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“Aboliamo i decreti fascisti!”

La nuova campagna di Süd-Tiroler Freiheit punta sulla cancellazione non tanto dei toponimi italiani quanto della specifica azione legislativa del 1923. Tuttora in vigore.
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Foto: Luca Sticcotti

“Ci eravamo quasi riusciti nel 2011, quando la cancellazione dei tre decreti era stata inserita all’interno di una legge omnibus nel Parlamento italiano. Ma poi qualcuno se n’è accorto e il provvedimento è stato tolto, all’ultimo minuto.”

È una Eva Klotz in piena forma a pronunciare le parole sopracitate a margine della presentazione della nuova campagna, che il partito indipendentista sudtirolese ha deciso di lanciare in occasione dei festeggiamenti per il suo decennale. La campagna nasce soprattutto con l’intento di contrastare l’iniziativa del folto gruppo di professori Accademia della Crusca che - come si ricorderà - qualche mese fa si spesero contro il ‘dimagrimento’ del patrimonio toponomastico altoatesino in lingua italiana, così com’era stato previsto nella bozza di norma d’attuazione presentata da Francesco Palermo in Commissione dei 6

Di per sé va osservato che con il tempo l’azione politica di Süd-Tiroler Freiheit sembra essere più sfumata, privilegiando un cambiamento netto di strategia. Se nei confronti della SVP il giudizio rimane molto duro (“dietro le spalle abbiamo 70 anni di rinvii e compromessi con Roma”), oggi il partito dopo essere passato in alcune occasioni anche per le forche caudine dei talk show televisivi della Rai di fatto assume un atteggiamento nuovo soprattutto nei confronti della popolazione di lingua italiana. Probabilmente consapevole che ormai sono ben pochi gli italiani (e probabilmente anche gli altoatesini di lingua italiana) disposti come in passato a stracciarsi le vesti per difendere ad esempio il nome della Vetta d’Italia quale puro vessillo d’identità nazionale in provincia di Bolzano. 

Eva Klotz nel messaggio va addirittura oltre, ricordando che persino un esponente politico non certo di destra come Gianni Lanzingher in passato ebbe a dire "presto sarebbe venuto il momento in cui italiani e tedeschi si sarebbero ritrovare assieme uniti sotto unico tetto condiviso". E cioè quello della toponomastica in lingua tedesca

Come dicevamo la nuova proposta di Süd-Tiroler Frieheit è semplice e lineare: eliminare i tre decreti fascisti del 1923 che di fatto resero ufficiale la sola (nuova) toponomastica italiana, spalancando anche le porte alla successiva (e odiosa) ‘traduzione’ dei nomi e cognomi degli abitanti della nuova provincia di Bolzano. 


Il materiale informativo allegato alla campagna “Faschistische Ortsnamen-Dekrete abschaffen!” naturalmente coglie anche l’occasione per fornire ampi esempi dell’approssimazione e dell’incoerenza ‘tecnica’ con cui la toponomastica italiana venne predisposta all'epoca da Ettore Tolomei. Esempi ai quali l’esperto del partito Cristian Kollmann, con un indubbio gusto per lo spettacolo, aggiunge un esempio ‘contemporaneo’. Ipotizzando un Tolomei del terzo millennio che, per tradurre pure in inglese il nome della località Schreckichl Colterenzio, ricorre guarda caso al nome d’arte di un celebre attore televisivo

Di per sé la campagna di Süd-Tiroler Freiheit si propone di raccogliere entro la fine del 2017 25mila firme a favore dell’abolizione dei decreti fascisti emanati dal Gran Consiglio del Fascismo il 12 marzo del 1923. Un pacchetto destinato ad essere successivamente consegnato nelle mani sia del presidente della Giunta provinciale altoatesina che in quelle del presidente della Repubblica italiana. 

Per promuovere l’iniziativa il partito indipendentista ha predisposto naturalmente un congruo locandine che verranno affisse in tutto l’Alto Adige e diverse migliaia di flyer che riassumono i termini della proposta. 
Sul principale manifesto della campagna troneggia una foto che rappresenta simbolicamente i cartelli con le due dizioni della Vetta d’Italia / Klockerkarkopf. Con associato al nome italiano un altro cartello con la scritta Kulturverbrechen e a quello tedesco un’inequivocabile Kulturgut

Gli esponenti di Süd-Tiroler Freiheit nel corso della conferenza stampa non hanno mancato di ricordare l’incidente in cui è incorso Tolomei nell’identificare e quindi ‘marcare’ la montagna più nord dello stivale (“in realtà c’è un altro picco nel territorio italiano che si trova più a settentrione”). 

Tutto è relativo, allora?
Macché...

 

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Marco Ciampa Mer, 05/10/2017 - 08:12

Io sono Italiano. Sono di Trento, non dell'Alto Adige. NON CONOSCO E NON PARLO IL TEDESCO. Mai studiato a scuola. Ma solitamente dico "Bozen", "Brixen" e "Obereggen". I nomi italiani sono inutili. Sono uno spreco di denaro pubblico.

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