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Il forestale a cinque stelle

Maurizio Cattoi, già Comandante del Corpo forestale a Pesaro-Urbino, è candidato del M5S nelle Marche. Ricordando le sue radici sudtirolesi, tra Don Bertagnolli e Langer.
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Foto: Maurizio Cattoi

Raggiungiamo telefonicamente Maurizio Cattoi mentre è alla guida sotto a una bufera di neve tra le colline delle Marche. “Burian” sta portando sul Centro Italia abbondanti nevicate: “Sono in macchina, sembra di stare a Vipiteno quando andavo a far lezione lassù a Colle Isarco con la 127, gomme lisce e tele fuori, che non avevo i soldi per le gomme da neve”. Per l'altoatesino, uomo “di montagna”, sono nevicate eccezionali: “La cosa interessante di queste nevicate al mare è la velocità e la dimensione impressionante dei fiocchi. Sulle Alpi siamo abituati alla neve fine fine che scende in una notte, qui invece nel giro di mezz'ora hai 10 centimetri, i fiocchi sono come pezzi di gelo”.

L'approdo alla “Bürgerliste” grillina

Maurizio Cattoi è un attento osservatore dei fenomeni della natura: nativo di Bressanone/Brixen, marchigiano adottivo sin dagli anni ottanta, langeriano (quasi) della prima ora, Cavaliere al merito della Repubblica, per oltre trent'anni è stato nel Corpo Forestale dello Stato. Come dirigente sindacale si è battuto in prima linea contro la soppressione del Corpo forestale e l'accorpamento all'Arma dei Carabinieri, realizzato dalla riforma Madia. E ora è candidato alla Camera per il Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale di Fano. È uno dei nomi “vip” presentati in pompa magna da Luigi Di Maio: “Cavalier Cattoi, noi candidiamo i cavalieri, loro invece perdono il titolo di cavaliere”. “Un'esperienza arricchente – spiega il candidato al telefono – le persone sono belle e accoglienti, simili alla gente delle Bürgerlisten nostrane: è questa la cifra che rende la campagna diversa dagli altri partiti”. Per tutti i candidati delle Marche è previsto un budget di 12mila euro.

Salvare il Corpo forestale – e l'ambiente

“Si tratta di far tornare a parlare del Corpo forestale nei 50 giorni di campagna elettorale, perché altrimenti la forestale era morta e sepolta – spiega Cattoi – ed è una bomba per chi voleva sopire il problema. I grossi nodi stanno venendo al pettine: dopo i ricorsi dell'estate scorsa al TAR, che ha rinviato alla Corte Costituzionale, questo ha calendarizzato la discussione il 5 giugno. Avremo dunque il pronunciamento definitivo della Consulta – cosa inaspettata. Siamo ottimisti sulla sentenza: abbiamo già pronunciamenti a livello di Corti europee, dalla Cedu sui diritti dell'uomo a quella per i diritti sociali, riguardo allo status militare e all'impossibilità di una sindacalizzazione autonoma dallo Stato maggiore, situazione nella quale l'Italia è unica tra tutti i paesi europei”. Ma al di là della riconoscenza per l'attività parlamentare del Movimento 5 Stelle in favore dei forestali, Cattoi si ritrova perfettamente a suo agio nel programma “tutto incentrato sulla rivalutazione della qualità della vita e dell'ambiente”: “La sanità pubblica, l'avversione alla privatizzazione a tutti i livelli, la mobilità dolce, l'uscita dalle fossili, lo stop al consumo di suolo. Tematiche tipiche di un movimento prima di tutto ambientalista, che pensa al recupero dell'uomo manutentore del suo territorio, anche nel senso della manutenzione delle amministrazioni pubbliche”.

Tra biologico e impegno nel sociale

L'ambientalismo del forestale arriva da lontano, dalle valli del Sudtirolo: “Ho frequentato il liceo a Bressanone – racconta Cattoi – e in quella fase altoatesina sono stato molto impegnato nel sociale, nei gruppi diocesani. Ho partecipato alla nascita e alla crescita iniziale de La Strada / Der Weg di Don Giancarlo Bertagnolli. Sono uno dei pionieri di quel gruppo, che poi ha dovuto abbandonare Don Giancarlo perché aveva fatto una scelta “aziendalista”. Invece col gruppo forte di pionieri, più legata al mondo volontaristico, a Don Ciotti così come ad altri 'numi tutelari' di quell'epoca, ce ne siamo andati, passando a una scelta comunitaria. Che mi ha portato dapprima in Toscana – a Massa Marittima in un'esperienza comunitaria che ancora adesso sopravvive in parte nelle Marche con altri altoatesini, eredi e testimoni di quel tempo – e infine nelle Marche”. Cattoi si è laureato in scienze forestali a Padova nel 1980: “Da studente mi interessavo di alpicoltura, selvicoltura e agricoltura biologica, anche in relazione alle attività d'impegno nel sociale con le tossico-dipendenze. Nel nucleo di Don Giancarlo già si parlava di agricoltura biologica. Ho proseguito da lì: con un amico agronomo di Bolzano, Egon Giovannini, nei primi anni ottanta ho girato in lungo e in largo per l'Italia con il biologico. Un'attività di controllo per i tedeschi e olandesi che compravano prodotti biologici certificati da propri tecnici in assenza di una normativa generale. Così ho conosciuto la realtà della cooperativa Alce Nero di Gino Girolomoni al vecchio monastero di Montebello a Isola del Piano, in provincia di Pesaro-Urbino, con la quale ho collaborato. Egon e io siamo rimasti qui, dopo un piccolo esperimento con Legambiente di Roma – non andato a buon fine – per realizzare a Latina la prima scuola di specializzazione biologica post-universitaria”.

L'incontro con Alexander Langer

“Nel 1983 ero con Alexander Langer sull'Europabrücke a una manifestazione contro l'installazione dei missili pershing. Avevo una foto in bianco e nero – ricorda il candidato dei 5 Stelle – ma non riesco più a trovarla. Le sigle variavano tantissimo, ma lui non era catalogabile da nessun punto di vista, se non nell'area dei Verdi. Nell'epoca in cui lui partecipava alla nascita della Federazione dei Verdi, incrociava spesso le Marche. La foto di Langer con Ivan Illich a Montebello l'ho scattata io! Prima di quella foto Girolomoni era convinto che Langer e Illich non si fossero mai incontrati, e invece io ho portato la prova che non era così. Allora vivevo lassù con Egon e sua moglie Speranza Gandolfi nella casa che abbiamo messo a posto, abbiamo ospitato Langer. Non eravamo intimi, ma eravamo nello stesso solco culturale, ideale”. Per Cattoi il giornalista e politico sudtirolese è “un riferimento gigantesco”: “Langer sarebbe fiero di alcune particolarità del Movimento: il sistema partecipativo, un certo rigore morale, che era per lui un'ossessione, un orientamento strategico di lungo periodo che lui aveva e non ritrovava nei tempi corti della politica politicante, di quelli dell'uscita dal fossile quando prendono i soldi dell'ENI”.

Il pensionamento e la politica

Cattoi è rimasto a Montebello sino a quando non è entrato con concorso pubblico nella forestale, nel 1986, occupandosi di Protezione Civile, monitoraggio ambientale, gestione e controllo del territorio e delle aree protette. Poi ha fatto tutta la carriera a Pesaro-Urbino, con incarichi rilevanti: sarà Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato dal 2011 al 2016. Dal primo gennaio 2017, da carabiniere, è diventato comandante del gruppo provinciale carabinieri-forestali per nove mesi: dopodiché è andato in pensione, collocato a riposo come “Generale di Brigata della Riserva dell’Arma dei Carabinieri”. Infine la candidatura politica. Chance di elezione? “Ce la battiamo sino all'ultimo, il quadro non è sfavorevole. Ho avuto attestazioni trasversali che mi hanno sorpreso molto. Sono molto ottimista, anche se in questo paese è da cretini. Sull'Italia si è abbattuta la tempesta perfetta”. Come Burian, speriamo passi al più presto.