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Una sfilata da paura

Quella dei Krampus è una tradizione che vive da secoli nell’arco alpino e che tuttora vede sfilare molti giovani nei paesi del Sud Tirolo. Il racconto di Daniel e Dunja.
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Foto: (c) Privat

Nel territorio alpino, le fasi dell’anno sono segnate da celebrazioni che danno inizio ai cicli stagionali. In Sud Tirolo, per esempio, tra metà settembre e metà ottobre ricorre l’Almabtrieb, la festa per il ritorno del bestiame nel fondovalle, e l’autunno è salutato con il Törggelen, un’antica usanza che un tempo vedeva i viticoltori invitare a termine della vendemmia i loro lavoratori per degustare il vino nuovo e che oggi vede aprire le porte dei Buschenschank per mangiare e bere prodotti stagionali. Ma le feste tipiche sudtirolesi non sono tutte fiori, castagne e spirito agreste.
 


Da tempi antichi esiste la tradizione dei Krampus, figure demoniache che la sera del 5 dicembre (ma non solo) invadono le vie delle valli altoatesine, ma anche alcune di quelle del Friuli Venezia Giulia, del Veneto, dell’Austria, della Baviera, della Svizzera e della Slovenia. Le origini dei Krampus sono molto complesse e potrebbero risalire ai riti pagani dove si metteva in scena l’eterna lotta tra bene e male. Secondo la mitologia cristiana la figura del Krampus è legata a doppio filo con quella di San Nicola. Si racconta che un tempo, nei periodi invernali di carestia, i giovani dei paesi montani si travestissero assumendo sembianze animalesche e andassero a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini a cui rubavano le provviste. Quando i giovani si accorsero che tra di loro c’era un vero demone, chiesero al vescovo Nicola di esorcizzare la presenza maligna. Da allora ogni anno il giorno della vigilia di San Nicola, i giovani – travestiti da demoni con larve (maschere) intagliate nel legno e dotate di un paio di corna di animali locali, con costumi di pelli di capra o di pecora, con in vita una cintura con campanacci e in mano una verga di betulla e catene di ferro – accompagnano la figura del vescovo. Mentre San Nicola dona regali ai “bambini bravi”, i Krampus puniscono quelli “cattivi”.
 


Quella che potrebbe sembrare una tradizione volta ad attrarre turisti è invece una ricorrenza che agita gli animi delle popolazioni locali e che mette in scena un’estetica del folklore intesa come cultura antica che non si vuole abbandonare. Dunja e Daniel sono una coppia di giovani Krampus che da 2021, anno della sua fondazione, fanno parte del gruppo “Knottn Tuifl”. Sono loro che raccontano cosa significhi essere Krampus e cosa ancora oggi spinga dei ragazzi a portare avanti un’usanza così antica e locale.

salto.bz: Come è nata la vostra passione per la tradizione dei Krampus?

Daniel: Questa passione è nata che ero bambino, già allora raccoglievo immagini da giornali, volantini, ecc. Una volta, quando ero alle elementari, in occasione di un piccolo spettacolo di religione organizzato per i genitori, ho ricoperto il ruolo del Krampus. Da quel momento la mia passione è iniziata a crescere. Quella dei Krampus è una tradizione che per tanti anni era quasi sparita in Alto Adige, ma ultimamente è tornata a essere sentita soprattutto dai giovani sempre più interessati alle antiche tradizioni.

Dunja: Già da bambina ero affascinata dalla natura e dall’aspetto dei Krampus, un misto di sembianze animali e umane. Sono entrata a far parte di questa tradizione grazie a mio marito: lui ha fatto di questo hobby una vera e propria passione e mi sostiene non solo a parole ma anche nei fatti.

Vi è mai capitato di avere paura assistendo a una sfilata Krampus?

Daniel: Quando ero piccolo avevo sempre una gran paura. Guardavo le sfilate da lontano, avvicinarmi era impossibile. Appena vedevo un Krampus mi nascondevo dietro alla mamma e al papà oppure entravo subito in macchina.

Dunja: Un po’ di paura mi è capitato di provarla. Da quando potevo solo sentire suonare le campane che annunciano l’inizio della sfilata a quando ho potuto guardare dietro le coulisses, ho sempre avuto un grande rispetto per i Krampus.
 

Il mio primo “Gwandl” l’ho comprato di seconda mano.


Come avete creato il vostro costume e quanto può arrivare a costare?

Daniel: I miei primi costumi (chiamati “Gwandlen”) li ho comprati di seconda mano. Da quando ho cominciato a lavorare ogni anno mi faccio fare in Austria un nuovo “Gwandl”. Il costo del costume parte da € 500 e arriva a € 2000. Le maschere (“Lorvn”) le facciamo fare a uno scultore del legno, conosciuto con il nome di “Gossa-Lorvn”, a Zillertal in Austria. Lui riesce sempre a trasformare le mie idee e la mia immaginazione in un’opera d’arte. Per una maschera il prezzo parte da € 600.

Dunja: Il mio primo “Gwandl” l’ho comprato di seconda mano. All’epoca dovevo ancora capire se la tradizione dei Krampus sarebbe stata realmente il mio hobby. Il mio vestito attuale, invece, fatto secondo le mie idee, l’ha creato una donna in Austria conosciuta come “Die Gwandlmocharin”, mentre le mie maschere sono state fatte da Gossa-Lorvn.
 


C’è una simbologia dietro agli abiti e agli oggetti dei Krampus?

Daniel: Sì, certo. L’oggetto più importante per i Krampus è la verga di betulla che possibilmente deve avere un nastro rosso: la betulla è simbolo della vita che ricomincia (le prime gemme sugli alberi di betulla ci sono già in inverno) e il nastro rosso è simbolo del sangue. Il colpo dato con la verga porta fortuna e fertilità e manda via il male. Il male viene cacciato anche con il rumore, di solito assordante, dei campanacci appesi alla cintura.

Ci sono molte donne tra i Krampus?

Daniel: Tante…

Dunja: Il numero delle donne tra i Krampus è in aumento. Non sempre si riconoscono perché alcune donne indossano maschere e abiti maschili. Per me è stato chiaro fin dall’inizio che volevo essere un diavolo femmina.

A livello nazionale dei Krampus si è sentito parlare molto nel 2019 quando, in occasione della sfilata a Vipiteno, sono stati accusati di essere troppo violenti. Le frustrate “messe sotto accusa” sono quelle date ai cosiddetti “provocatori”: le scene che hanno fatto il giro d’Italia non mostravano dunque nulla di diverso da quella che è la messainscena tradizionale.
Chiarito questo punto, vi è mai capitato di temere di aver fatto troppo male a qualche partecipante?

Daniel: La frustra fa parte dei Krampus e viene usata. A me non è mai venuto in mente che potessi aver fatto troppo male a uno spettatore. Per tutti quelli che assistono a una sfilata Krampus deve essere chiaro che prima o poi un Krampus userà la frustra su di loro.
 


Quali sono le sfilate Krampus più importanti del Sud Tirolo?

Dunja: La sfilata di Krampus più antica dell’Alto Adige si svolge a Dobbiaco. Ci sono altre grandi sfilate che arrivano a contare 700 Krampus e sono quelle di Castelrotto, Naz-Sciaves, Bronzolo, Campo Tures… Il Krampus non va confuso con il Percht che sfila durante le “Rauhnächte”, le lunghe notti invernali che vanno dal 21 dicembre al 6 gennaio. I Perchten sono associati agli spiriti della natura e toccarli porta fortuna.

Siete legati ad altre abitudini tradizionali locali?

Dunja: Mio marito Daniel fa parte della banda musicale “Musikverein Lana” e del gruppo “Südböhmische Lana”.

Avete mai pensato di lasciare il vostro paese per trasferirvi in una città magari non sudtirolese?

Daniel e Dunja: Ultimamente pensiamo spesso di trasferirci ma in un luogo fuori città per godere della pace e della natura e allontanarci dallo stress del lavoro e dalla fretta della vita in città. Ci piacerebbe rimanere in Sud Tirolo ma non abbiamo problemi a trasferirci altrove.
 

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Josef Fulterer Lun, 12/05/2022 - 06:48

In risposta a di Hartmuth Staffler

Mein erstes Erlebnis mit dem Krampus 1944, der Feuer-rot verkleidet und Ketten-rasselnd hinter dem Nikolaus das Klassenzimmer eingetreten ist, "hat von der Lehrerin in ihr radikales Erziehungs-Programm einbezogen," bei uns Erstklasslern einen Schock ausgelöst.
Meine um ein Jahr ältere Schwester und ich haben zitternd vor Angst im bereits dämmrigen Abend, den Heimweg ausgewählt auf dem wir länger auf offener Straße gehen konnten. Die schließlich doch notwendige Durchquerung eines 200 Meter langen Waldstücks haben meine Schwester und ich, Hände-haltend und zitternd vor Angst hinter uns gebracht.
Ein energischer Einspruch unseres Vaters beim Schulleiter, hat uns in den darauf-folgenden Schuljahren vor diesem Schrecken bewahrt.
Daher rührt meine Abneigung gegen die seit etwa 2 Jahrzehnten auch in Südtirol sich ausbreitenden Krampusläufe.

Lun, 12/05/2022 - 06:48 Collegamento permanente