le passioni condivise abbattono le barriere linguistiche e le stesse lingue non vengono più vissute con frustrazione; assumono addirittura un ruolo secondario.
Mi piacerebbe dunque che le associazioni sportive accogliessero le iscrizioni di ragazzi tedeschi e italiani che ne fanno richiesta, anche la politica dovrebbe promuovere tali iniziative e spingere in questo senso.
Un altro problema riguarda l´aspetto metodologico dell´apprendimento delle lingue. Gli insegnanti hanno bisogno di essere costantemente aggiornati sulle ultime novità didattico-pedagogiche e comprendere che la lingua passa attraverso i canali dell´ascolto e del parlato conversazionale. Non solo attraverso il passato prossimo e l´imperfetto o i casi dativo e accusativo.
L´autonomia scolastica di alcune scuole ha dato vita a dei progetti meritevoli di immersione linguistica, dove si possono veicolare contenuti nell´altra lingua. Si vedano gli esempi della scuola di Bolzano e della scuola media di Silandro, dove ci sono piccole officine linguistiche. Ho avuto l´opportunità di parlare con alcuni genitori di questi ragazzi: i risultati sono straordinari e i ragazzi hanno un approccio spontaneo, diretto immediato con la lingua 2. Geografia in italiano, scienze in tedesco, e magari storia in inglese. Che fortunati!
La politica dovrebbe parlare più con la gente, con le famiglie e con i ragazzi, interpellare i loro desideri reali, sollevare i loro problemi, intercettare le loro necessità. Solo così si potrà avere un sistema scolastico più sano, senza necessariamente ricorrere a progetti plurilingui infiniti e privi di risultati tangibili. La comunità italiana si dichiara disponibile da tempo ad un´apertura del sistema scolastico, penso anche che la comunità tedesca cominci a comprendere che la propria identità non sia in discussione e che l´apprendimento di una, due e più lingua può rappresentare solo un arricchimento della propria cultura. Evviva il sistema  scolastico trilingue sul modello ladino.

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Nadia Mazzardis Fr., 18.10.2013 - 16:08

Certo le associazioni dovrebbero favorire l'incontro, lo dovrebbero favorire la politica e le famiglie. Ci dovrebbero essere metodologie adeguate. Ma forse di metodologie non se ne può più. E chi risponde è una che una metodologia la "vende" lavoro da 16 anni in Italia, Austria e Germania a proporre la metodologia Artigal nelle scuole dell'infanzia e primarie per l'apprendimento di una lingua. Certo "we learn a language by using it". Ma il problema è soprattutto dato dai circuiti, in cui i ragazzi non si incontrano. Ed è facile, facilissimo capire il perchè. Perchè devo andare a calcio nell'associazione tedesca, quando il mio compagno di classe, nonchè amico del cuore, va nell'associazione italiana, perchè la sua famiglia ha altre sensibilità, o perchè gli piace di più.
Scoprire che l'altro è bello, lo puoi fare solo se l'altro lo conosci.
La lingua è come un bacio, non importa quanto sia lungo o corto, importa CON CHI. Se è il mio Romeo, mi basterà un bacio di un secondo per emozionarmi, ma se non è il mio Romeo potrà essere lungo un'ora e non mi darà niente.
Dal 1996 un'associazione genitori per il bilinguismo ha chiesto e si è impegnata prima per l'immersione, poi per l'apprendimento precoce. All'epoca erano 1.000 le famiglie iscritte. Non hanno fatto abbastanza? Sì hanno fatto molto, siamo sensibili e sensibilizzati, ma non basta. Perchè poi i figli li devi mandare in Austria o in Germania perchè imparino ad usare la lingua.
Quindi basta con i convegni sul bilinguismo, invocare programmi scolastici con le didattiche migliori, basta con la richiesta alle famiglie di fare di più.
Basterebbe una semplice cosa. Facciamo incontrare i ragazzi a scuola.
Garantiamo loro l'insegnamento nella madrelingua di una quota parte delle ore. E poi avanti tutti insieme ad imparare materie nella lingua dell'altro, frequentandoci, diventando amici del cuore, litigando, innamorandoci e giocando a calcio insieme non perchè deve essere strumentale, ma perchè ci piace stare insieme.
L'art. 19 forse può essere rivisto, se abbiamo voglia di costruire una coesione sociale reale in questa nostra terra.

Fr., 18.10.2013 - 16:08 Permalink

Carissima Nadia, sono perfettamente d´accordo con la tua presa di posizione. Ho partecipato ai tuoi corsi e ho portato le mie classi in visita ai tuoi progetti.
Sono fermamente convinta che la lingua deve e può passare attraverso canali diversi, che non siano solo quelli della scuola. La formazione insegnanti, poi, è fondamentale: è necessario offrire corsi di aggiornamento innovativi e alternativi, prendendo spunto ed esempio dalle altre realtà europee. Speriamo che in Provincia giungano stimoli ed energie nuovi per avviare un cambiamento vero e volto al cambiamento.
Francesca

Fr., 18.10.2013 - 19:56 Permalink