Politica | scuola

Scontro sulla commissione

Achammer evoca la "paritetica" per escludere i bimbi delle famiglie non collaborative. Vettorato: "Io non farò le nomine". Falkensteiner: "Strumento sbagliato".

“Per fare la paritetica bisogna nominare anche gli italiani, ma io non li propongo”. Lo ribadisce, intervistato dal Corriere dell’Alto Adige, Giuliano Vettorato, a proposito della Commissione paritetica prevista da una norma attuazione del 1988 - fortunatamente mai applicata - secondo la quale, nel caso in cui i genitori non vogliano partecipare ai colloqui a scuola e ai corsi per l’apprendimento della lingua d’insegnamento del proprio figlio, il ragazzo può essere escluso dalla commissione. La proposta di ricorrervi è tornata di attualità grazie all’assessore provinciale Philipp Achammer, che ha fatto della “purificazione” delle scuole tedesche dai bambini che non conoscono la lingua sufficientemente bene il proprio cavallo di battaglia elettorale.  Si è dimostrata scettica sullo strumento pure l’intendente Sigrun Falkensteiner. “Nella bozza di regolamento che presenteremo non c’è e non ritengo che vada nella direzione primaria del bene del bambino”.

Come si ricorderà, con perfetto tempismo pre-elettorale la polemica era stata avviata ad arte in primavera dall’assessora comunale Ramoser, in accordo con lo stesso Achammer. Per giorni non si era parlato d’altro che dell’invasione di “italiani e stranieri” nelle scuole tedesche. Come contentino all’elettorato Achammer aveva rispolverato colloqui e corsi per genitori, un’iniziativa già avviata – non a caso – esattamente cinque anni fa prima delle elezioni del 2018 salvo poi non finanziarla più a partire dal 2019.

Proprio in questi giorni le intendenze stanno elaborando la bozza del regolamento di attuazione della misura prevista nella legge Omnibus.