Cultura | Salto Weekend

Tre elementi esplosivi

Una giovane star del pianoforte, un direttore amatissimo dal pubblico di tutto il mondo, un’orchestra di giovani, fucina della musica del futuro.
seongjinchoharaldhoffmann
Foto: Bolzano Festival Bozen

Sono questi i tre elementi esplosivi del concerto oggi al Teatro Comunale di Bolzano. A dirigere la European Union Youth Orchestra, alla sua seconda esibizione della stagione nel capoluogo altoatesino, la bacchetta di Gianandrea Noseda, da poco nominato nuovo direttore musicale generale dell' Opernhaus di Zurigo con, al pianoforte, il giovane talento sudcoreano Seong-Jin Cho.

Poetico, introspettivo, pieno di grazia, capace di conquistare la massima attenzione del mondo musicale dopo aver vinto il Premio Chopin 2015, il giovane Seong-Jin Cho si muoverà anche fra le pagine del Concerto n. 2 in fa minore per pianoforte e orchestra, op. 21 del grande compositore polacco a cui è intitolato il prestigioso concorso. L’opera, venne presentata per la prima volta a Varsavia il 17 marzo 1830 da Chopin stesso, che lo scelse anche per il suo esordio parigino, nel 1832. In quest’opera giovanile, il compositore non ancora ventenne lascia emergere numerose anticipazioni dei suoi tratti inconfondibili come la delicata scrittura pianistica, il fascino melodico e l’inconfondibile colorito armonico. La semplicità dell'orchestrazione si abbandona anche ad accesi toni melodrammatici nella parte centrale dell'Adagio, mentre nel resto del concerto domina un tono elegante, sognante e intimo. Definito dalla critica del tempo “un pezzo per pianoforte con timido accompagnamento di orchestra”, il concerto presenta una forte vena poetica nel Larghetto ispirato alla musica da notturno di tipo cameristico, mentre nell’Allegro vivace emerge tutto il virtuosismo del compositore polacco che, comunque, non rinuncia mai ai suoi caratteristici arabeschi poetici.

Il programma della serata prevede anche il Divertimento per orchestra di Leonard Bernstein. Scritto per festeggiare il centenario della Boston Symphony Orchestra presso cui il compositore pianista e direttore d’orchestra fu assistente, è una dichiarazione di affetto per il virtuosismo della compagine americana.
Come in West Side Story e molti altri lavori di Bernstein, il Divertimento è caratterizzato da un’incredibile varietà di stili: dalla musica popolare al repertorio sinfonico di diversi periodi. Per la maggior parte della sua evoluzione l’opera ha un tono spensierato e si intreccia in un turbine di piacevoli temi basati sulle note Si bem. e Do. Una gamma di combinazioni diverse di strumenti emerge di volta in volta nei diversi movimenti, con, ad esempio, il "Valzer" per soli archi, i "Blues" con ottoni e percussioni, il legno e l'arpa che colorano il movimento "Mazurka".

La Sinfonia n. 5, in mi minore op. 64, ultimo tassello del programma, venne invece composta da Čajkovskij in grande velocità  tra il maggio e l'agosto del 1888, dopo un periodo di crisi creativa. Si tratta di un capolavoro che si rifà alla tradizione russa, con una forte compattezza grazie alla presenza di un’idea ricorrente, uno stesso tema che ritorna in tutti e quattro i movimenti.
Diretta dall'autore stesso il 5 novembre a San Pietroburgo, ottenne un ottimo successo di pubblico ma fu duramente criticata dalla stampa, condizionandone in un primo momento la percezione dell’autore stesso. Cajkovskij si sarebbe poi ricreduto, grazie ai successi ottenuti dalla Quinta nei concerti da lui diretti durante la tournée europea del 1889-1890, quando anche Brahms la elogiò.Lo splendido Andante cantabile è uno dei vertici del sinfonismo cajkovskiano. Sullo sfondo degli archi gravi il primo corno canta in modo "dolce con molta espressione" una lunga melodia nobile e patetica. L'oboe s'inserisce delicatamente e dialoga con il corno, proponendo una nuova melodia, ripresa anche dagli archi e poi dall'intera orchestra. Una nuova melodia del clarinetto, graziosa e malinconica, ornata da un trillo, è improvvisamente interrotta dall'irruzione del tema ricorrente, affidato alle trombe. Il movimento si conclude in una ritrovata serenità, turbata ma non annientata dalla minaccia del fato, che risuona con la cupezza e la violenza dei tromboni.