Politica | Trentino-Alto Adige

Ci mancava la Regione

Sciolto il nodo Giunta provinciale, spunta un altro intoppo: la Giunta regionale. Trento spinge all’allargamento, la SVP dice no — mentre cinque anni fa era favorevole.
Presidenza Consiglio regionale
Foto: SALTO/Val
  • L’amore non c’entra. Il 14 febbraio, giorno di San Valentino, il Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige si riunirà per eleggere la nuova Giunta regionale. Ma c’è ancora un nodo da sciogliere — l’ennesimo, dopo il percorso accidentato che ha contraddistinto la formazione delle Giunte delle Provincie autonome: sia Bolzano che Trento hanno indicato solo uomini. Su sei assessori (tre sudtirolesi e tre trentini, due di lingua tedesca, tre di lingua italiana e un ladino) manca infatti all’appello il nome di una assessora. Perciò da Trento sarebbero arrivate “sollecitazioni per un allargamento della Giunta regionale” dagli attuali sei a sette o addirittura otto componenti. E “la SVP è contraria a tale ipotesi”, ha fatto sapere l’Obmann Philipp Achammer, alla luce delle poche competenze rimaste in mano alla Regione. Un no secco, quello della Volkspartei, la quale ricorda come nella scorsa legislatura la quota rosa fosse garantita da Bolzano. Ad affiancare l’assessore ladino Manfred Vallazza e il Presidente Arno Kompatscher era infatti Waltraud Deeg, sempre della SVP.

  • La Giunta regionale 2018-2023: sei assessori, di cui tre assessori sudtirolesi, tutti della SVP. Foto: Regione Tn-AA
  • La rosa proposta dall’Alto Adige vede due assessori SVP (Franz Locher e lo stesso Arno Kompatscher) e Angelo Gennaccaro della Civica, cui è stato promesso l’assessorato regionale come “contentino” per il mancato ingresso nella Landesregierung. Il Trentino ha proposto il fassano Luca Guglielmi come assessore ladino (al gruppo linguistico ladino è garantita la rappresentanza in giunta in deroga alla proporzionale), Carlo Daldoss (FdI) e il governatore Maurizio Fugatti (Lega). Una composizione delicata, quest’ultima, basata sul “bilancino” dei rapporti di forza tra le forze politiche trentine. Le alternative “rosa” sul tavolo di Fugatti sono Eleonora Angeli (Lista Fugatti) Vanessa Masé (Civica) e l’ex assessora alla sanità Stefania Segnana (Lega) che però farebbe raddoppiare la quota leghista in Giunta. A Bolzano l’unica alternativa possibile è Anna Scarafoni (FdI) il cui eventuale ingresso nell’esecutivo regionale a sua volta raddoppierebbe i meloniani — costringendo Gennaccaro a rinunciare all’incarico promesso.

  • Scambio di ruoli

    Cinque anni fa, però, la situazione fu a parti ribaltate. La SVP ottenne l’allargamento da 5 a 6 assessori, per garantire due rappresentanti al gruppo linguistico tedesco (e, con il ladino, tre alla SVP) nonché un vicepresidente regionale di lingua tedesca. L’allora commissario altoatesino della Lega, Massimo Bessone, spinse per un ulteriore aumento a 7 assessori per fare entrare Rita Mattei, già vicepresidente del Landtag, come rappresentante del gruppo linguistico italiano: “Spero che il presidente Maurizio Fugatti ci sostenga”, disse Bessone. All’epoca la Lega trentina spense ogni speranza. “Non mi intrometto nelle questioni di Bolzano”, affermò Fugatti. Mentre oggi è proprio lui a chiedere l’allargamento (e la SVP a dire no) per regolare i conti interni. Changing times.

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Francesco Palermo Mer, 02/07/2024 - 07:23

È sempre incoraggiante vedere come il partito delle minoranze considera le minoranze ("la donna" e "il ladino" l'ultima volta li abbiamo messi noi, adesso tocca a voi). Lo fanno tutti, per carità, e chi è senza peccato scagli la prima pietra, ma almeno evitino di farci sopra pure la morale

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