Ambiente | grandi predatori

Tra la propaganda e il fare

Dopo le polemiche, il ministro Lollobrigida corregge il tiro: l’abbattimento dei grandi predatori deve fare i conti con la normativa vigente e non sarà una cosa scontata.
Lupo
Foto: upi

La recente visita in Alto Adige del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, è stata oggetto di numerose polemiche, ma ha anche acceso alcune speranze nella politica locale e nelle associazioni di categoria, per via della manifestata apertura del Governo all’abbattimento dei grandi predatori definiti problematici. Il Ministro, a più ripartite, ha chiesto di affrontare il problema con “approccio pragmatico e non ideologico” e che la “soluzione dell’abbattimento non si può escludere a prescindere”.
Tali dichiarazioni hanno suscitato la reazione di numerose associazioni ambientaliste e animaliste, occupando intere pagine dei giornali nazionali. 

La sua proposta non solo è contraria alla scienza ma offende il sentire di milioni di italiani


In una dura nota stampa, L’Ente Nazionale Protezione Animali rispondendo alle dichiarazioni del rappresentante di Governo ha ribadito: “Siamo allibiti per le parole del ministro Lollobrigida. La sua proposta di abbattere orsi e lupi, particolarmente protetti dalla legge 157/92 e dalle convenzioni internazionali, non solo è contraria alla scienza ma offende il sentire di milioni di italiani che, come noto, sono da sempre contrari alle uccisioni dei grandi carnivori, il patrimonio più prezioso della nostra biodiversità, peraltro in gravissimo declino”.

 

Dal momento che gli attacchi su più fronti non accennavano a placarsi, il Ministro Lollobrigida ha evidentemente ritenuto opportuno rimodulare “il tiro”. 

Durante la conferenza stampa indetta lunedì (7 novembre) al margine dell’incontro al Maspe con le principali organizzazioni rappresentanti il mondo agricolo, Lollobrigida ha rilasciato una nuova dichiarazione alla stampa: “Con il supporto della scienza, abbiamo l’Ispra alla quale ho scritto una lettera e nelle prossime ore incontrerò i responsabili, capiremo se la popolazione dei grandi carnivori può creare un problema di sistema, ma anche agli stessi grandi carnivori che se dovessero avere una crescita come quella che c’è stata dal 2013 al 2021 è sopportabile o meno”.

 

Le difficoltà logistiche nella possibilità di procedere da un giorno all’altro all’abbattimento sono state ribadite anche dal Presidente della Provincia Arno Kompatscher: “In base alla convenzione di Berna, ci sono principi da rispettare e che sono parte integrante della Direttiva habitat – ha spiegato il Presidente durante la conferenza stampa settimanale della Giunta –. La gestione prevede l’abbattimento solo in presenza di alcuni presupposti, in particolare va determinato se l’abbattimento può mettere a repentaglio il rischio di sopravvivenza della specie stessa. Qualora venisse scongiurato questo pericolo bisogna accertare la messa in campo di tutte quelle forme di protezione passiva disponibili. Se si dimostra che non sono servite – prosegue il Presidente – allora si può procedere all’abbattimento. Ora c’è un’apertura da parte del ministro Lollobrigida, che ricalca quella del precedente Governo. Noi vogliamo gestire e non subire la situazione – ribadisce secco Kompatscher –. Vogliamo proteggere la specie ma anche l’alpeggio tradizionale. Non sarà facile ma bisogna affrontare questo allarme sociale e dare una risposta alle persone preoccupate. Sebbene non si siano mai documentate aggressioni contro gli esseri umani permane la paura. Per questo – conclude il Presidente – sentiamo l’urgenza di intervenire”.