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“Giustizia è fatta”

L’Azienda Sanitaria è stata condannata a risarcire i familiari di un’anziana morta a causa di una fatale ed evitabile caduta durante il ricovero all'ospedale di Bolzano.

La seconda sezione civile del Tribunale ordinario di Bolzano ha condannato l’Azienda ospedaliera del capoluogo a risarcire i familiari di una donna di 88 anni, morta durante un ricovero lo scorso novembre 2014. L’anziana, cadendo rovinosamente dal letto riportò un trauma cranico, causa fatale della morte sopraggiunta poche ore dopo.

La sentenza ha riconosciuto che i sanitari presenti avrebbero sottovalutato la situazione, sottolineando che le sponde ai lati del letto avrebbero prevenuto la caduta ed evitato di conseguenza il decesso dell’anziana.

I familiari della donna, affidatisi alla società Giesse Risarcimento Danni e allo Studio Legale Burchia, sono stati in grado di far accogliere dal giudice le conclusioni della consulenza di parte presentata dal dottor Francesco Pravato, individuando “fatti incontrovertibili, provati da documenti e mai contestati dall’Azienda sanitaria”.

Secondo la ricostruzione, il 19 novembre 2014 l’anziana viene ricoverata nel reparto di Geriatria all’ospedale di Bolzano, con una diagnosi di “addome teso”. Alle 2 di notte del primo dicembre cade dal letto, sbattendo la testa sul pavimento. Il personale dell’ospedale, accorso nella sua stanza, si sarebbe limitato a somministrarle un antidolorifico. Peggiorata ulteriormente, l’88enne viene sottoposta a una tac ma muore poco dopo, alle 10.15 del mattino successivo. 

Una circostanza inspiegabile: la donna, infatti, era disorientata, priva di gambe e affetta da gravi disturbi alla vista

La sentenza del Tribunale riporta che “tale evenienza era oggettivamente prevedibile e, come tale, evitabile predisponendo le adeguate ed opportune cautele”. Di conseguenza, il giudice ha condannato l’azienda sanitaria di Bolzano a un risarcimento di quasi 135mila euro a favore dei tre figli dell’anziana. L’Asl ha deciso di attenersi alla sentenza e di non fare ricorso.

 

“Giustizia è stata fatta – è il commento Maurizio Cibien, responsabile di Giesse di Trento e di Bolzano –. A distanza di otto anni dall’incidente, il Tribunale ha confermato la colposa sottovalutazione del rischio caduta e la colposa omissione della predisposizione delle misure di contenimento da parte dell’Azienda sanitaria. Una circostanza inspiegabile: la donna, infatti, era disorientata, priva di gambe e affetta da gravi disturbi alla vista. Com’è possibile che non abbiano pensato di proteggerla fissando delle sponde ai lati del letto?  Al di là dell’ovvia precisazione che nessuna cifra può mai dirsi davvero risarcitoria per il dolore provocato dalla perdita di un proprio caro, abbiamo ottenuto un risultato che, professionalmente, ci soddisfa – sottolinea Cibien – infatti, se da un lato il tribunale ha liquidato degli importi tenendo conto anche dell’età avanzata e delle precarie condizioni di salute della donna, dall’altro  ha messo nero su bianco un fatto incontrovertibile: il decesso è stato conseguenza immediata e diretta della caduta dal letto privo di sponde. Ora - conclude il responsabile - confidiamo che il risarcimento arrivi nei termini previsti”.