Cronaca | Tribunale

Truffa una famiglia bolzanina, promotore finanziario condannato a 2 anni e 6 mesi

Si è conclusa ieri l’odissea di madre e figlio che avevano affidato ad un amico di famiglia, Salvatore Parisi, i risparmi di una vita per un valore di 145.000 euro. Il giudice ha stabilito che l’uomo dovrà risarcire sia i danni patrimoniali che quelli morali, comprensivi di interessi.

Una condanna a 2 anni e 6 mesi e un risarcimento di 165.000 euro, più interessi,  che dovrà essere saldato in tempi rapidi. Finisce così l’odissea di una famiglia bolzanina truffata da un promotore finanziario, amico di famiglia, che si era fatto affidare i risparmi di una vita dietro la promessa di rendimenti annui del 7-9%.

La vicenda: La famiglia bolzanina e Salvatore Parisi, 43 anni, originario di Trapani, si conoscono dal 1999: si vedono spesso, pranzano insieme. Un rapporto di amicizia come tanti. Nel 2002, madre e figlio trentacinquenne decidono di affidare circa 145.000 euro all’amico che di mestiere fa il consulente finanziario. “Per il primo anno non abbiamo avuto problemi- ha raccontato il figlio, ieri mattina, in attesa della sentenza- ci ha pagato gli interessi e non avevamo il minimo sospetto che di lì a poco sarebbe cominciato un vero e proprio calvario”. Già, perché dopo il primo anno, i soldi cominciano a sparire. Niente più interessi, niente di niente. Fino al momento in cui, dovendo comprare una casa, il figlio decide di disinvestire la sua parte, 75.000 euro. “Quando abbiamo manifestato la nostra intenzione di disinvestire il capitale – prosegue il giovane- ci ha parlato di una fantomatica banca di Brescia dove lavoravano promotori finanziari che eseguivano attività finanziarie sottoposte a indagine, per cui in quel momento la banca non poteva  restituirci i soldi”. Una teoria che convince poco madre e figlio, che decidono per questo di sporgere denuncia per truffa. “Dagli atti della Guardia di Finanza è emerso che i nostri soldi venivano spediti in Sicilia- continua il figlio- ai suoi genitori, che li rinvestivano nell’attività di famiglia”.

La tesi della difesa: Salvatore Parisi in aula è stato difeso dall’avvocato Giancarlo Massari. “La famiglia in questione era a conoscenza delle gravi difficoltà economiche in cui versava il mio assistito" - ha spiegato l’avvocato prima della sentenza. "Era indebitato, non voleva truffare nessuno, ha semplicemente affermato di sapere come gestire i soldi: per questo, manifestando il suo bisogno di liquidità, si è fatto prestare il denaro impegnandosi a pagare gli interessi. La situazione che si veniva a delineare era quella di debito- mutuo, non c’era un contratto che lo legava alla famiglia in qualità di promotore finanziario”.

La versione dell’imputato. “Ho semplicemente avuto in prestito dei soldi che non sono stato in grado di restituire" - ha dichiarato ieri mattina Parisi fuori dall’aula. "Ho tutta l’intenzione di restituire quanto devo ma tutto e subito  è impossibile. Mi impegno a restituire la somma, da parte mia non c’è mai stata l’intenzione di truffare”.

La richiesta del pm e la sentenza: Il pm Donatella Marchesini (che ieri mattina in aula ha sostituito il titolare dell’inchiesta, Axel Bisignano) aveva chiesto la condanna alla pena di 2 anni e al pagamento di 8.000 euro di multa.  Il giudice Carla Scheidle ha invece condannato Salvatore Parisi alla pena di 2 anni e 6 mesi, più una multa di 2.000 euro.  Il giudice ha stabilito anche il risarcimento dei danni patrimoniali per un valore totale di 145.000 euro insieme agli interessi maturati dalla data del prestito, 20.000 euro per i danni morali con interessi, più le spese di parte civile. Inoltre, il giudice ha dichiarato, cosa rara, la provvisoria esecutività della disposizione: la condanna al pagamento, cioè, è immediatamente esecutiva.