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“Una triste pagina di storia”

Aspre critiche dagli insegnanti precari della scuola in lingua italiana all’assessore Tommasini e al Pd: “Si calpestano diritti fondamentali”.
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Foto: left.it

“Nonostante l’assessore Christian Tommasini assicuri che, alla base della mancata soluzione del problema dei 105 docenti delle GAE della scuola di lingua italiana non vi sarebbero pregiudiziali di tipo ‘etnico’, non si capisce che cosa allora abbia ostato ed osti al ripristino di diritti elementari e fondamentali così ignobilmente calpestati. Forse il bisogno di non contraddire la SVP? Preferisce l’Assessore che tale bisogno lo si qualifichi come ‘politico’ anziché come ‘etnico’? Sia pure: del resto, non sarà una parola a nascondere la realtà della cosa. È o non è noto cosa la SVP sia e rappresenti?”. La dura presa di posizione arriva da Enrico Palazzi, insegnante e membro del coordinamento dei docenti delle Graduatorie ad esaurimento (GAE, appunto), in riferimento alla bocciatura di uno specifico emendamento alla legge collegata alla Finanziaria (oggetto, quest'ultima, di non poche turbolenze la scorsa settimana in aula).

Il documento in questione è quello presentato, il 15 dicembre, da Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) e Paul Köllensperger (M5S) in consiglio provinciale al fine di chiedere una riflessione sulla regolarizzazione di 105 posizioni della scuola italiana. Urzì, che aveva promesso voto favorevole alla legge di bilancio a patto che la giunta avesse dato garanzie sugli insegnanti, aveva sottolineato la decisione di allargare la pianta organica della scuola d’infanzia e per la formazione professionale in lingua tedesca di 70 ulteriori nuovi posti, “mentre zero posti sono stati previsti nella scuola italiana”. Sulle graduatorie, era intervenuto Köllensperger, c’è una situazione diversa tra il mondo tedesco e il mondo italiano, e “i 105 interessati si trovano in un precariato che non si meritano, senza nemmeno la possibilità di essere trasferiti in un’altra regione (nel frattempo il TAR ha fissato la prima udienza per l’8 febbraio prossimo, ndr)”.

"Il Pd locale non solo non fa nulla (mentre la SVP tutto: 70 assunzioni nella scuola di lingua tedesca, contro zero in quella italiana), ma vota contro!"

Di qui la replica di Tommasini: “Lasciamo da parte la polemica etnica, ci stiamo adoperando per una soluzione, tuttavia questo problema non è risolvibile in sede di finanziaria, ma confrontandosi con Roma, senza contare che ci sono i fondi per attivare dei progetti”. Ma i precari della scuola non ci stanno: mettono in discussione il fatto che non siano stati diffusi dati precisi riguardo i progetti citati e ricordano che solo poche settimane fa “il nostro Assessore” tornava da Roma “a mani vuote!”. La critica non risparmia nemmeno il partito democratico altoatesino tout court, scrive Palazzi: “Il Pd locale non solo non fa nulla (mentre la SVP tutto: 70 assunzioni nella scuola di lingua tedesca, contro zero in quella italiana), ma vota contro! Contro l’emendamento, contro di noi, contro la scuola di lingua italiana, i suoi alunni, le sue famiglie, la sua comunità e persino contro... se stesso! Il piano straordinario di assunzioni è stato infatti voluto proprio dal governo guidato dal Partito Democratico! Da ‘politico’ il problema diventa quasi ... ‘logico’!”. E ancora: “È una triste pagina di storia quella che si è voluta scrivere in questa terra, nonostante siano state offerte innumerevoli occasioni per porre rimedio all’errore. Noi pensiamo che gli italiani dell’Alto Adige se la ricorderanno a lungo. Le barriere - vorremmo spiegare all’Assessore - si superano soltanto dando a tutti pari diritti ed opportunità: sul fondamento della discriminazione, il nostro bravo politico non potrà invece che costruire o consolidare la società dell’esclusione e del risentimento”.

 

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Massimo Mollica Mo., 19.12.2016 - 22:34

Io mi aspetterei che l'assessore e il partito PD andassero a dialogare pubblicamente con queste persone,facessero una relazione/analisi per poi creare un progetto di soluzione alla luce del sole. Semplicemente perché è così che si fa in una comunità. Si analizza il problema, si ascoltano le parti e si cerca di risolverlo. E lo si fa tutti per tutti.
Io però non conto una ceppa (giustamente)!

Mo., 19.12.2016 - 22:34 Permalink