Politica | La riforma

“Le Autonomie non verranno toccate”

Il ministro Boschi a Bolzano per la campagna a favore del sì al referendum per la riforma costituzionale. “Il voto di ottobre non è sul governo ma sul futuro del paese”.

All’indomani di un risultato elettorale al primo turno deludente per il partito democratico, come ha attestato lo stesso premier Matteo Renzi incassando il colpo, Maria Elena Boschi sceglie il profilo basso. In visita a Bolzano, la ministra nel suo lussureggiante proliferare sintattico sui vantaggi della riforma costituzionale (motivo della trasferta), il cui referendum si terrà il prossimo ottobre, si sottrae tuttavia a qualsiasi commento sull’esito delle consultazioni e alle domande dei giornalisti.

Cari imprenditori…
Si parte al mattino con una prima sosta all’assemblea di Assoimprenditori, alla presenza del presidente dell’associazione Stefan Pan e del numero uno di Confindustria Vincenzo Boccia, con le loro relazioni. Per il ministro il momento è propizio per ricordare gli interventi del governo, in particolare nell’ambito delle infrastrutture e il finanziamento del Tunnel ferroviario di base del Brennero. C’è spazio anche per un accenno alla stretta attualità: “Sarebbe inimmaginabile - dice Boschi - che qualcuno pensi di erigere al Brennero delle barriere, mentre invece vanno incentivati i rapporti tra Paesi amici”. Sulla questione del Brennero ha detto la sua anche Boccia: “Forse la memoria si è smarrita nel corso delle generazioni. Allora sta a noi ricordare che l'Europa è il frutto migliore della nostra politica post bellica. Che è nata per mediare, educare a tolleranza, promuovere crescita economica e sviluppo sociale”. Sullo scottante tema dell’aeroporto la ministra ha sentenziato: “Immaginarsi più piccoli è miope”, riferendosi a chi si “oppone al semplice ampliamento di una pista di aeroporto”. A farle eco Boccia: “Bolzano è nel cuore dell'Europa, uno scalo più grande potrà attrarre turisti e porterà benefici a tutta la comunità”.

“Avanti così”
Cambio di scenografia: nel primo pomeriggio la ministra incontra a Palazzo Widmann il governatore dell'Alto Adige Arno Kompatscher, insieme ai parlamentari Karl Zeller e Daniel Alfreider e al sottosegretario Gianclaudio Bressa. Leitmotiv degli interventi la costante e proficua cooperazione fra governo nazionale e locale, ad attestarlo un promemoria distribuito agli astanti completo di obiettivi raggiunti e progetti per il prossimo futuro. La virata è poi verso il tema centrale della giornata: la riforma costituzionale. “La clausola di salvaguardia (che prevede la possibilità di modificare lo Statuto di autonomia solo d'intesa con la Provincia, fino alla procedura semplificata per il trasferimento di competenze, ndr) contenuta nella riforma è una garanzia ulteriore per la nostra autonomia che ci conferma speciale fra le speciali”, ha sottolineato Kompatscher. In futuro, ha aggiunto il presidente della Provincia, “vogliamo continuare a dare il nostro contributo e a perseguire una vocazione europea che ponga l’Alto Adige come ponte fra l’Italia e l’Austria e l’Europa intera”. Una posizione ribadita anche dalla ministra che ha elogiato il ruolo di mediazione svolto dalla Provincia di Bolzano nella delicata questione del Brennero. “Categorici sono stati Matteo Renzi e Angela Merkel sull’ipotesi di innalzare muri e chiudere i confini, temi spesso utilizzati allo scopo di fare propaganda”, così Boschi.

Tornando sul referendum di ottobre l’esponente del partito democratico ha spiegato che fra i sostenitori del “no” c’è chi ritiene che fra i motivi di debolezza della riforma della Costituzione ci sia il fatto che non siano state abolite le regioni a statuto speciale “mentre io credo che vadano assolutamente tutelate e anzi ancor più valorizzate prevedendo la possibilità di ulteriori forme di autonomia, purché siano ‘meritate’”. Le province di Trento e Bolzano avranno un peso proporzionalmente maggiore nel “nuovo senato”, un ulteriore elemento da tenere in considerazione in vista del voto e frutto anche del solerte lavoro dei parlamentari Zeller e Alfreider, prosegue il ministro annunciando che “le due norme di attuazione sul commercio e sulla caccia, particolarmente care a questo territorio, sono in dirittura d'arrivo”. Nel suo intervento Bressa ha parlato del nuovo ordinamento che regola i rapporti finanziari tra Stato e Provincia basato su autonomia, responsabilità e solidarietà, come modello da seguire, promettendo inoltre che anche per la questione della toponomatica la soluzione è vicina. Dell’intesa legata al rinnovo della concessione A22 a una società in house ha riferito Alfraider, accordo che “ci permette di gestire localmente l’ambito della mobilità e investimenti sul territorio fra cui il tunnel del Brennero”. Il deputato si è soffermato anche sulla proposta di legge relativa alla tutela della minoranza ladina, “proposta su cui stiamo lavorando”, ha assicurato la responsabile del dicastero per le riforme costituzionali. Zeller ha infine rimarcato la fruttuosa collaborazione con il governo nazionale, “segno che l’accordo con il Pd è stata la scelta giusta da fare”, con buona pace dei detrattori.

Chiamata a raccolta
Il mini tour altoatesino di Maria Elena Boschi, senza possibilità, va detto, per i giornalisti di porre alcuna domanda, si conclude all’Hotel Laurin. Ad attenderla il sindaco Renzo Caramaschi, che prima di congedarsi regala al ministro una delle sue fatiche letterarie: “Non mi trattengo perché sono in trattative (per la costituzione della giunta, ndr)” afferma in un’ironica allitterazione il primo cittadino che assicura: “Entro domani ci sarà l'accordo”. Fanno gli onori di casa il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini (“è un referendum che dobbiamo assolutamente vincere, si tratta di una riforma innovativa, necessaria e coraggiosa”), Carlo Costa del direttivo del Pd (“occorre entrare nel merito dei contenuti, se la riforma non passerà sarà svantaggioso anche per le nostre imprese”) e Liliana Di Fede, segretaria provinciale del partito democratico (“abbiamo bisogno di tutti durante questa campagna, lo slogan che abbiamo scelto sarà ‘Insieme con fiducia’”).

La riforma avrà ripercussioni sul governo, sia Renzi che Boschi hanno infatti annunciato che se vincerà il no si dimetteranno. “Il voto di ottobre non è per il partito ma per il futuro del paese, per avere un’Europa più forte abbiamo bisogno anche di stati nazionali altrettanto forti e in questo senso l'Italia ha bisogno di funzionare meglio”, ha spiegato Boschi lanciando la costituzione dei comitati “basta un sì” promossi dal Pd. E ancora: “Se in Germania o in Austria per prendere le decisioni ci mettono 6 mesi e noi ci mettiamo 6 anni è chiaro che non siamo competitivi in partenza, ma possiamo esserlo se eliminiamo il bicameralismo perfetto, ad esempio, attraverso una maggiore definizione del rapporto Stato-Regioni, con la riduzione del 30% dei parlamentari; dando così più stabilità al paese e la garanzia a chi è stato democraticamente eletto di poter governare”.