Cronaca | Diritti civili

Mancanza di coraggio

Cannabis terapeutica sotto processo. Il caso di un giovane di Trento che fará discutere.
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Foto: upi
 Cosi scrivevo il 26 aprile
 
Il prossimo venerdì 28 aprile, avanti la Corte di Cassazione, verrà discusso il ricorso di un sessantatreenne di Trento condannato per la coltivazione di tre piante di canapa destinate all’uso terapeutico.
Dopo la condanna intervenuta in secondo grado l’uomo, sieropositivo che soffre di diabete mellito insulino ed epatite cronica da HCV, intollerante all’assunzione di prodotti farmacologici ordinari, ha deciso di presentare ricorso per vedere riconosciuto il suo diritto alla salute.
In primo grado, il GUP del Tribunale di Trento (sentenza n. 336/2014) aveva affermato, pur sottovoce, che non costituiva reato la coltivazione di piante di canapa indiana, perché “gli effetti della loro assunzione avevano natura e finalità terapeutica, e non stupefacente in senso proprio”.
 
A fronte dell’appello proposto dalla Procura, la Corte di Appello ha disconosciuto ogni possibile valenza scriminante al diritto alla salute dell’uomo che è stato costretto a rivolgersi alla Corte di Cassazione.
Ora che la Giunta Provinciale e l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari hanno adottato provvedimenti che consentono la somministrazione (gratuita) di preparati a base di cannabis (di fatto inflorescenze) a pazienti che presentino patologie coerenti con l’indicazione terapeutica prescritta, ci si chiede quale potrà essere l’esito della vicenda.
Si è svolta l’udienza  - il 28 aprile - èd è andata male.
Non abbiamo chiesto notizie - come si fa di solito - agli uscieri
Non abbiamo –così ad oggi – trovato la sentenza che solitamente si rinviene sui siti appositi. In cancelleria della Corte dicono che non è ancora deposita.
Ma abbiamo avuto notizie del rigetto del ricorso perché è stato notificato l’ordine di carcerazione.
 
 
„La Cassazione non ha avuto il coraggio ( che ci vuole a volte ) di una pronunzia che riconoscesse la supremazia del diritto alla salute su norme oscurantiste e proibizioniste.“
 
Cosa si potrà fare per trovare una attività sostitutiva la carcere per un invalido al 100 %.. affetto da HIV e cirropatia… Dio lo sa.
Vedremo
La Cassazione non ha avuto il coraggio ( che ci vuole a volte ) di una pronunzia che riconoscesse la supremazia del diritto alla salute su norme oscurantiste e proibizioniste.
Coraggio e equilibrio che avevano rinvenuto nel primo processo.
Nel frattempo il bediol (medicina con THC terapeutica) comincia a scarseggiare….
Non appena verrà depositata la sentenza (le motivazioni)  le renderò pubbliche e ne discuteremo.
 
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Max Benedikter Lun, 06/05/2017 - 15:22

Bravo Valcanover!
Voglio aggiungere un ragionamento. Lo Stato vuole che la Cannabis ai fini terapeutici venga prescritta da medici (e fin quì...) e prodotta da industrie agrofarmaceutiche. Attualmente viene importata dalla Olanda. La produzione propria, anche ai fini terapeutici è politicamente non voluta. Un azzardo.
Anche molti medici, che non hanno pregiudizi contro il medicinale Cannabis, sostengono una produzione di piante clonate (da talea) per conoscere il contenuto esatto di Thc e cbd.
Credo che in questi dogmi ci sia il motivo di questa sentenza politica.

Lun, 06/05/2017 - 15:22 Collegamento permanente