Economia | Previdenza

La trattativa prosegue

La Cgil chiede di cambiare i meccanismi sull’aspettativa di vita e pensa a nuove iniziative per ottenere risposte in tema welfare.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Fabio Petrini

La partita della previdenza si aggiorna al 13 novembre. Per quella data è previsto un nuovo vertice tra sindacati e governo, un tavolo tecnico nel quale le parti si incontreranno per considerare la possibilità di modificare e migliorare i meccanismi che attualmente determinano la cadenza di adeguamento dell’età pensionabile. Le condizioni di partenza sono poco confortanti, anche perché il Governo insiste sul fatto, che eventuali modifiche non dovranno intaccare la sostenibilità del sistema previdenziale, che è un pilastro fondamentale della sostenibilità finanziaria del Paese. Il sindacato si trova, inoltre, di fronte ad un fuoco di sbarramento delle istituzioni, partendo dalla Ragioneria di Stato, dalla Corte dei Conti per finire a Bankitalia.
Sono nodi difficili da sciogliere, viste le posizioni molto diverse tra le parti. Sulla trattativa grava inoltre la nota dell’Istat del 24 ottobre scorso che ha confermato nel periodo di osservazione di cinque mesi le stime sulla crescita della speranza di vita degli italiani. E’ arrivata a 85 anni per le donne e 80,6 per gli uomini, che, legge alla mano, porterebbe “automaticamente” a 67 anni l’età pensionabile a partire dal 2019, quindi cinque mesi in più della soglia attuale, che è di 66 anni e sette mesi.

I sindacati chiedono con forza il blocco dell'automatismo che lega l'uscita dal lavoro all'aspettativa di vita contestando la legge che prevede un incremento biennale dell’età d’uscita verso la pensione per i prossimi decenni. Due i ragionamenti messi in campo: non è certo che la vita media continuerà a crescere come previsto dalla norma e non tutti i lavori sono uguali.

Il tempo per intervenire è ormai quasi scaduto. I sindacati aspettano di “avere risposte” anche su altri temi della previdenza. In primo luogo va affrontato il problema delle donne, che la legge Fornero penalizza in maniera eccessiva. Va valorizzato nella pensione il lavoro di cura dei figli e degli anziani. Ai giovani invece bisogna fornire risposte chiare sul loro futuro previdenziale attraverso una pensione di garanzia, mentre per i pensionati va trovato un sistema più corretto per salvaguardare il potere d’acquisto degli anziani. Il 13 novembre potremmo verificare se davvero ci sia o meno la disponibilità a cambiare i meccanismi dell'età pensionabile, a differenziare i lavori e se sugli altri argomenti ci siano le condizioni per proseguire con la trattativa. La strada sembra comunque in salita per cui il tavolo tecnico non ferma l'iniziativa in essere dei sindacati.