Ambiente | L'evento

Plastica addio

A Bolzano la presentazione del libro scritto da Elisa Nicoli e Chiara Spadaro. Il 2 ottobre alle 20 appuntamento nello spazio Vivi Maso della Pieve.
Plastica
Foto: upi

"L’unico modo di andare al nocciolo del problema è produrre meno plastica: possibilmente non produrne affatto. Per questo ai gesti individuali si devono poi affiancare una volontà politica e una produzione industriale coerente: così la plastica - a casa nostra, nella nostra città, nel nostro Paese - avrà i giorni contati" scrivono Elisa Nicoli e Chiara Spadaro nelle conclusioni del libro "Plastica addio", edito da Altreconomia.  

Nicoli, giornalista e documentarista alto-atesina, ne parla mercoledì 2 ottobre a Bolzano, presentando il libro nello spazio Vivi Maso della Pieve, in un appuntamento introdotto da Michele Neslerl, attivista di Fridays For Future - Southtyrol.

Dopo le manifestazioni della scorsa settimana, che hanno visto scendere in piazza in tutto il mondo oltre 7,6 milioni di persone, non solo studenti, in occasione del Global Climate Strike, l'incontro offre un focus su uno dei grandi nemici dell'ambiente e del clima, una delle divinità laiche della società dei consumi: "La plastica è un potente simbolo della modernità ma anche delle sue contraddizioni. Le tonnellate di rifiuti che infestano l'ambiente e minacciano la nostra salute non sono infatti che il riflesso di un’economia fondata sulla “crescita” illimitata. I numeri del libro non lasciano dubbi: la produzione mondiale di plastica è di circa 350 milioni di tonnellate, ed è destinata ad aumentare nei prossimi anni" spiega il libro "Plastica addio". 

La plastica costituisce il terzo materiale umano più diffuso sulla Terra dopo l’acciaio e il cemento. I sacchetti di plastica sono il prodotto di consumo più diffuso al mondo. E nei nostri mari finiscono così ogni anno 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici.

L’unico modo di andare al nocciolo del problema è produrre meno plastica: possibilmente non produrne affatto. Per questo ai gesti individuali si devono poi affiancare una volontà politica e una produzione industriale coerente: così la plastica - a casa nostra, nella nostra città, nel nostro Paese - avrà i giorni contati

Nicoli e Spadaro nel libro danno modo al lettore di rispondere a una domanda ormai non più procrastinabile: "Che cosa fare?". Elemento numero uno, è la conoscenza del fenomeno. Così, nella prima parte il libro fornisce al lettore una lettura complessiva del problema: ricostruisce la storia delle plastiche e la loro parabola discendente - da simbolo della vita moderna a catalizzatore delle critiche di chi è preoccupato per il futuro della Madre Terra -. Ne spiega tutte le pesanti conseguenze sul Pianeta e sulla nostra salute, dall'invasione degli oceani al fenomeno delle microplastiche.

Nella seconda parte le autrici analizzano invece, numeri alla mano, le "soluzioni" per correre ai ripari. Quella che tutti immaginano è il riciclo, ma quanto indispensabile non si può considerare una soluzione: da quando esistono i materiali plastici meno del 10% è stato riciclato e in natura ci sono già 6,3 miliardi di tonnellate di plastica sparse. La produzione di bio-plastiche è invece una strada importante, ma allo stato dell'arte costituisce ancora una soluzione solo parziale.

Nella terza parte invece si passa all'azione, con una proposta per un’alternativa quotidiana: ovvero centinaia di soluzioni pratiche per liberarsi dalla plastica, giorno dopo giorno. Una vita “zero waste” è a portata di mano grazie alle alternative, alle accortezze, ai trucchi fai-da-te - illustrati passo dopo passo e adatti a diversi livelli, il principiante, l’esperto e il professionista - proposti da Elisa, che consentono di preparare una lista della spesa plastic free (a partire dai sacchetti), curare la casa e l'igiene personale, scegliere gli abiti, viaggiare, gestire l’ufficio senza rifiuti plastici.

Tutto questo serve? La risposta è, ovviamente, sì, perché la battaglia contro la plastica è prima di tutto culturale. Il messaggio del libro è chiaro: per invertire la tendenza c’è un solo modo, smettere di usare la plastica - in primis quella usa-e-getta - e soprattutto produrre meno plastica o non produrne affatto, in favore di altri materiali più sostenibili.