Società | La polemica

L’accoglienza secondo Bianchi

Non c’è posto a Laives per i richiedenti asilo. Il sindaco: “Se dovesse servire saremo pronti a fare la nostra parte a patto che queste persone si rendano utili”.

“Il comune di Laives è l'unico grande Comune della provincia di Bolzano che non ha dato disponibilità ad accogliere nemmeno un richiedente asilo e se ne strafrega rivendicandolo. Una maggioranza destra 5 stelle, senza trattino. E ancora hanno il coraggio di pontificare su altre realtà che nemmeno conoscono . Un paesino come Prissiano ha accolto 40 richiedenti asilo senza drammi. Sia chiaro a me di Laives non sorprende nulla, semplicemente destre che si uniscono”. Non usa mezzi termini l’ex assessore Luigi Gallo che affida al muro di Facebook la sua indignazione verso il presunto vuoto pneumatico in materia di accoglienza da parte del vicino Comune di Laives.

“L’ex assessore - replica il primo cittadino di Laives Christian Bianchi - ha fatto dell’ospitalità dei profughi la sua religione e ha approfittato dell’occasione per attaccare il governo cittadino dandoci dei razzisti, ma il punto è che se vogliamo che nel futuro ci sia un equilibrio fra la popolazione locale e i nuovi ospiti questi ultimi devono necessariamente essere impegnati in una qualche attività”. La Provincia, come noto, è alla ricerca di 700 posti letto per far fronte a una eventuale intensificazione dei flussi migratori sul territorio altoatesino e alcuni Comuni, fra cui Appiano e Ora, hanno dato la loro disponibilità ad ospitare un certo numero di richiedenti asilo. Qualche settimana fa Edmund Lanziner, presidente della Comunità di valle Oltradige Bassa Atesina, inoltre, aveva auspicato più solidarietà da parte dei Comuni sollecitando anche la stessa Laives a dimostrare una maggiore partecipazione in merito alle politiche di accoglienza.

“L’assessora Martha Stocker - spiega Bianchi - ha dichiarato che attualmente i profughi che si trovano in Alto Adige hanno tutti già una sistemazione, poi se le cose dovessero cambiare nei prossimi mesi bisognerà trovare altre soluzioni”. Questo significa che anche Laives farà la sua parte? “Attualmente nel nostro Comune non c’è un metro quadro libero, non ci sono strutture che possano essere utilizzate come centri di accoglienza”, puntualizza il sindaco, e al momento non sarebbe stata avanzata nessuna proposta anche da parte dei privati. Qualora si dovessero trovare degli edifici disponibili la condizione per ospitare i profughi a Laives, insiste Bianchi, è che si trovi loro un impiego da svolgere, “se gli organi preposti ci daranno garanzie in questo senso allora non ci tireremo indietro”.

La presa di posizione del primo cittadino nasce dall’appello lanciato recentemente dall’associazione Volontarius per reperire volontari che diano una mano a cucinare nei camper siti nella zona di via Cappuccini a Bolzano che si occupano di distribuire i pasti ai bisognosi tre volte a settimana. “La cosa più logica è che i richiedenti asilo imparino a far da mangiare e che si mettano di buona lena a far le pulizie, per il loro stesso benessere e anche per rendere le strutture in cui vengono ospitati il più autosufficienti possibile”, afferma Bianchi che aggiunge infine: “Non è tollerabile che si vada in cerca di volontari quando queste persone, una volta uscite al mattino dai centri di accoglienza, potrebbero contribuire alla pubblica utilità. Del resto se non hanno nulla da fare tutto il giorno e non sanno come passare il tempo il rischio è che inneschino situazioni potenzialmente pericolose e io non sono disposto ad accettare una prospettiva del genere per la mia città”.