Politica | I parafulmini e il Papa nero di cui non abbiamo bisogno

Bisogni primari(e)

Rinnovamento, operatività, ricostruzione del rapporto con le cittadine e i cittadini, confronto sulle azioni e non conflitto personale: gli obiettivi della Segreteria PD
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

All'Expo mi è parsa chiara la discriminante tra due mondi. Da una l'Italia che innova e si rinnova, i padiglioni con tecnologie avanzatissime che ti fanno vivere in meno di 5 minuti tempeste di sabbia e notti desertiche e impiegano giovani di tutto il mondo, minimo trilingui, che passano allegramente dal tedesco, all'italiano, al francese e inglese,  con il sorriso dato dell'essere in un posto che li rappresenta nello spirito oltre che farli lavorare.

Dall'altra il mondo dei bisogni primari, delle file per pranzare e per tenere un tavolo e il mondo della scortesia, in cui un padre di famiglia ha presidiato per un'ora un tavolo con 6 sedie, di cui solo una occupata da lui, in attesa dei vari parenti e amici in coda a procurarsi il cibo.

Non un accenno ad un gentlemen agreement, a lasciar sedere chi era costretto a mangiare in piedi accanto a lui, ad un semplice patto "sedetevi pure, quando arriveranno i miei amici e parenti con il cibo vi prego però di alzarvi". No. Sgradevolezza e arroganza, unite ad un bel "io ho preso il tavolo e le sedie e io me li tengo".

Purtroppo siamo fatti così e il bisogno primario di difendere la propria piccola comunità a discapito del bene comune e quindi di difendere seggiole, tavolini e posti conquistati per sè e per pochi altri, travalica il senso di ben-essere comune.

Il parallelismo non può non andare alla politica e al giudizio comune dell'attaccamento alle poltrone. I politici peró non arrivano dall'iperuranio, ma da quella stessa società che non mollerebbe una seggiola nel giardinetto dell'Expo, figuriamoci altre seggioline.

È per questo che concordo con Liliana Di Fede sul bisogno di primarie partecipate nel PD per l'individuazione del candidato sindaco o della candidata sindaca a Bolzano. E sono d'accordo con Antonio Frena che parla di regole da rivedere, perché il brutto spettacolo dei "caporali" sotto la sede di Piazza Domenicani, con la lista delle persone da chiamare a votare, ciò che non sapevano di votare, necessita di un gentlemen (e gentlewomen) agreement per avere primarie vere e di cui tutti si sentano responsabili.

Ovviamente ha ragione Carlo Costa quando osserva con attenzione ciò che accade sul piano nazionale, senza dimenticare che le primarie a livello nazionale sono state benedette proprio da Renzi e lo hanno legittimato insieme alle azioni concrete, che ha messo in campo per cambiare l'Italia e l'idea di Italia nel mondo.

Non si può dare torto a Tommasini, perché non è difficile immaginare che alle persone non piaccia andare a votare tre volte (a dire il vero quattro) in così poco tempo, ma quelle stesse persone dovranno scegliere se continuare a stare in tribuna a dire che i giocatori fanno schifo, oppure riprendere il filo della partecipazione.

Pure Bizzo non ha torto, gli sono state negate e ora si propongono. Ma in questo dobbiamo chiarirci molto bene: le primarie partecipate e responsabili debbono servire a promuovere vera partecipazione e vero rinnovamento. E quindi mi aspetto da lui che invece di continuare vanamente e invocare le dimissioni di Di Fede, manifesti un atteggiamento positivo e costruttivo sul tema: perché è proprio questa l'occasione giusta

Ecco questo è il PD, con tutte le valutazioni frettolose che spesso alcuni media tendono a fare, un posto in cui il dibattito sulle azioni da intraprendere e non sulle persone è tornato ad animare la politica.

Un dibattito nel quale ormai la richiesta di dimissioni di Di Fede è del tutto anacronistica, superata sul campo proprio dalla ventata di novità e di coraggio che la segretaria ha saputo dare parlando  di primarie, rischiando anche di incrinare qualche equilibrio consolidato in nome di una causa buona, giusta e utile per tutti. Non ammetterlo è pura malafede.

L'altro luogo comune è l'idea covata in seno a tanti, che sia possibile far uscire dal cappello magico il Papa nero, il candidato o la candidata che venga da fuori, che  sia gradito a questo e/o a quello, sia professionalmente ben avviato, accattivante, simpatico e pure bilingue (ometto la declinazione al femminile per non appesantire). Il Papa nero, se non ce lo siamo coltivati in questi anni è responsabilità condivisa. 

Ultimo ma non ultimo, non basta più a chi fa politica oggi suggerire COSA fare, la lista della spesa composta da rilancio economico, casa, lavoro, scuola, plurilinguismo la conoscono anche i sassi. Il problema è il COME fare. Probabilmente i cittadini e le cittadine lo sanno meglio di tanti politici, ma dobbiamo riannodare i fili con loro, che di partecipazione hanno un bisogno estremo, ma nel contempo la rifuggono a tutela di se stessi e del proprio piccolo gruppo.

Per questo credo che ci sia il bisogno primario di primarie e che il PD sia fondamentalmente un bel posto in cui stare, perché stiamo imparando di nuovo ad essere protagonisti del dibattito politico e non del conflitto personale. E perché c'è posto anche per una come me ;-)

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Massimo Mollica Mer, 10/07/2015 - 13:46

Cara Nadia, permettimi di ribadire, ancora una volta (e lo continuerò a fare) il mio pensiero. Premesso che le primarie devono essere fatte, e devono essere vere, con punti programmatici definiti, io però vorrei che s'iniziasse con una sorta di "congresso". Un ritrovarsi tutti, ma proprio tutti, vecchi e nuovi, a parlare di Bolzano Bozen. Vorrei che intervenissero tutti i politici attivi, i vecchi sindaci, i militanti usw.
Poi, appunto, vorrei delle primarie (da svolgere al massimo a gennaio) e qui vorrei vedere facce nuove. Mi piacerebbe che ci fossi tu, Miriam, Sergio e altri, come rappresentati delle varie anime/sensibilità del partito. Quindi mi piacerebbe che ci fosse una sorta di campagna, dove i vari candidati parlassero sui vari punti. Questioni semplici, punti chiari. Per esempio dire da subito se si vuole o meno la riqualificazione di via Alto Adige. Ci fosse un confronto, e la possibilità di dialogo con la popolazione. E quindi arrivasse il voto, un voto digitale! Chi lo può lo fa da casa, altrimenti nelle varie sedi su un PC.
E poi chi vince crea la squadra e si fa campagna elettorale. Possibilmente non partendo un mese prima.
Grazie
massimo

Mer, 10/07/2015 - 13:46 Collegamento permanente
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Nadia Mazzardis Mer, 10/07/2015 - 16:26

In risposta a di Massimo Mollica

Grazie Massimo. I tuoi contributi sono sempre puntuali, precisi e analitici. Certo che ci vorranno le idee oltre ai candidati e alle candidate alle primarie. E sì ci dovranno essere come tu dici dei punti definiti, si dovrà dire chiaramente come la si pensa sui temi prioritari per la città. E questi punti definiti dovranno uscire da una modalità partecipata non solo negli organismi interni al partito, ma anche e soprattutto con l'apertura a tutti i cittadini e le cittadine. Il voto online, quanto lo vorrei! E' una bellissima idea, grazie. Come sai una piattaforma sicura, che permetta a tutti di votare e di essere identificati, che non permetta la duplicazione o la centuplicazione del voto è molto costosa. Vedremo cosa si potrà fare, il futuro passerà di là, questo è certo! Ciao e grazie

Mer, 10/07/2015 - 16:26 Collegamento permanente