Cultura | Salto Afternoon

Asce e lasciti lungo l’Adige

Esce il 15 gennaio MANARÒT, “rivista di letteratura atesina”. Nel primo numero (“Nachlass”) racconti inediti – tra gli altri – di Maddalena Fingerle e Flavio Pintarelli.
Copertina Nachlass
Foto: Manaròt

Sarà cartacea, a cadenza semestrale, distribuita in un numero selezionato di librerie indipendenti italiane ed europee: si presenta così “Manaròt” (scure/ascia in dialetto trentino), nuova rivista di narrativa che si propone di presentare giovani autori e autrici del Trentino-Alto Adige/Südtirol e le contaminazioni letterarie del nostro territorio di confine. “Un luogo di sperimentazione letteraria e di dialogo per scrittrici e scrittori, un magnete narrativo rivolto all’Italia e all’estero” spiegano i curatori Nicolò Tabarelli – milanese, classe 1995, laureando in Sociologia a Trento e Demografia a Barcellona, già redattore tra gli altri di the Submarine – e Davide Gritti, nato nel 1994 a Bergamo e dottorando di Sociologia a Trento, per anni redattore di CTRL magazine.

MANARÒT è progettata dal collettivo grafico Fragile. Il primo numero, dal titolo “Nachlass” e che raccoglie sette racconti inediti di altrettanti autori, uscirà il 15 gennaio: le sole 100 copie saranno distribuite dalle librerie Mardi Gras di Bolzano, due punti di Trento e Piccolo Blu di Rovereto (uniche in regione), nonché da Edicola 518 di Perugia, Motto (Berlino) e Verso (Milano).

Una parola tedesca

Incontratisi a Trento nel 2019, Tabarelli e Gritti hanno realizzato il reportage narrativo “Esiste Montaretto?” (all’interno del libro I dimezzati di CTRL books), per raccontare il paesino ligure descritto per anni come ultima roccaforte del comunismo in Italia, e il reportage socio-etologico “Storie di orsi e uomini” presentato al festival Osvaldo di Rovereto, entrambi usciti nel 2020.

Nachlass – spiegano i due curatori di MANARÒT – è una parola tedesca, in uso in molte lingue europee e senza una traduzione precisa in italiano. Il vocabolo che le si avvicina di più è lascito. In ambito artistico e accademico indica l’insieme di manoscritti, diari, appunti, schizzi, lettere mai pubblicati che vengono lasciati indietro quando muore una persona”. Ludwig Wittgenstein lasciò un Nachlass di ventimila pagine; ci sono scrittori che avrebbero voluto eliminare tutto ma non ci sono riusciti – come Franz Kafka, le cui opere sono arrivate a noi grazie al rifiuto di distruggerle dell’amico Max Brod – o chi ha sempre conservato tutto giocando con l’arte del nascondimento, come Elias Canetti, che cifrava i suoi diari.

Ai giorni nostri, attivisti per l’open access quali Aaron Swartz e Alexandra Elbakyan “si sono battuti – proseguono i curatori – perché tutto venisse lasciato e l'intera produzione scritta fosse liberamente accessibile senza lucro. Il primo ha scritto nel 2008 in un eremo delle Marche il Guerrilla Open Access Manifesto, ha rubato e diffuso cinque milioni di articoli scientifici per poi uccidersi (oggi ricorre l'ottavo anniversario dalla morte, ndr) a causa delle conseguenze legali del suo gesto. La seconda è fondatrice di Sci-Hub, il più grande portale di libero accesso alla produzione scientifica: multata, si è data alla macchia per evitare l'arresto.”

 

Gli autori del primo numero hanno così affidato a MANARÒT un racconto che altrimenti sarebbe rimasto nel loro Nachlass. I sette racconti inediti sono di Daria De PascaleRiccardo Micheloni, Alessandro Monaci, Davide Gritti, Nicolò Tabarelli e dei bolzanini Maddalena Fingerle e Flavio Pintarelli. Ad arricchire il volume un inserto fotografico tratto dalla serie "Trento Notturna": Trento illuminata per la prima visita ufficiale dei sovrani d’Italia, cento anni fa, nel 1921. Le sei carte alla gelatina di bromuro d’argento sono elaborate in visual coding dall’artista israeliana Michal Zemel. “Nel primo numero – concludono Nicolò Tabarelli e Davide Gritti – abbiamo raccolto con successo un nucleo di autori e autrici di recente o prossima pubblicazione nel panorama italiano. L’obiettivo nel futuro è portare avanti un lavoro di reciproca collaborazione e contaminazione tra gli autori, aprendosi di pari passo ad autori nuovi, italiani ed esteri”.