Società | L'INIZIATIVA

Sport, sì ai transgender

La Uisp lancia Alias, campagna di tesseramento contro l'omofobia. A Bolzano il caso di una trentenne che voleva giocare nel calcio maschile. Perini: "Giù i muri".
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Foto: Uisp

Sport inclusivo, senza barriere di nessun tipo, in Alto Adige come in tutto il territorio nazionale. La Uisp, Unione italiana sport per tutti, lancia la campagna nazionale e locale per i diritti e la differenza di genere, contro l’omofobia e la transfobia. L’associazione ha deciso di accogliere e riconoscere le persone transgender anche attraverso il tesseramento che può essere fatto in ogni comitato territoriale Uisp. Anche in provincia di Bolzano quindi.

Il percorso attivato si chiama Alias: “Una soluzione – spiega l’associazione – che permette di tesserarsi anche durante il tortuoso cammino del cambiamento di genere”. “Si tratta di un tesseramento temporaneo che consente al socio di avere accesso alla pratica sportiva e di poter godere di copertura assicurativa – precisa Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp –. Siamo impegnati sul tema dei diritti delle persone e crediamo di dover dare risposte concrete a tutte le persone. Lo sport sociale e per tutti non é una formula teorica: consiste nell’offrire cittadinanza sportiva a chi non ce l’ha o é in difficoltà. In questo modo lo sport diventa davvero terreno di incontro, educazione, salute”.

“È sicuramente una prima, importante apertura” puntualizza Tomas Perini, presidente provinciale Uisp. La sezione ha affrontato da vicino il caso di una persona di trent’anni di Bolzano che qualche anno fa voleva giocare a calcio. Risultando anagraficamente donna, ma non sentendosi tale, voleva iscriversi al campionato maschile. Ma alla fine è stata impossibilitata a farlo per le regole sportive. “Per regolamento non potevamo tesserarla e quindi non ha potuto giocare” racconta Perini. “Sicuramente questo particolare tesseramento apre nuove possibilità e abbatte qualche muro".

L’Uisp ha lanciato la campagna di tesseramento Alias durante il convegno nazionale “Lo sport in campo contro l’omofobia e la transfobia: un ponte verso il futuro”, tenuto a Napoli lo scorso novembre e promosso insieme a Università Parthenope, Università Federico II e Centro Sinapsi. Rappresentanti del mondo accademico, scolastico e sportivo si sono confrontati per sviluppare azioni di prevenzione delle discriminazioni presenti in diversi contesti verso le persone gay, lesbiche e transgender.

In quella occasione la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli ha inviato un messaggio al convegno: "Attraverso lo sport, grazie anche al lavoro di grandi associazioni come l’Uisp, che condividono con noi questa missione, possiamo diffondere la visione positiva di una società fatta di persone tutte diverse ma allo stesso tempo uguali, in dignità e diritti”.
Chi è interessato, informa il comitato altoatesino, può richiedere maggiori informazioni a [email protected]

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Martin B. Mer, 01/10/2018 - 23:53

Naja, Kinder und Jugendliche sind (verbal und körperlich) oft äußerst brutal gegenüber jeden der Schwäche zeigt und den dominierenden Köpfen nicht gefällt. Wenn hier also sich geschlechtlich wandelnden Charakteren rein durch die Registriermöglichkeit eine Welt voller mannschaftssportlicher Möglichkeiten und Willkommenskultur für sie vorgegaukelt werden soll, dann schaudert mir. Einzelsportarten mit spezifischer Trainerbetreuung wäre das einzige was mir sinnvoll erscheint.

Mer, 01/10/2018 - 23:53 Collegamento permanente