Vasco Rossi
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Politica | trentexpress

Ventidue domande su Vasco Ventidue

Due giornalisti, due giornali online che per la prima volta pubblicano in contemporanea un articolo sulle troppe incognite legate al megaconcerto di Vasco Rossi a Trento.

Di Carmine Ragozzino (www.ildolomiti.it) e Paolo Ghezzi


I due giornalisti che firmano questo articolo, che per la prima volta esce in contemporanea su due giornali on line – uno di Trento e uno di Bolzano, evviva l’Euregio dell’informazione! – hanno solo due-tre cose in comune: la passione per il giornalismo come esercizio civile di contropotere; la musica: hanno avuto la fortuna di essere stati ragazzi negli anni Settanta e considerano quel decennio un periodo felice e forgiante, anche solo considerando il rock e dintorni. E poi una doppia Z nel cognome. Sì, proprio dalla doppia Z anagrafica nasce una scrittura spesso votata a una certa deboleZZa verso i laZZi, i friZZi, le spreZZature, gli spruZZi, che li hanno portati a ironiZZare anche sui nomi dei loro altolocati bersagli. Per dire, il sindaco di Trento da uno è stato definito Postdestà, per la sua inclinazione alla socialiZZazione del pensiero, dall’altro Sceriffo di Trentham per i suoi modi bruschi e autoritari di esercizio del potere monocratico. Per lo stesso motivo uno dei due ha anche coniato per il presidente della Provincia il soprannome paramaoista di Mau Fu-Gat.
Oggi però i due soprafirmati abbandonano la modalità della satira. Va affrontata seriamente una questione molto seria: le troppe incognite che ancora pesano sul megaconcerto di Vasco Rossi da 120 mila posti previsto a Trento Sud il 20 maggio 2022, data zero della nuova mega tournée del Blasco. (Tour che a Trento è ancora lontano dal sold out e qualcosa, forse, vorrà pur dire)
Ecco allora una serie di domande alle quali né il presidente della Provincia autonoma di Trento né il sindaco di Trento hanno dato fino al ora soddisfacenti risposte. Il primo ha divagato. Il secondo ironizzato. Entrambi gli atteggiamenti inquietano.
Fiduciosi nell’attenzione della pubblica opinione, proviamo dunque a ricapitolare a mo’ di pubblica interrogazione.

  1. Per quali finalità pubbliche la Provincia di Trento ha assicurato alle società che organizzano i concerti di Vasco Rossi un sostegno finanziario garantito anche in caso di perdite? (Oltre ai forti oneri per vitto, alloggio e trasferimenti in elicottero?). Spicca l’acquisto dei biglietti invenduti nell’area Euregio, sui quali la Provincia ha preteso un’impropria riserva che anche il più distratto dei conoscitori delle dinamiche degli eventi rock considera masochistica.
  2. Corrisponde al vero che l’evento annunciato come euroregionale in realtà non ha acceso l’interesse del pubblico a nord di Bolzano, tanto che i biglietti venduti nel Tirolo austriaco sarebbero ad ora non più di una decina?
  3. Il presidente della Provincia si è confrontato con l’assessore provinciale alla cultura e all’istruzione sull’erogazione di risorse per un prodotto commerciale in grado di autofinanziarsi, mentre sono in forte calo le risorse per il sistema culturale-museale del Trentino? 
  4. Il presidente della Provincia, esponente locale della cultura salvinista, è consapevole che l’operazione di finanziamento di un concerto di una star dell’industria italiana dell’entertainment ha il sapore di una regia sovietica del fenomeno culturale? 
  5. Non ritiene il presidente della Provincia che l’organizzazione del concerto di un artista di vastissima popolarità con risorse pubbliche a poco più di un anno dalle elezioni regionali configuri una forma di sleale propaganda?
  6. A quale team di esperti indipendenti è stata affidata la valutazione dell’indotto economico dell’evento Rossi? In base a quale modello previsionale Trentino Marketing ha ipotizzato ricadute per 18 milioni di euro considerando che il pubblico di questi mega eventi è un pubblico “mordi e fuggi”? Gli spettatori sosteranno nella sola area periferica la giornata dell’evento, senza abbandonare per nessun motivo se non quello fisiologico il metro quadro di terreno “prenotato”.
  7. A quale team di esperti indipendenti sarà affidata la valutazione degli effetti collaterali dell’evento - costi di ripristino e di riparazione nelle aree interessate, aumento dell’inquinamento da traffico automobilistico privato, calo del pil provinciale dovuto alla ventilata chiusura degli uffici e alla migrazione temporanea dei residenti No-Vasc in altre regioni - ?
  8. È stata svolta una valutazione preventiva dell’impatto ambientale (traffico, consumo di suolo, disagi per la popolazione non solo cittadina) del megaevento?
  9. Perché non è stata presa in considerazione un’area alternativa, ad esempio quella di Sardagna a suo tempo ipotizzata dall’Ordine degli architetti, che avrebbe consentito di non smantellare lo spazio attrezzato per il drive through vaccinale con ulteriore sperpero di denaro pubblico?
  10. In base a quale criterio e giustificazione politico-amministrativa i primi lavori di realizzazione della “misteriosa” Music Arena Trento sono svolti dalla protezione civile che ha compiti statutari di intervento nelle emergenze? Quanto dureranno i lavori? Con quali costi?
  11. Che cosa si intende esattamente per Trento Music Arena? Esiste un progetto per una struttura fissa ed attrezzata, utilizzabile per tutto l’arco dell’anno? Se sì, con quali caratteristiche? (Numero posti, servizi, coperture, ipotesi di gestione). Quale è la ratio che porta la Provincia a pubblicizzare per l’area San Vincenzo una Music Arena quando al momento il Piano regolatore della città capoluogo non la prevede? 
  12. Come sarà risolto il problema della praticabilità dell’area nel caso di forti piogge nei giorni precedenti l’evento? 
  13. Come sarà risolto il problema delle necessarie vie di fuga in un’area stretta tra aeroporto, ferrovia, Adige, un bosco e una strada provinciale inadeguata a carichi eccessivi?
  14. Perché non si è evitato che l’evento Rossi coincidesse temporalmente con il raduno nazionale dei fanti, sovrapposizione che moltiplicherà i problemi di circolazione e di sicurezza a Trento in quelle giornate?
  15. Non ritiene il presidente Fugatti di aver danneggiato l’immagine istituzionale della Provincia, con la decisione assolutamente inedita ed estranea alla tradizione di serietà dell’autonomia speciale, nell’aver voluto trasformare la sua pagina Facebook ufficiale in uno spot a favore dello spettacolo Rossi? Non ritiene il sindaco di Trento che di fronte al “vulnus” di un evento imposto alla città senza previo e trasparente accordo il primo cittadino avrebbe potuto evitare una reazione fatta di sole “battute” (“mentre noi pensiamo al futuro di Trento la Provincia organizza concerti”) pretendendo al contrario un tavolo permanente sulle garanzie per la città?
  16. Non avverte, il presidente della Provincia – e non si è confrontato su questo con l’assessore provinciale al turismo – la stridente contraddizione tra l’operazione Blasco 22 e l’immagine del Trentino che il marketing territoriale che la Provincia veicola da qualche decennio: il “turismo a misura d’uomo”, la terra delle famiglie e della genuinità? 
  17. È stato valutato con le autorità sanitarie competenti, locali e nazionali, il rischio legato alla persistente e reinsorgente pandemia? Se sì, come si pensa di disinnescare la potenziale bomba di contagi derivante da una concentrazione di massa? Se, come è purtroppo lecito immaginare, a maggio saranno ancora in vigore le norme anti Covid per gli eventi (sport e concerti) all’aperto come si pensa di poter controllare 120mila green pass? Con quale personale? A carico di chi?
  18. Il presidente della Provincia è un esponente della destra d’ordine. Ha vinto le elezioni anche grazie alla promessa (non realizzata) di ripulire le piazze dallo spaccio di droga. Ogni volta che finanza, polizia o carabinieri acciuffano una banda di spacciatori, esulta come alla vittoria dell’Italia agli europei di calcio. Vasco Rossi è un “testimonial” della campagna per la legalizzazione della cannabis: il presidente della Provincia ne è informato e condivide la necessità di una nuova legge che depenalizzi l’uso della cannabis?
  19. A che titolo, con quale eventuale incarico ed eventuale compenso si è scelta la figura di mediazione tra Provincia e management di Vasco Rossi che è apparsa nei momenti pubblici di presentazione dell’evento a fianco del presidente della Provincia? A chi è affidato e con quali modalità (bando? affido diretto?) il compito di organizzare l’annunciato contest delle band dell’Euregio che porterà alcuni gruppi ad esibirsi nel pre-concerto?
  20. È stata annunciata una mostra su Vasco Rossi. Quali i costi esatti di organizzazione e promozione, la sede, la durata, le modalità di fruizione? Sono state annunciate le intenzioni della Provincia di assegnare a Vasco Rossi il massimo riconoscimento dell’Autonomia (l’Aquila) e l’intitolazione di una via, una piazza o un monumento. Qui non abbiamo domande da porre. Siamo semplicemente fuori da ogni genere di seminato.
  21. Nel megaconcerto che Rossi tenne a Modena per celebrare i 40 anni di carriera (240 mila biglietti venduti) il contratto garantiva al Comune di Modena un contributo per ogni biglietto venduto. Nel silenzio dell’amministrazione comunale per Trento non risulta alcun risarcimento simile ed al contrario la Provincia si accollerebbe per intero il rischio di impresa (e anche di più) delle società che organizzano il concerto. Anche qui nessuna domanda. Siamo semplicemente agli antipodi rispetto ad ogni logica di libero mercato e al ruolo dell’ente pubblico. Anzi no. Una domanda c’è ma va rivolta probabilmente alla Corte dei Conti.
  22. Gli aspetti logistico-sanitari, quelli commerciali e viabilistici del concerto impongono un ultimo set di domande. Sono stati calcolati i costi del personale sanitario a tutti i livelli che dovrà essere mobilitato per il concerto? Dove sarà reclutato? La Provincia si accollerà anche questi costi? Sono state valutate le conseguenze sugli eventuali vuoti di presenza nelle strutture sanitarie del territorio? Un massimo dirigente provinciale ha parlato di “arrivo a piedi” all’area San Vincenzo dai parcheggi a nord della città, di possibile chiusura della tangenziale, forse dell’approntamento di navette. Immaginare migliaia e migliaia di persone che percorrono a piedi decine di chilometri (andata e ritorno notturno) è pura fantasia. L’uso delle navette comporterà costi, problemi enormi di reperibilità di mezzi. La Provincia ha elaborato un calcolo ed un piano al riguardo? Quanto al “business” a favore delle società organizzatrici del concerto legato alla ristorazione e al merchandising all’area San Vincenzo, si è valutata (contrattualmente) la possibilità di ingresso di esercenti e commercianti del territorio? Se sì, con quale tipo di accordo?

Ecco dunque pensate e scritte, da noi due, le Ventidue Domande su Vasco Ventidue (in realtà sarebbero ancora di più). 
Che il concerto sia un aZZardo rischioso lo dice il preoccupante “già detto” ma soprattutto il “non ancora detto” che chiama a dire (ma con dovizia e chiarezza) tanto il presidente della Provincia quanto il sindaco di Trento. La Provincia non può decidere sulla testa della città e Trento ha diritto e bisogno di capire i “contro” (ma anche i “pro” se ci sono) di una città che raddoppia per un giorno la sua popolazione senza conoscere la sostenibilità del “come”. Vogliamo aZZerare i pregiudizi e confidiamo: aspettiamo risposte puntuali, verificabili, rassicuranti. 
Speriamo pure che a Vasco Rossi – artista degno di rispetto – arrivi l’eco di queste perplessità. Lo si è sentito spiegare la sua gioia all’idea di inaugurare a Trento una “grande arena per la musica”. Beh, caro Blasco, sappi che l’Arena non esiste e probabilmente non esisterà. E visto che Trento è città alpina non ci sarà nemmeno il fascino di un arenile, per Vasco Ventidue.