Politica | CONTRADDIZIONI

Parlamentarie al buio

Il voto degli iscritti 5 stelle è imminente ma nessuno conosce i candidati alle prese con i certificati penali e il vaglio di Di Maio. Fraccaro senza rivali in regione.
Di Maio, Luigi
Foto: Salto.bz

Poniamo il caso che voi doveste votare per le elezioni politiche sapendo solo al momento di entrare nel seggio quali sono i partiti che si sono presentati alle urne. La chiamereste democrazia? In altre parole, riterreste opportuno conoscere prima, con un lasso di tempo ragionevole per una valutazione adeguata, quali sono i candidati, come si differenziano tra loro e quali sono nello specifico le loro proposte politiche? Perché altrimenti sarebbe sì l’esercizio di un diritto, la partecipazione democratica, ma limitato dalle condizioni oggettive nel quale lo stesso si esplica.

È proprio quello che rischia di profilarsi, nello sconcertante silenzio generale dei media e persino di eletti e simpatizzanti, per il movimento 5 stelle italiano e le loro Parlamentarie “al buio”. In questa fase di fascinazione collettiva per il nuovo corso e la leadership interpretata da Luigi Di Maio, con il sogno del governo grillino che sembra a portata di mano, le voci critiche stanno a zero. Ma nessuno a parte Davide Casaleggio e i vertici del movimento sa quando verranno pubblicati sulla piattaforma Rousseau i nomi degli “autocandidati” (per proporsi c’era una finestra di quattro giorni a ridosso di capodanno) che saranno sottoposti alla “consultazione in rete” tramite la piattaforma Rousseau: è il braccio informatico ideato da Casaleggio jr. che sta praticamente assorbendo e accentrando tutta la vitalità digitale del movimento nato proprio dalla libera partecipazione in internet.

In Trentino Alto Adige, ricordiamolo, è in palio il primo posto nella lista regionale per il proporzionale alla Camera alle politiche del 4 marzo, l’unico posto nel quale sondaggi alla mano i 5 stelle possono strappare un seggio. A maggior ragione visto che sull’uninominale le speranze sono poche e tra l’altro i candidati li sceglie direttamente Di Maio, a cui il movimento ha dato carta bianca pur di centrare l’obiettivo elettorale. “La lista di candidati di ogni singola ripartizione territoriale è formata secondo l’ordine delle preferenze ricevute” precisa il regolamento delle Parlamentarie pubblicato. Gli sfidanti dunque, che per ora non possono neanche autopromuoversi, devono provare a spodestare il candidato “naturale”, il deputato uscente Riccardo Fraccaro, già ampiamente conosciuto, che è anche molto vicino a Di Maio.

Sul blog di Beppe Grillo i toni sono trionfalistici. “Le autocandidature per le parlamentarie sono un successo” recita il post del 3 gennaio che annunciava la proroga dalle 12 alle 17 della scadenza per le autocandidature. “Tantissime persone stanno partecipando a questa prova di democrazia del MoVimento 5 Stelle, unica forza politica che si apre alle persone di buona volontà e le fa votare dai suoi iscritti e non dai capi di partito”.

Peccato però che partecipare, a cinque anni di distanza dalle porte aperte delle Parlamentarie 2013, quando non esisteva una classe parlamentare del movimento, non sia così semplice. Chi si è proposto deve lottare con la burocrazia per far pervenire entro le scadenze i documenti necessari ad ottenere il via libera. La difesa di ufficio del movimento direbbe che serve il tempo necessario per valutare accuratamente il profilo dei candidati e la loro corrispondenza ai requisiti e allo spirito dei 5 stelle. Giusto, viene da pensare. E gli standard per essere all’altezza della sfida di legalità e pulizia posta dai grillini, come ha precisato Di Maio, sono alti. “Il MoVimento 5 Stelle – ha scritto il 30 dicembre presentando il nuovo statuto e le nuove regole – è un movimento aperto, il ponte tra i cittadini come te e le Istituzioni, il MoVimento degli italiani di buona volontà. È anche un movimento integerrimo: c'è spazio solo per chi esaudisce completamente i criteri di onestà, competenza e trasparenza. Non ci sarà mai spazio nelle liste per i condannati, per chi è in conflitto d'interesse, per i voltagabbana, per gli approfittatori, per chi vuole usarci come un taxi per andare in Parlamento, per chi vuole privilegi”.

Fino a qui, a parole, sono tutti d’accordo. Chi vorrebbe aprire le candidature a corrotti, indagati per reati gravi, collusi con i vituperati partiti? Tuttavia, anche per il miglior candidato possibile, il più onesto e corretto, si tratta di una corsa contro il tempo. “I candidati devono far pervenire – si legge sempre sul blog –, ai fini di consentire la verifica della sussistenza dei requisiti per accettare la medesima, entro il termine perentorio del 15 gennaio 2018, i seguenti documenti (in originale): certificato penale, certificato dei carichi pendenti, 335 codice di procedura penale SOLO se a conoscenza di indagini o procedimenti penali a loro carico, con una breve descrizione dei fatti”. È il registro delle notizie di reato nel quale il pm iscrive l’eventuale indagato durante le indagini preliminari. I documenti vanno inviati con raccomandata al “Comitato elettorale del MoVimento 5 Stelle per le elezioni politiche via Piemonte, 32 00187 Roma”.

Attenzione, non vorrete mica presentare documenti vecchi. “I documenti devono essere al massimo di ottobre 2017, non saranno accettati documenti più vecchi”. Inoltre, “la mancata ricezione dei documenti richiesti entro il termine perentorio sopra indicato determinerà automaticamente la non accettazione dell’autocandidatura. In presenza di comprovati motivi che non permettono il rispetto di questa scadenza (es. prova della richiesta dei certificati da inviarsi via email), verrà fatta una proroga fino a tre giorni prima del deposito della lista”. Il blog avverte che si può chiedere agli uffici di velocizzare le pratiche. “In ogni caso è possibile richiedere il rilascio dei certificato con urgenza in molti Tribunali italiani”.

Altra cosa da notare, la data del 15 gennaio posta come limite era quella fino a poco tempo fa definita come probabile giorno della consultazione. Ma anche qui il blog non dà precisazioni. Oltre allo Statuto e al Codice etico, i candidati potranno incappare nella mannaia del giudizio del capo politico (Di Maio), sorta di dittatore a tempo di romana memoria scelto dal movimento per queste elezioni. “La lista di coloro che proporranno la propria autocandidatura e che avranno completato tempestivamente la procedura per la formalizzazione della stessa e che risulteranno in possesso dei requisiti di cui allo Statuto, al Codice Etico, all’art. 6 che precede e che non avranno ricevuto un parere vincolante negativo dal Capo Politico, verrà pubblicata sulla Piattaforma Rousseau per essere sottoposta alla consultazione in Rete”.

Buona fortuna.